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Giovedì, 18 Aprile 2024
La polemica / Turchia

Soldi dalla Philip Morris per le vittime del terremoto, gli attivisti anti-tabacco protestano

Le donazioni della multinazionale americana alla Turchia sollevano critiche: "Vogliono solo ripulire la loro immagine"

Un gesto di solidarietà o un modo per farsi pubblicità? Sta facendo discutere una donazione della Philip Morris International (Pmi) dopo i recenti terremoti che hanno colpito la Turchia e la Siria. La multinazionale del tabacco ha offerto 1,8 milioni di euro al governo di Ankara per sostenere gli "aiuti umanitari immediati e la ripresa a lungo termine" del Paese. Ma il gruppo europeo anti-tabacco è insorto e ha criticato questa mossa sostenendo che dietro si nascondano attività di lobbying della multinazionale.

La donazione ha sollevato le proteste anche della stessa comunità turca per il controllo del tabacco che si è mostrata preoccupata per quest’azione di "responsabilità sociale" della Pmi. Secondo la Rete europea per la prevenzione del fumo e del tabacco (Ensp), l’obiettivo della Philip Morris sarebbe in realtà quello di fare lobby e accattivarsi il governo affinché legalizzi la vendita e probabilmente anche la produzione di nuovi prodotti a base di tabacco e nicotina nel mercato turco.

Il segretario generale della rete, Cornel Radu-Loghin ha dichiarato ad Euractiv che i cittadini turchi "hanno chiesto alla nostra organizzazione e ad altre organizzazioni di fare tutto il possibile per convincere il governo turco a non accettare i soldi dell'industria del tabacco". L’ente europeo ha quindi invitato il governo di Recep Tayyip Erdogan, anche lui scettico di fronte ai nuovi prodotti di tabacco, a rifiutare il denaro, esortando la comunità internazionale a fornire forme di aiuto alternative. "Ci sono molti altri modi per aiutare la Turchia senza usare i soldi del tabacco", ha osservato Radu-Loghin.

Secondo il Segretario generale queste donazioni da parte dell’industria del tabacco violerebbero l’articolo 5.3 della Convenzione quadro dell’Oms sul controllo di tabacco di cui, fra l’altro, la Turchia fa parte. L'articolo in questione vieta tutte le tattiche e le interferenze delle aziende del settore nella definizione delle politiche pubbliche allo scopo di aumentare il consumo di tabacco.

A sostegno delle accuse, un rapporto dell’Ensp ha evidenziato come l’industria starebbe di recente utilizzando questi programmi di responsabilità sociale come uno strumento di lobbying. Le donazioni sarebbero "generalmente concentrate nei grandi mercati maturi, nei Paesi produttori di tabacco e nei Paesi in cui le politiche governative di controllo del tabacco sono diventate controverse, come la Turchia", si legge nel rapporto.

Sul fronte opposto la Pmi ha respinto le accuse affermando che si tratta di soldi per aiutare le persone in difficoltà e che non c’è alcun piano nascosto dietro questa semplice opera di bene. "L'affermazione secondo cui la nostra donazione dovrebbe essere rifiutata è assurda", ha detto la multinazionale americana in una risposta inviata per e-mail a Euractiv. "Siamo al fianco del popolo turco e ci impegniamo a fare tutto il possibile in questo momento difficile", ha poi concluso la Pmi.

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