Questo fine settimana, insieme ai francesi e ai greci, anche i cittadini serbi si recheranno alle urne per scegliere il proprio presidente. I candidati sono dodici, ma la vera sfida si giocherà al ballottaggio del 20 maggio, dove probabilmente si scontreranno il capo di Stato attuale, Boris Tadic, e Tomislav Nikolic. Filoeuropeo il primo, nazionalista il secondo, i due si sfideranno a colpi di voti per la terza volta consecutiva, come riporta Euronews. 

Dal 2008, anno in cui si è allontanato dai radicali, Nikolic si è spostato su posizioni più moderate, sempre filorusse, ma non più contrarie all'integrazione europea. Secondo i primi sondaggi, sembra certa una rielezione di Tadic, che dovrebbe riuscire ad ottenere il 36% dei voti. Il suo ultimo mandato è stato infatti caratterizzato dall'arresto degli ultimi ricercati per crimini di guerra e dalla ripresa dei dialoghi con il Kosovo. Per vincere al ballottaggio i due candidati dovranno probabilmente trovare un accordo con il Partito socialista serbo e il suo candidato alle presidenziali, Ivica Dadic.

A marzo la Serbia ha ricevuto lo status di paese candidato all'adesione nell'Unione Europea, e la campagna elettorale, che si chiuderà ufficialmente a mezzanotte, è stata caratterizzata prevalentemente da temi economici e sociali, a fronte di un tasso di disoccupazione del 24%, come riporta l'Ansa. La questione del Kosovo è invece rimasta in secondo piano. 

Oltre alle elezioni presidenziali, domenica si terranno in Serbia anche quelle legislative. Il presidente Tadic aveva infatti rassegnato le proprie dimissioni proprio per consentire un'accorpamento delle due tornate elettorali, in modo da risparmiare i fondi necessari per resistere a questo momento di crisi. A livello locale, si voterà per il rinnovo del parlamento regionale della Voivodina, e per l'elezione di alcuni sindaci, tra cui quello di Belgrado.