rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Il ritratto / Stati Uniti d'America

La controversa storia di Jane Roe, che ha reso legale l'aborto negli Usa

La donna era riuscita, grazie all’aiuto di due avvocatesse, a garantire il diritto all'interruzione di gravidanza nel Paese. Che ora potrebbe essere rimesso in discussione

Sta creando scompiglio negli Usa la decisione della Corte suprema di annullare la sentenza Roe v. Wade del 1973, che garantisce diritto costituzionale all'aborto nel Paese, aprendo di fatto a un suo possibile divieto di diversi Stati della federazione. Il diritto all'interruzione di gravidanza fu ottenuto 49 anni fa grazie alla battaglia legale fatta a nome di Norma McCorvey (alias Jane Roe), dalle avvocatesse e attiviste Sarah Weddington e Linda Coffee, che riuscirono ad ottenere la depenalizzazione della pratica, fino ad allora illegale in molte parti della nazione. La donna però ebbe poi una improvvisa conversione religiosa, che la portò addirittura a diventare una acerrima avversaria dell'aborto, conversione che poi ha rinnegato sul letto di morte.

A soli 22 anni Norma McCorvey rimase incinta per la terza volta. Divorziata, madre single, in una situazione economica precaria, voleva abortire, ma all’epoca, era il 1969, viveva a Dallas, in Texas, dove l’interruzione di gravidanza era illegale a meno che la salute della donna non fosse a rischio. In quel periodo diversi Stati Usa avevano leggi che proibivano e criminalizzavano l'aborto. In soccorso della donna arrivarono le avvocatesse Weddington e Coffee che stavano proprio cercando un modo per combattere legalmente il bando dell'interruzione di gravidanza.

Per proteggere l'identità della donna, la causa fu presentata sotto il nome di "Jane Roe" contro il procuratore distrettuale della contea di Dallas Henry Wade, che era incaricato di far rispettare il divieto di aborto. Dopo una lunga battaglia durata quattro anni, nei quali nel frattempo MacCorvey aveva partorito e dato in adozione il figlio, le avvocatesse vinsero la causa. Con un voto di 7-2, la più alta Corte degli Stati Uniti sipronunciò a favore di Roe e stabilì la legalità dell'aborto in base a una particolare interpretazione del 14esimo emendamento, che protegge il diritto alla privacy. Con il loro pronunciamento i giudici riconobbero che il diritto costituzionale alla privacy "è abbastanza ampio da includere la decisione di una donna di interrompere o meno la sua gravidanza".

Dopo aver vinto la battaglia legale Roe ha iniziato a lavorare in una in una clinica pro-aborto e ha usato la sua fama per promuovere il diritto di interrompere una gravidanza, un diritto che è stato duramente combattuto e rosicchiato negli anni da una serie di restrizioni imposte dagli stati conservatori. L’attivista però poi cambiò radicalmente le sue opinioni in seguito ad una conversione religiosa.

Addirittura diventò una "rinata"m una cristiana ribattezzata, spiritualmente rigenerata dopo essersi pentita dei suoi peccati e essersi riconciliata con Dio. La donna si è poi unita a un gruppo anti-aborto radicale chiamato "Operation Rescue", operazione salvataggio. Tra i suoi atti di contrizione Jane Roe ha affermato di aver lasciato che le sue avvocate dichiarassero davanti alla Corte Suprema che lei era stata violentata, quando la sua gravidanza indesiderata era stata il risultato di un "incidente". Ha anche accusato una sua avvocatessa di sfruttare la sua angoscia per ottenere una vittoria legale e di rifiutarsi di aiutarla ad ottenere ciò che lei all'epoca realmente voleva: un aborto in un altro Stato, dove la procedura medica era legale.

Ma poi ci fu un ulteriore colpo di scena. Jave Roe rivelò in una sorprendente confessione sul letto di morte, registrata in un documentario, che un'organizzazione religiosa l’aveva pagata una somma esorbitante di denaro per comportarsi pubblicamente come un'attivista pro-vita, anche se lei non credeva in quella visione.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La controversa storia di Jane Roe, che ha reso legale l'aborto negli Usa

Today è in caricamento