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Venerdì, 19 Aprile 2024
SIRIA / Siria

Siria, Hollande: "Pronti ad intervenire se verranno usate armi chimiche"

Il ministro degli Esteri siriano al 'The Independent': "elementi esterni" che si nascondono dietro alla crisi nel Paese

L'utilizzo di armi chimiche da parte di Damasco costituirebbe “per la comunità internazionale una causa legittima per un intervento diretto”. Con queste parole il presidente francese François Hollande si allinea con la posizione di Stati Uniti e Gran Bretagna, mentre il ministro degli Esteri siriano accusa l'Occidente di aver interferito negli affari interni del Paese. 

Parlando di fronte a 200 ambasciatori riuniti all'Eliseo, il premier francese si è espresso molto chiaramente. “Conosco la difficoltà del compito, misuro i rischi, ma il problema va al di là della Siria. Riguarda la sicurezza in Medio Oriente, e in particolare l'indipendenza e la stabilità del Libano”.  

Parigi pronta a riconoscere i ribelli - Hollande ha inoltre assicurato che la Francia “riconoscerà il governo provvisorio della nuova Siria, una volta che si sarà formato”, come scrive Le Parisien

Damasco non userà armi chimiche -  Se Damasco avesse a disposizione armi chimiche, non le userebbe contro il suo stesso popolo. A dirlo è Walid Muallem, ministro degli Esteri siriano, in un'intervista rilasciata al giornale britannico The Independent

La crisi siriana sarebbe nata a seguito di “richieste legittime” della popolazione, alle quali è stato risposto con “leggi, riforme e anche una nuova costituzione”. Successivamente però “elementi esterni” avrebbero usato queste rivendicazioni per “dirottare il programma pacifico del popolo”. 

“Io dico agli europei: 'Non capisco i vostri slogan a favore del popolo siriano quando invece state sostenendo 17 risoluzioni che vanno contro il loro interesse'. Dico inoltre agli americani: 'Dovete leggere bene ciò che avete fatto in Afghanistan e in Somalia. Non capisco i vostri slogan sulla lotta al terrorismo internazionale quando voi state appoggiando questo stesso terrorismo in Siria'”. 

"Violenze in Siria provenienti da elementi esterni" - Muallem è molto chiaro: il 60% delle violenze in corso in Siria sarebbero da attribuire ad elementi esterni, provenienti essenzialmente da Turchia, Qatar e Arabia Saudita, Paesi alleati degli Stati Uniti. 

Rapporti con l'Iran - “All'inizio della crisi ci è stato detto da alcuni inviati occidentali che le relazioni tra la Siria e l'Iran, tra la Siria e Hezbollah, tra la Siria e Hamas, erano le questioni più importanti che si trovavano dietro alla crisi. E che se avessimo risolto questi problemi, gli Stati Uniti ci avrebbero aiutato” racconta Muallem. “Nessuno ci ha però spiegato perchè alla Siria è proibito avere delle relazioni con l'Iran quando molti, se non tutti, i Paesi del Golfo hanno dei rapporti molto importanti con l'Iran”. 

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