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Giovedì, 25 Aprile 2024
SIRIA / Siria

Siria, caccia abbattuto, sale la tensione tra Ankara e Damasco

La Nato prende le difese di Ankara. Assad ammette di essere in guerra, e Erdogan intima alla Siria di non violare le frontiere

L'abbattimento del caccia turco ad opera della cotraerea siriana rischia di diventare qualcosa in più di una crisi diplomatica.

I paesi della Nato riuniti a Bruxelles si sono schierati a fianco di Ankara. “Mi aspetto che la situazione non continui in questa escalation” ha dichiarato il segretario generale Anders Rasmussen, come riporta il sito di Euronews. “Quello che abbiamo visto è un atto del tutto inaccettabile”. 

Misteri sull'incidente - Nonostante la presa di posizione dell'Alleanza Atlantica, non è stata ancora fatta chiarezza sulla vicenda, e le autorità siriane e turche riportano versioni discordanti. Secondo Ankara l'aereo, un F4 disarmato, sarebbe stato abbattutto mentre effettuava una missione di ricognizione nello spazio aereo internazionale. Damasco invece sostiene che il velivolo era entrato nello spazio aereo siriano. La stessa agenzia russa Ria Novosti, citata dal quotidiano francese Le Parisien, appoggia la tesi di Damasco, affermando che il caccia era in missione per conto della Nato. 

La presa di posizione di Ankara - “Le regole d’ingaggio per le forze armate turche sono cambiate dopo questo episodio” ha tuonato il premier turco Recep Tayyip Erdogan. “Ogni soggetto militare che si avvicini al confine turco dalla Siria e ponga rischi per la sicurezza, sarà visto come una minaccia e trattato come un obiettivo militare”. 

Damasco, "stato di guerra" - Intanto Bashar al Assad ha ammesso la gravità del conflitto che da 15 mesi sta logorando il Paese. “Siamo a tutti gli effetti in stato di guerra” ha dichiarato il presidente nell'occasione della riunione del nuovo governo. “In una situazione del genere tutte le nostre politiche e ogni settore e comparto del Paese devono essere concentrati sulla vittoria di questa guerra”. 

La mediazione di Teheran - Anche l'Iran, antico alleato di Damasco, ha proposto di vestire il ruolo del mediatore tra Siria e Turchia. “Utilizzeremo i buoni rapporti che abbiamo con i due Paesi per risolvere questo problema”, ha dichiarato il portavoce del ministro iraniano degli Esteri Ramin Mehmanparast. 

Questo episodio è solo l'ultimo atto di una lunga stagione di tensioni createsi tra la Turchia e la Siria, un tempo alleate. Le relazioni tra i due Paesi sono peggiorate dopo che Ankara ha iniziato ad ospitare i profughi provenienti dalla Siria e gli oppositori del regime di Bashar al Assad. Inoltre, stando a quanto riportato su un articolo pubblicato poche settimane fa sulla stampa britannica, Ankara avrebbe anche sostenuto materialmente i ribelli siriani coprendo un traffico di armi proveniente da Qatar e Arabia Saudita. 

La Nato ha escluso al momento la possibilità di un intervento militare, escludendo quindi una 'soluzione' libica. Anche se alcuni Paesi, come la Francia, avevano accarezzato l'ipotesi di un intervento armato con l'appoggio dell'Onu, questa strada non sembra praticabile, in quanto Russia e Cina hanno ribadito più volte la loro contrarietà al progetto. Inoltre è ancora molto forte il ricordo dell'attacco contro la Libia dove, nonostante la caduta del raìs Gheddafi, continua a persistere un clima di instabilità politica. 

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