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Venerdì, 29 Marzo 2024
La guerra delle materie prime

Mosca avverte l'Ue: "Con il tetto ai prezzi niente gas dalla Russia"

Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, risponde a von der Leyen che oggi ha sollecitato l'introduzione di un price cap sul gas che importiamo da Mosca. Intanto i Paesi del G7 hanno raggiunto un accordo per colpire il petrolio russo

Il tetto al prezzo del gas auspicato da Draghi e chiesto a gran voce dal governo italiano per contrastare gli aumenti vertiginosi dei prezzi potrebbe vedere la luce molto presto. Ma quale sarà l'intervento che alla fine verrà messo in campo? Sull'argomento vanno registrate le parole pronunciate oggi da Ursula von der Leyen. "Sono delle ferma convinzione che è tempo di mettere un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa" ha detto questa mattina la presidente della commissione europea ai giornalisti a margine di un incontro dei deputati conservatori nella città di Murnau, in Baviera.

Il tetto ai prezzi di cui ha parlato la presidente della commissione Ue però si applicherebbe solo al gas che arriva da Mosca. Von der Leyen ha quindi rimarcato la necessità di contrastare quelli che ha indicato come i tentativi del presidente russo, Vladimir Putin, di manipolare il mercato dell'energia europeo. Dichiarazioni che arrivano a pochi giorni di distanza dall'apertura di Berlino proprio sul price cap. I ministri dell'Energia Ue si incontreranno il 9 settembre per fare il punto sulla crisi. Al centro dei colloqui ci sarà proprio il rapido aumento dei costi dell'energia.

Medvedev: "Con il price cap niente gas dalla Russia"

La risposta di Mosca è arrivata a stretto giro. Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, ha reagito alle parole della presidente della commissione Ue spiegando che il gas russo "non ci sarà in Europa se l'Ue deciderà di introdurre un price cap". Medvedev ha avvertito: "Sarà come per il petrolio. Semplicemente non ci sarà più gas russo in Europa".

Come spiega su Twitter Matteo Villa dell'Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), con i prezzi schizzati verso l'alto "ad agosto Gazprom ha incamerato" 265 milioni al giorno, "il triplo rispetto a tempi normali". Si tratta di un'entrata "enorme" e pari al "35-40% di tutte le entrate da idrocarburi attuali". Un price cap solo sul gas russo non sarebbe indolore per l'Europa. Se Mosca dovesse interrompere del tutto le forniture verso l'Ue (che sono pari a circa il 15% di tutto il gas che importiamo) potrebbe infatti esserci una nuova impennata dei prezzi sul mercato. E non è neppure detto che ci sia abbastanza gas per compensare le importazioni dalla Russia.

L'idea di fissare un tetto su rinnovabili, nucleare e carbone

L'Ue però potrebbe seguire un'altra strada. Come spiega EuropaToday, a Bruxelles circola una bozza su cui la Commissione europea sta lavorando per contenere i costi delle bollette. L'idea alternativa al price cap sul gas russo è quella di fissare un tetto al prezzo di rinnovabili, nucleare e carbone. Una misura che da un lato potrebbe consentire agli Stati di risparmiare denaro da riutilizzare per sostenere i consumatori più esposti al caro bollette. E dall'altro, da accompagnare con provvedimenti che non limitino solo il consumo del gas, come già concordato, ma anche quello più generale di energia elettrica (ne parliamo qui). 

Il price cap sul petrolio

Intanto è di oggi la notizia che i Paesi del G7 hanno trovato l'accordo sull'introduzione di un tetto al prezzo per gli acquisti globali di petrolio dalla Russia. La notizia, anticipata dall'agenzia Bloomberg, è stata poi confermata da una dichiarazione dei ministri delle finanze del G7 al termine dell'incontro di oggi. Nel comunicato i ministri del G7 sottolineano "la nostra intenzione politica congiunta di finalizzare e attuare un divieto globale di servizi che consentano il trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi di origine russa a livello globale".

"La fornitura di questi servizi - prosegue la nota - sarebbe consentita solo se il petrolio e i prodotti petroliferi sono acquistati a un prezzo o inferiore a un tetto di prezzo determinato dall'ampia coalizione di paesi che aderiscono e attuano il limite di prezzo. Il price cap è specificamente progettato per ridurre le entrate russe e la capacità della Russia di finanziare la sua guerra di aggressione, limitando al contempo l'impatto della guerra della Russia sui prezzi globali dell'energia, in particolare per i paesi a basso e medio reddito, consentendo solo ai fornitori di servizi di continuare a fare affari relativi al petrolio marittimo russo e ai prodotti petroliferi venduti a o al di sotto del limite di prezzo".

Il Cremlino: "Venderemo il greggio altrove"

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha fatto sapere che un tetto massimo al prezzo del petrolio, come proposto dagli Stati del G7, causerà una "destabilizzazione" dei mercati dell'energia e spingerà Mosca a vendere "altrove" il suo greggio. Secondo il Cremlino le misure anti-russe, ovvero le sanzioni, "hanno portato a una crisi molto profonda" e a una situazione in cui gli europei "stanno comprando, spesso dagli Stati Uniti, gas liquefatto per molti soldi, completamente ingiustificati. Le società statunitensi stanno diventando più ricche mentre i contribuenti europei stanno diventando più poveri". Definendo "assurda" l'idea di un price cap sul petrolio, Peskov ha sottolineato che "la Russia sta valutando tutte le opzioni", evocando "scenari alternativi" per le sue vendite. "Semplicemente con questi principi non di mercato non interagiremo con loro"

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