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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Russiagate, Trump sta con Putin: "Nulla è stato provato, è una vergogna"

I due leader lanciano una nuova fase nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia: il vertice di ieri a Helsinki sarebbe "solo l'inizio"

Donald Trump e Vladimir Putin hanno prospettato un nuovo 'reset' nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia, con il presidente statunitense che ha assicurato che il vertice di ieri a Helsinki "è solo l'inizio" e il collega russo a confermare: "Credo che oggi (con il presidente Trump) abbiamo iniziato a capirci meglio". Un bilaterale iniziato con un'ora di ritardo, in una sorta di gara a chi arrivava dopo tra il capo del Cremlino, notorio ritardatario, e il collega statunitense che lo ha battuto di venti minuti. Un incontro in cui i due leader hanno assicurato di voler approfondire la cooperazione nella sintonia trovata di persona, a oltre un anno e mezzo dall'elezione di Trump. "Dialogo produttivo, importante, e tutto è andato molto bene. [...] Dovremo trovare il modo di cooperare per il bene di entrambi i Paesi" ha dichiarato Trump. "La collaborazione "è un'opportunità per la pace e preferisco correre un rischio politico" per raggiungerla.

In assenza di intese, patti, contratti o contenuti concreti è finito con Putin e Trump d'accordo sul Russiagate, scatenando subito le reazioni negli Stati Uniti: "Il presidente Putin ha detto che non è stata la Russia [a interferire nelle elezioni presidenziali, ndr]. Non vedo perché avrebbe dovuto farlo" ha dichiarato Trump.

Russiagate

Il tema centrale della conferenza stampa è stato appunto il Russiagate: "un disastro per il nostro Paese", che ha "rovinato" i nostri rapporti, ha detto Trump. "Nulla è stato provato. La mia campagna elettorale è stata onesta, ho vinto facilmente contro Clinton e vincerei ancora; è una vergogna che ci sia un'indagine in corso, non c'è stata alcuna collusione. È ridicolo quello che sta succedendo con il Russiagate".

Russiagate, la Cia va all'attacco: "Le interferenze elettorali non si sono interrotte"

Alla domanda di un giornalista ("Lei crede a Putin o all'intelligence statunitense?"), Trump ha risposto: "Ho grande fiducia nella mia intelligence, ma il presidente Putin ha detto che non è stata la Russia [a interferire nelle elezioni presidenziali, ndr]. Non vedo perché avrebbe dovuto farlo". Poi, Putin "è stato estremamente deciso e potente nel negare" l'ingerenza russa. "Ho fiducia in entrambe le parti" ha aggiunto, scatenando l'ira di politici repubblicani e democratici, giornalisti e dell'ex capo della Cia, John Brennan, che ha parlato addirittura di un Trump "sovversivo". A proposito del Russiagate, Putin ha detto che "la Russia non ha mai interferito e mai lo farà negli affari interni americani", compresi i processi elettorali.

Interferenze russe nelle elezioni

"Io sono stato un agente dell'intelligence e so come vengono creati dossier" come quello sulle interferenze russe nelle elezioni e la collusione tra l'entourage di Trump e il Cremlino, ha detto il capo dello Stato russo, in aperta sfida agli inquirenti americani. Poi ha offerto di collaborare alle indagini del procuratore Robert Mueller, che ha incriminato 12 agenti dell'intelligence militare russa, e di interrogare i sospettati anche in presenza di rappresentanti del team Usa che sta indagando. "Certo, in quel caso chiederemmo la reciprocità", ha aggiunto.

"La Russia è uno Stato democratico e spero che lei non stia negando che gli Usa sono una democrazia. Se lo crede, allora la conclusione di questa controversia può essere decisa solo in un tribunale", ha detto ancora Putin, rispondendo alla domanda di un giornalista sempre sul cosiddetto Russiagate.

"La guerra fredda è finita da tempo"

Secondo il leader del Cremlino, Russia e Stati Uniti hanno fatto oggi "un primo passo" per migliorare le relazioni bilaterali ed è necessario "lasciarci alle spalle questo clima da guerra fredda, che è finita da tempo; l'epoca della dura contrapposizione ideologica tra i due Paesi è cosa del passato, la situazione nel mondo è totalmente cambiata". Condivisione di vedute, in sostanza sulla Siria (ma con un distinguo evidente su Israele) e sulla Corea del Nord. Mentre sull'Ucraina e la Crimea permangono le divisioni. Per Donald Trump l'annessione della penisola sul mar Nero da parte della Russia "è illegale": ma a dirlo è stato lo stesso Putin, secondo cui "la sua posizione è nota" sulla questione, "ma per noi le cose non stanno così perchè abbiamo condotto un referendum".

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