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Giovedì, 25 Aprile 2024
"Vietato restare a guardare" / Ucraina

Chi sono (e da dove vengono) i volontari andati a combattere in Ucraina

Arrivano dall'estero per scontrarsi contro i russi nella legione internazionale. Sono ex militari o veterani, ma anche semplici cittadini senza un adeguato addestramento militare. Le loro storie

Non è difficile, almeno da un punto di vista "burocratico", andare a combattere in Ucraina contro i soldati di Mosca, unendosi alla legione internazionale, un'unità speciale formata da foreign fighters creata dai ministeri della difesa e degli esteri di Kiev per i volontari stranieri che vogliono unirsi alla causa ucraina. Oltre a una buona (e scontata) dose di coraggio, chi vuole farne parte deve avere un equipaggiamento di base, ma non è richiesta un'esperienza militare pregressa, né un addestramento particolare. Si riceve un rimborso spese per il viaggio e un piccolo stipendio.

I governi occidentali hanno lanciato avvertimenti sulla pericolosità di una scelta del genere, sconsigliandola, e non sostengono attivamente i volontari che vanno a combattere al fianco degli ucraini (o dei russi). Partire, dunque, è frutto di una decisione personale. D'altra parte, andare a combattere all'estero non è un reato, a meno che non lo si faccia per organizzazioni terroristiche. Per arruolarsi è necessario prendere contatto con l'ambasciata ucraina nel proprio paese ed essere pronti a partire alla volta di Leopoli, città dell'Ucraina occidentale a pochi chilometri dal confine con la Polonia: è da qui che la legione straniera comincia ad operare, spostandosi poi verso est, nelle zone più calde del conflitto.

I primi foreign fighters volontari sono già operativi in Ucraina. L'account ufficiale delle forze armate di Kiev ha pubblicato alcune foto che ritraggono i primi soldati della legione internazionale arrivati dai paesi esteri per combattere, schierati a difesa della capitale. Secondo le forze armate locali, ci sono persone provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Svezia, Lituania, Messico, Portogallo, Brasile e India, oppure da stati post sovietici come Georgia e Bielorussia. Alcuni sono ex militari o veterani di guerra, ma ci sono anche normali cittadini senza un adeguato addestramento militare, arrivati in un teatro di guerra dopo aver lasciato i loro paesi, le loro famiglie e il loro lavoro.

I volontari andati a combattere in Ucraina. Foto Twitter @ArmedForcesUkr

Chi parte per combattere in Ucraina e perché?

Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sono già 16mila gli stranieri che si sono offerti di far parte della legione internazionale per combattere contro i soldati di Mosca, dopo l'appello lanciato dal suo ministro degli esteri, Dmytro Kuleba. "Questa è la nostra patria, non potevamo rimanere nelle nostre comode vite in America a guardare cosa sta succedendo qui", ha raccontato Vasyk Didyk, un ragazzo ucraino di 26 anni residente a New York. Accompagnato dal suo amico Igor Harmaii, ha viaggiato un giorno intero per raggiungere la Polonia, prima di tornare in patria portando con sé soltanto uno zaino di tela e un trolley. Non ha un addestramento militare ed è arrivato in Ucraina nonostante i suoi genitori, che non vivono lì, hanno pianto al telefono quando hanno sentito che si stava unendo alla lotta. "Non tornavo in Ucraina da quattro anni, ma non è stata nemmeno una scelta. Dovevo venire ad aiutare il mio paese", ha detto.

Non è l'unico a pensarla così. Il muratore britannico Jake Dale ha affermato che l'invito agli stranieri a unirsi alla legione internazionale ucraina lo ha ispirato a prenotare un volo per la Polonia venerdì scorso. È partito da Milton Keynes, a più di 1.200 miglia a ovest di Shehyni (il valico di frontiera ucraino con la Polonia), ed è arrivato in Ucraina sabato pomeriggio. "Appena ho sentito la chiamata di Zelensky, ho capito che c'era bisogno di aiuto - ha detto il 29enne prima di partire, dalla casa che condivide con la sua ragazza e due bambini -. Rischio la vita ma per una buona causa. Ovviamente la mia fidanzata si arrabbia, come farebbe chiunque altro, ma alla fine mi sostiene".

Decine di persone stanno arrivando in Ucraina per combattere contro i russi anche dagli Stati Uniti e dal Canada. "Sentivo di dover fare qualcosa", dice senza troppi giri di parole un cuoco canadese di 33 anni. "Non voglio essere un eroe o un martire, voglio solo fare qualcosa di giusto", afferma uno studente di giornalismo arrivato in Ucraina da New York. Ha solo 23 anni. "Se sono disposti a difendere la democrazia, penso che coloro che beneficiano di una società democratica hanno il dovere di sostenerli", racconta uno sviluppatore di software del Texas pronto a combattere per Kiev.

I timori per i militanti estremisti

Quello dei foreign fighters non è un fenomeno nuovo per l'Ucraina. Anche nel 2014 con la guerra del Donbass c'è stato un afflusso di combattenti stranieri stimato in oltre 17mila unità provenienti da 55 paesi: hanno combattuto sia dalla parte ucraina che da quella russa. "Dall'Occidente sarebbero arrivate circa mille persone: una parte a sostegno delle forze nazionali ucraine e una parte in difesa delle milizie separatiste filo-russe", spiega l'Ispi, istituto per gli studi di politica internazionale. In quell'occasione erano partiti circa 50-60 combattenti dall'Italia, quasi tutti "maschi adulti con livello socio-economico medio-basso e senza familiari al seguito".

Perché si parte volontari? Le motivazioni sono differenti: a volte economiche, a volte politiche, con un 50-80% che avrebbe avuto posizioni di estrema destra ma si sarebbe schierato in parte con l'Ucraina e in parte con la Russia. "In questo contesto - osserva l'Ispi - i rischi potrebbero aumentare ulteriormente con lo scoppio della guerra in tutta l'Ucraina. Combattenti stranieri che avevano abbandonato questo teatro potrebbero farvi ritorno. In aggiunta, altri volontari potrebbero mobilitarsi. Non si può escludere che il protrarsi della crisi in Ucraina possa condurre a una nuova ondata di foreign fighters, composta da volontari intenzionati a offrire il proprio contributo personale all'evoluzione del conflitto - continua l'istituto -. Come già accaduto nel 2014-2015, a partire per l'Ucraina potrebbero essere anche militanti estremisti, potenzialmente pericolosi per i loro stessi paesi di origine e per altri stati".

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