Ieri circa sette milioni di elettori in Serbia si sono recati alle urne per le elezioni presidenziali, legislative e municipali. A sfidarsi al ballottaggio del 20 maggio saranno Boris Tadic e Tomislav Nikolic. Il presidente uscente ha raccolto il 26,8% dei voti, riportando però solo un punto di vantaggio sul nazionalista Nikolic, che ha ottenuto il 25,6% delle preferenze, come riporta Euronews. Per quanto riguarda il voto legislativo, sembra invece essere in vantaggio il Partito serbo del progresso con il 24,1%, ottenendo 73 seggi in Parlamento, mentre il Partito democratico di Tadic ha raccolto il 22,4% dei voti (68 seggi). 

La campagna elettorale è stata caratterizzata soprattutto da temi di carattere economico. La Serbia, Paese che non è rimasto immune dalla crisi mondiale, ha un tasso di disoccupazione del 24%, e Nikolic ha promesso una migliore redistribuzione delle ricchezze. Anche l'Europa è stato uno degli argomenti toccati dalgi sfidanti. Tadic ha infatti promesso ai cittadini che entreranno nell'Unione entro 5 anni, dopo che a marzo la Serbia ha ottenuto lo status ufficiale di Paese candidato all'adesione nel'Unione. 

Il Partito democratico è al potere dal 2000 e Tadic, il presidente uscente, ha già sconfitto Nikolic alle elezioni del 2004 e del 2008. Il candidato conservatore, che quattro anni fa ha lasciato il Partito radicale serbo, si è spostato su posizioni più moderate, accettando anche l'opzione europea.