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Giovedì, 18 Aprile 2024
SIRIA / Siria

Siria, denunciati 27 centri di tortura nel Paese

E' quanto rivela un report di Hrw, mentre Assad si scusa per l'abbattimento del caccia turco

Mentre il presidente siriano Bashar al Assad cerca di placare l'ira di Ankara per l'abbattimento del caccia turco, l'organizzazione Human Rights Watch pubblica sul proprio sito un report che dimostrerrebbe l'esistenza di veri e propri centri di tortura sparsi per tutto il Paese. 

Rammarico per l'incidente - “Abbiamo appreso che l'aereo era turco dopo averlo abbattuto”, ha dichiarato il premier in un'intervista rilasciata al quotidiano Cumhuriyet. Per Damasco il velivolo avrebbe varcato i confini siriani, mentre secondo Ankara il caccia sarebbe stato colpito mentre si trovava nello spazio aereo internazionale. 

“Vogliamo pensare che si sia trattato di un errore del pilota, e vogliamo considerarlo come un incidente isolato che non deve essere gonfiato”, ha continuato Assad, come riporta il sito della Bbc. “Posso dire al 100%: se solo non lo avessimo fatto”

Centri di tortura - Mentre con questa intervista il presidente siriano cerca di porre un freno alla tensione che potrebbe portare ad un allargamento del conflitto ben oltre i confini siriani, proprio oggi Human Rights Watch ha pubblicato un report di 81 pagine volto a dimostrare l'esistenza di veri e propri centri di tortura sparsi in tutto il Paese. 

Il documento è stato redatto sulla base di 200 interviste raccolte tra ex detenuti, testimoni o vittime in prima persona di queste violenze.

“Mi hanno costretto a spogliarmi” ha dichiarato un giovane, recluso a giungo in uno di questi centri nella regione di Idlib. “Hanno usato due cavi agganciati ad una batteria da automobile per darmi una scossa elettrica. Per due volte hanno usato delle pistole stordenti sui miei genitali”, continua il giovane. “Ho pensato che non avrei mai più visto la mia famiglia. Mi hanno torturato in questo modo per tre volte in tre giorni”. 

Sarebbero stati individuati ben 27 centri di tortura. Le vittime sarebbero soprattutto giovani tra i 18 e i 35 anni, ma non mancano casi di violenza contro donne, bambini e anziani.

Proprio sulla base di questo report, Human Rights Watch ha chiesto alle Nazioni Unite di fare appello alla Corte Penale Internazionale affinchè vengano applicate delle sanzioni. Sembra quindi sempre più difficile trovare una soluzione a questo conflitto, che sembra destinato ad allargarsi e a coinvolgere attori esterni. 

(Foto: Human Rights Watch)

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