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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Sabotaggio al Nord Stream, per l’intelligence Usa c'è la pista del gruppo filo-ucraino

Le esplosioni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 del 26 settembre scorso sarebbero state causate da un sabotaggio. I diversi media internazionali e l'intelligence statunitense riconoscono però l'intervento di un gruppo filo ucraino nell'attacco delle pipeline che trasportano gas dalla Russia all'Europa

Chi c'è dietro all'attacco ai gasdotti Nord Stream dello scorso anno? Le indiscrezioni, a distanza di mesi, si rincorrono. Le esplosioni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 del 26 settembre scorso sarebbero state causate da un sabotaggio. I diversi media internazionali e l'intelligence statunitense riconoscono però l'intervento di un gruppo filo ucraino nell'attacco delle pipeline che trasportano gas dalla Russia all'Europa. 

Sabotaggio al Nord Stream, quali sono le ipotesi sull'accaduto

Facciamo un passo indietro. Subito dopo il sabotaggio, Polonia e Ucraina puntarono il dito contro la Russia, accusandola di usare l'energia come un'arma. Mosca da parte sua ha sempre respinto ogni addebito, chiedendo un'indagine internazionale e accusando a sua volta Gran Bretagna e Usa, considerati al Cremlino i veri beneficiari dell'operazione.

"Il gasdotto è stato fatto esplodere": la Svezia conferma il sabotaggio del Nord Stream

Convinto che dietro al sabotaggio ci sia Washington è anche il giornalista investigativo americano Premio Pulitzer Seymour Hersh, secondo cui a muovere le fila di tutto sarebbe stata la Casa Bianca attraverso la Cia. Lo scorso giugno, è la tesi del reporter, utilizzando un'esercitazione militare della Nato come copertura, sommozzatori della Marina Usa avrebbero piazzato esplosivi lungo gli oleodotti che sono poi stati fatti detonare tre mesi dopo.

L'operazione segreta con l'aiuto di uno yacht

Secondo una prima indiscrezione del media tedesco Tagesschau, che cita una ricerca di Ard, Swr e Zeit, gli investigatori tedeschi non hanno ancora trovato alcuna prova su chi abbia ordinato e compiuto il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, ma la pista sulla preparazione dell'attacco esplosivo porterebbe "in direzione dell'Ucraina". In base alle indagini degli inquirenti citate da Tagesschau, il sabotaggio clandestino sarebbe stato compiuto con l'aiuto di uno yacht noleggiato da una società con sede in Polonia, apparentemente a due cittadini ucraini.

L'operazione segreta in mare sarebbe stata condotta da una squadra di sei persone: cinque uomini e una donna. Sempre secondo l'ipotesi citata da Ard-Swr-Zeit, il gruppo sarebbe stato composto da un capitano, due sommozzatori, due assistenti subacquei e una dottoressa, che avrebbero trasportato gli esplosivi e li avrebbero piazzati. La nazionalità dei responsabili non è apparentemente chiara. Il gruppo avrebbe utilizzato passaporti falsi, che sarebbero stati usati, tra l'altro, per noleggiare la barca.

Quant'è importante il Nord Stream

Gli investigatori avrebbero però localizzato la posizione dell'imbarcazione nel giorno successivo al sabotaggio nei pressi dell'isola danese di Christians›, a nord-est di Bornholm, vicino al luogo del sabotaggio. L'imbarcazione sarebbe stata poi restituita da chi l'ha affittata e gli investigatori avrebbero trovato tracce di esplosivo sul tavolo della cabina. Un servizio di intelligence occidentale avrebbe trasmesso già in autunno ai servizi partner europei l'ipotesi che responsabile del sabotaggio del Nord Stream fosse stato un commando ucraino. In seguito, ci sarebbero state ulteriori indicazioni di intelligence che suggerivano la responsabilità di un gruppo filo-ucraino.

Le rivelazioni del New York Times

Le tesi dei media tedeschi vengono poi rafforzate da una rivelazione del New York Times, sulla base di nuove informazioni di intelligence statunitense che imputa a un gruppo pro-ucraino la responsabilità del sabotaggio dei gasdotti russi. 

Secondo le informazioni raccolte degli 007 americani, non ci sono prove al momento che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la sua squadra di governo fossero coinvolti nell'operazione o che i sabotatori agissero sotto la direzione di funzionari di Kiev. L'intelligence americana non riconosce nemmeno la presenza di prove sul coinvolgimento del governo russo. I sabotatori - è la versione del New York Times - erano comunque probabilmente cittadini ucraini e/o russi ed esperti sommozzatori che, con ogni probabilità, avevano ricevuto un addestramento militare. Rimane anche il dubbio su chi abbia finanziato l'operazione, sebbene sia difficile non pensare a entità legate agli Stati per un attacco del genere. Le rivelazioni degli 007 americani rappresentano un importante passo in avanti nel determinare le responsabilità di un sabotaggio che da mesi confonde gli investigatori sulle due sponde dell'Oceano, anche se non viene fatta completa chiarezza su quello che è uno dei misteri irrisolti della guerra della Russia contro Kiev.

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Nel condividere i nuovi spunti di indagine gli investigatori americani hanno spiegato comunque di avere una visibilità limitata del processo decisionale di Kiev: nonostante la forte dipendenza dal sostegno militare, di intelligence e diplomatico americano, i funzionari ucraini conservano una certa opacità nelle relazioni con le controparti statunitensi, specialmente per alcune delle loro operazioni più delicate.

Di fronte alle indiscrezioni della testata statunitense, la Casa Bianca si è mostrata cauta, consapevole del potenziale impatto che potrebbero avere sulla coalizione anti-Mosca. Eventuali indicazioni di un legame fra l'attacco e l'Ucraina, diretto o indiretto, rischierebbe infatti di rendere più difficile il mantenimento di un fronte compatto e unito a sostegno di Kiev, da anni contraria al Nord Stream perché ritenuto un rischio per la sua sicurezza nazionale. E di incrinare il già delicato rapporto fra il governo Zelensky e Berlino, suscitando l'irritazione dei tedeschi che finora hanno sì digerito la volata dei prezzi dell'energia in nome della solidarietà, ma con qualche mal di pancia. "Sull'incidente al Nord Stream ci sono tre inchieste in corso, ancora non si è arrivati ad una conclusione, aspettiamo la fine delle indagini", si è limitato a commentare il portavoce per la sicurezza nazionale americana, John Kirby.

Gli 007 Usa hanno comunque informato le controparti europee delle nuove informazioni di intelligence, augurandosi che possano fare da base alla raccolta di ulteriore materiale che consenta di raggiungere una conclusione definitiva sull'accaduto.

Le rivelazioni giocano a favore di Mosca, che per mesi ha respinto la responsabilità del sabotaggio delle pipeline. Invece di organizzare "fughe di notizie" dall'indagine sul Nord Stream, "l'Occidente deve rispondere alle richieste ufficiali della Federazione Russa", ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, in merito all'articolo del New York Times.

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