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Giovedì, 25 Aprile 2024
SIRIA / Siria

Siria, l'Onu condanna l'attacco in territorio turco

Ankara favorevole ad eventuali operazioni militari, ma i cittadini turchi scendono in piazza per protestare contro la guerra

Sembrano essersi momentaneamente placati i venti di guerra tra Damasco ed Ankara. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha condannato la Siria per l'attacco avvenuto ad Akcakale, villaggio turco posto lungo la frontiera tra i due Paesi, nel quale hanno perso la vita 5 persone, e al quale Ankara aveva risposto con bombardamenti di ritorsione.

In un comunicato, riportato sul sito della Bbc, i Quindici delle Nazioni Unite hanno sottolineato come la crisi siriana stia avendo un duro impatto sulla “pace e sulla stabilità della regione”, ed hanno chiesto a Damasco che “simili violazioni delle leggi internazionali cessino immediatamente e non si ripetino”. Al governo siriano è stato inoltre chiesto di “rispettare la sovranità e l'integrità territoriale dei suoi vicini”. 

Le scuse della Siria - Damasco ha presentato le sue scuse ma Bashar Jaafari, rappresentante della Siria all'Onu, ha criticato la comunità internazionale per il suo silenzio sugli “attacchi suicidi che hanno colpito la città di Aleppo”, e che hanno provocato la morte di decine di civili. 

La Turchia dice sì ad eventuali operazioni militari - Intanto il parlamento turco ha dato il via libera ad eventuali operazioni militari da condurre in territorio siriano, autorizzazione che ha una durata di un anno. Il premier, Recep Tayyip  Erdogan, ha però detto di non voler iniziare un conflitto armato contro Damasco. “Vogliamo la pace e la sicurezza, nient'altro. Non siamo interessati a far scoppiate una guerra”. Il primo ministro ha però anche lanciato un avvertimento: “La Repubblica turca è in grado di difendere i suoi cittadini e i suoi confini”. 

Manifestazioni contro la guerra - Proprio ieri migliaia di cittadini turchi sono scesi nelle strade di tutto il Paese per protestare contro un possibile conflitto armato. “No alla guerra! Pace ora! Non saremo i soldati degli imperialisti!” hanno gridato i manifestanti riuniti a piazza Taksim, ad Istanbul.  “Gli Stati Uniti vogliono che la Turchia entri in guerra contro la Siria perchè in America si stanno avvicinando le elezioni – ha spiegato l'attivista Bedri Baykam – Obama non vuole mandare le sue truppe così viene usato l'esercito turco, ma noi non vogliamo prendere parte a questo spargimento di sangue in Medio Oriente”. 

 

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