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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Gerusalemme, violenti scontri nel "giorno della rabbia": uccisi due palestinesi

Ci sono le prime vittime nelle violenze dopo la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele

Scontri sono scoppiati a Gerusalemme e nella Cisgiordania occupata tra le forze israeliane e i palestinesi, invitati a manifestare la loro rabbia dopo la preghiera del venerdì a causa del riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte del presidente Usa Donald Trump. Due palestinesi sono stati uccisi a Gaza, colpiti da spari di soldati israeliani. L’ha riferito il ministero della Sanità del territorio controllato da Hamas. L’esercito israeliano aveva in precedenza riferito di aver sparato a due persone lungo il confine, accusandole di essere “i principali istigatori di rivolte violente”.

Secondo il ministero di Gaza, il primo palestinese ucciso di chiama Mahmoud al Masri, trovato morto a Khan Yunis vicino alla barriera di sicurezza che chiude ermeticamente le frontiere d’Israele con Gaza. Un secondo, ancora non identificato, è stato ucciso in circostanze simili nell’est del territorio. Le proteste hanno anche fatto registrare oltre duecento feriti soltanto in Cisgiordania. La situazione più tesa si registra a Betlemme, Hebron, Ramallah, Nablus.

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In Cisgiordania decine di persone hanno sfilato verso gli insediamenti israeliani, dove sono scoppiati scontri con i soldati: questi ultimi hanno aperto il fuoco e hanno lanciato lacrimogeni sui manifestanti, provocando almeno 217 feriti. Di questi 162 sono stati intossicati da gas lacrimogeni, 45 contusi da proiettili rivestiti di gomma, sette colpiti da colpi di arma da fuoco e altri tre feriti in maniera diversa. A Gaza le moschee hanno invitato i palestinesi a scendere in strada e protestare per Gerusalemme, e decine di giovani si sono diretti verso le zone di confine: 14 i feriti degli scontri nella Striscia.

Per trasferire l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme ci vorranno almeno due anni, ha detto il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, a Parigi per la conferenza sul Libano. Il capo della diplomazia statunitense ha anche sottolineato come lo status finale di Gerusalemme sarà definito nei negoziati tra israeliani e palestinesi.

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