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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Manca l'accordo sui fondi, il governo degli Stati Uniti "chiude": scatta lo shutdown

Via alla chiusura parziale dei servizi dell'amministrazione federale. La Casa Bianca accusa i democratici di aver preso in ostaggio i cittadini americani

Nel giorno del primo anniversario dell’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca, negli Stati Uniti entra in vigore lo shutdown, in assenza di un compromesso sul bilancio. Al Senato i repubblicani, maggioritari con 51 seggi, non sono riusciti a convincere i democratici per ottenere il minimo dei 60 voti necessari a superare l’ostacolo.

La chiusura parziale dell’amministrazione federale americana è entrata in vigore alla mezzanotte, alle 6 in Italia, dopo il fallimento di un ultimo tentativo di compromesso sul bilancio malgrado le frenetiche trattative tra repubblicani e democratici e l’intervento del presidente americano. Impossibile ancora prevedere quanto a lungo resteranno chiusi i servizi cosiddetti non essenziali dell’amministrazione federale.

La Casa Bianca ha accusato i democratici di aver preso in ostaggio gli americani. “Questa sera (i democratici al Senato) hanno messo la politica davanti alla sicurezza nazionale”, ha indicato Sara Sanders, portavoce di Donald Trump. “Non negozieremo sullo status dei migranti irregolari mentre i democratici prendono in ostaggio i cittadini rispettosi del diritto con le loro richieste irresponsabili”, ha aggiunto Sanders.

Per la prima volta dall’ottobre 2013, quando il presidente era Barack Obama, il governo federale degli Stati Uniti si trova quindi in una situazione di paralisi. Come successo oltre quattro anni fa, il cosiddetto “shutdown” vede repubblicani e democratici scontrarsi sulla legislazione che va approvata per continuare a finanziare le attività del governo. Ma cosa è successo stavolta? Giovedì 18 gennaio la Camera Usa ha approvato una legislazione d’emergenza per finanziare il governo fino al 16 febbraio prossimo; il Gop non è riuscito però ieri sera ad avere i voti necessari al Senato. Il partito repubblicano controlla tutte e due le aule del Parlamento (oltre alla Casa Bianca) ma al Senato aveva bisogno del voto di almeno nove democratici per raggiungere i 60 “sì” necessari per approvare la legislazione di emergenza.

Negli Stati Uniti l’anno fiscale inizia il primo ottobre. In mancanza di un accordo su una legislazione sulla spesa annuale, da allora la pubblica amministrazione ha funzionato grazie a finanziamenti provvisori garantiti da una cosiddetta “continuing resolution”. Una prima scadenza c’è stata l’8 dicembre ma i finanziamenti sono stati estesi a oggi, 19 gennaio. Quindi adesso cosa succede? Il direttore dell’Ufficio per la gestione e il bilancio della Casa Bianca ha spiegato che questa volta i parchi nazionali resteranno aperti ma la spazzatura non verrà raccolta. La protezione dei confini verrà garantita “ma gli agenti non verranno pagati. Anche i soldati e i vigili del fuoco lavoreranno, ma non verranno pagati”, ha detto Mulvaney in modo però fuorviante; in passato i dipendenti pubblici che hanno lavorato durante uno shutdown hanno poi ricevuto compensi retroattivi.

Come spiegato da un documento del Congressional Research Service, dal 1981 ci sono stati 12 shutdown con una durata che è spaziata da uno a 21 giorni. Sotto la presidenza Clinton ce ne furono due, uno da cinque giorni nel novembre 1995 e uno da 21 tra il dicembre di quell’anno e il gennaio 1996. Prima del 1981, il governo federale continuava a funzionare anche senza i fondi necessari; le spese sostenute venivano coperte retroattivamente.

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