Belgrado "apre" per la prima volta all'autonomia del Kosovo
E' un passo importante per la Serbia, che solo così può sperare di entrare nell'Unione Europea. Sì all'autonomia, ma no all'indipendenza
Per entrare nell'Unione Europea la Serbia deve affrontare, e risolvere, i problemi legati al Kosovo. Per la prima volta Belgardo appare realmente disponibile a ragionare su un regime di autonomia per il Kosovo, ma non all’indipendenza,. Inoltre il governo serbo pretende che venga risconosciuto uno status alla minoranza serba che abita nel nord della regione a maggioranza albanofona. C'è grande attesa per eventuali concessioni sul tema delle strutture di governo parallele serbe presenti nel nord del Kosovo.
Il premier Ivica Dacic ammette che Belgrado è stata costretta ad affrontare di petto l'argomento: "Stiamo riconoscendo l’esistenza di una comunità serba in Kosovo e quindi la sua autonomia. Stiamo ammettendo che esistono autorità di Pristina. Se questa non è una concessione, allora non so proprio che cosa lo sia”. Dacic ha poi confermato che oggi a Bruxelles riprendono i colloqui tecnici fra Belgrado e Pristina.
"Noi abbiamo bisogno di istituzioni che siano riconosciute sia da Belgrado sia da Pristina", ha detto Dacic sottolineando come "per la prima volta" vi sia ora "una proposta di autonomia per la comunità serba del Kosovo che non è riconosciuto (dalla Serbia, ndr) come stato indipendente".
Il 20 dicembre scorso i media avevano riferito di una "piattaforma" di base per il dialogo, in cui si auspica per i serbi del Kosovo un "alto grado di autonomia territoriale e politica" sul modello della Catalogna, e Belgrado non ha mai smentito tale informazione.
Un altro passo importante è l'incontro politico con il premier kosovaro Hashim Thaci, in programma il 17 gennaio nella capitale belga, alla presenza del capo della diplomazia europea Catherine Ashton.
