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Martedì, 23 Aprile 2024
MONDO

Israele colpisce una scuola Onu a Gaza: morti e feriti

Missile israeliano a Beit Hanun, nel nord della Striscia di Gaza: colpita una scuola dell'ente dell'Onu per i profughi, in cui avevano trovato riparo numerosi sfollati

GAZA - La guerra in Medioriente fa registrare l'ennesimo episodio di sangue e morte: l'artiglieria israeliana ha colpito oggi pomeriggio a Beit Hanun, nel nord della Striscia di Gaza, una scuola dell'Unrwa (l'ente dell'Onu per i profughi) in cui avevano trovato riparo numerosi sfollati. Fonti mediche riferiscono che ci sono decine di morti e feriti.

Altri cento palestinesi sono stati uccisi nel sedicesimo giorno dell'offensiva militare israeliana contro Gaza, portando ad almeno 746 il bilancio complessivo delle vittime palestinesi, in gran parte civili, secondo l'agenzia di stampa palestinese al-Ray vicina ad Hamas. Sull'altro fronte, secondo l'esercito israeliano, sono morti trentadue soldati, in gran parte durante i combattimenti a Gaza.

Dopo lo stop dei giorni scorsi, intanto, riprendono i collegamenti aerei Alitalia da e per Tel Aviv. E’ tornato infatti operativo il programma dei voli dal Leonardo da Vinci all'aeroporto Ben Gurion e viceversa. Il primo volo Alitalia (AZ6812) diretto in Israele partirà alle ore 14.40 da Fiumicino.

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All'orizzonte, però, si allontana ancora la possibilità di una tregua. "Per i prossimi giorni non prevedo né un cessate-il-fuoco né un ritiro dell’esercito israeliano di difesa", dice il ministro per le Scienze Yaakov Peri, ex responsabile nel settore sicurezza, sul sito web di informazione Walla. Alle truppe israeliane, spiega il ministro, serve più tempo per portare a termine la missione di distruggere i tunnel clandestini di Hamas. "Posso dire con certezza che due o tre giorni non basteranno per finire di distruggere i tunnel", ha detto.

Nella serata di mercoledì 23 luglio Hamas, per bocca del capo dell’ufficio politico, Khaled Meshaal, aveva invece fatto sperare sul cessate il fuoco, annunciando di essere pronta ad accettare una tregua umanitaria, ma solo ed esclusivamente se prima Israele avesse tolto il blocco all’enclave costiera e l’esercito si fosse ritirato.

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