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Giovedì, 25 Aprile 2024
IRAQ / Iraq

Iraq, saranno mille i militari italiani: secondo contingente dopo gli Usa

L'Italia è pronta a schierare altri soldati contro il sedicente Stato Islamico. Obiettivo della missione è la difesa dei lavori per la diga di Mosul. E Renzi incassa il plauso di Kerry: "Italia stupenda, è il miglior partner possibile"

L'Italia è pronta a schierare altri soldati contro il sedicente Stato Islamico in Iraq diventando così il secondo contingente nel Paese dopo le forze statunitensi. Ad oggi, scrive Repubblica, sono circa 700 i militari operativi in Iraq, fra Erbil, Bagdad, Kirkuk e le forze dell’Aeronautica basate in Kuwait.

Ad essi si affiancheranno altri 450 soldati e forse altri 130 operatori di soccorso con elicotteri attrezzati per il recupero dei servizi e un campo di assistenza.

Obiettivo della missione, infatti, è la difesa dei lavori per la diga di Mosul, dopo che Bagdad "ha finalmente sciolto le riserve affidando alla Trevi di Cesena l'appalto per l'intervento di restauro".

Iraq, partono i bombardamenti Usa

Sul contingente impegnato nelle operazioni di soccorso si pronuncerà venerdì il consiglio dei Ministri: se arriverà il via libera "significa che sotto il tricolore opereranno quasi 1.300 militari, di cui 900-1000 in Iraq". Per finanziare l’operazione nella legge di stabilità è stato accantonato uno stanziamento extra di 600 milioni. Soldi che però potrebbero non bastare nel caso di un’operazione militare in Libia.

La "coalizione" bombarda Falluja

Proprio della difficile situazione libica si sta occupando in questi giorni lo "Small Group" della coalizione anti-Isis riunito a Roma. Ieri il ministro degli Esteri transalpino, Laurence Fabius, ha escluso un intervento militare della Francia, almeno fino a quando non sarà costituito un governo di unità nazionale (su cui la coalizione voterà l'8 febbraio), "poi si deciderà quali mezzi adottare".

Donne siriane in fuga dall'Isis strappano il velo | Foto da Twitter

Fabius ha poi aggiunto che l'Italia "come è logico" è interessata a una soluzione della crisi libica e ha assunto "una sorta di leadership" nel processo che punta a una fine della crisi. 

E ieri Renzi ha incassato anche il plauso del segretario di stato USA John Kerry che ha ringraziato l'Italia definendola "stupenda" nel suo "impegno con gli aiuti umanitari in Siria e in Iraq. E’ il miglior partner possibile".
 

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