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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Spagna, quando Barcellona costa un occhio della testa

Spopola sul web la campagna di un ragazzo italiano, dal 1990 sono 25 le persone ferite dai proiettili di gomma usati dalla polizia spagnola

“Vacanza a Barcellona, potrebbe costarti un occhio della testa”. E’ questo il nome della campagna lanciata da un ragazzo italiano di 26 anni, Nicola Tanno, un giovane che ha perso un occhio a causa dei proiettili di gomma sparati dai Mossos d’Esquadra, corpo di polizia autonoma della Catalogna. Dal luglio 2010 sono tre i nostri connazionali che hanno subito questo tipo di lesioni, come riporta il giornale spagnolo El Economista.


Nicola si trovava a Barcellona e stava festeggiando la la vittoria della Spagna nei mondiali di calcio quando è stato colpito da uno di questi proiettili. Il ragazzo ha sporto denuncia ma, come spiega al quotidiano La Repubblica, il suo caso rischia di essere archiviato, in quanto non è possibile risalire al poliziotto che lo ha colpito. Simile a quella di Nicola è la storia degli altri due ragazzi italiani, rimasti feriti durante lo sciopero generale di Barcellona.


La campagna vuole mobilitare le autorità italiane , accusate di non aver mosso un dito per aiutare i propri connazionali. “In tutto ciò ci domandiamo: ma il Consolato Italiano a Barcellona a cosa serve? Si sta adoperando per dare ai tre italiani tutto il proprio supporto?”. Nella petizione si chiede “al Ministero degli Esteri di impegnarsi attivamente, mediante tutti i canali ufficiali diplomatici affinché sia fatta luce sull’accaduto e vengano puniti i responsabili”.

Dal 1990 sono 25 le persone che hanno perso un occhio a causa di queste armi, 6 solo negli ultimi 3 anni. A questi feriti va aggiunta anche la morte di Iñigo Cabacas Liceranzu, un 28enne ucciso a Bilbao freddato da questi proiettili di gomma. In Spagna nessuno è stato ancora condannato per questi crimini, dato che non sembra possibile individuare coloro che hanno ferito i ragazzi.

La campagna sta facendo il giro del web, e in meno di 24 ore già mille persone hanno firmato la petizione.

(Foto: Vacanze a Barcellona)
 

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