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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Siria, bombe sulla gente in coda per il pane: almeno 60 morti

La maggior parte delle vittime sono donne e bambini. I feriti sono centinaia, 50 dei quali in condizioni critiche. L'attacco secondo alcuni osservatori è una risposta del governo alla nuova offensiva ribelle

Almeno 60 persone sono rimaste uccise in un raid aero su un panificio nella cittadina di Helfaya, nella provincia siriana di Hama. Al Arabiya in un primo momento aveva parlato di oltre 300 morti, citando testimoni oculari, secondo i quali le bombe lanciate dai Mig lealisti sarebbero cadute su un migliaio di persone in coda per comprare il pane. Poi, i Comitati di Coordinamento Locale, tra gli oppositori di Assad, hanno rivisto il bilancio delle vittime, che resta drammatico. La maggior parte delle vittime sono donne e bambini. I feriti sono centinaia, 50 dei quali in condizioni critiche.

L'attacco secondo alcuni osservatori altro non è che una risposta del governo alla nuova offensiva ribelle annunciata con l'obiettivo di cacciare l'esercito dal gruppo di città e villaggi a nord di Hama. "Halfaya - spiega via Skype l'attivista Mousab Alhamadee - è stata la prima e maggiore vittoria nella campagna di Hama. Ecco perché il regime li sta punendo in questo modo".

VIDEO: SUL LUOGO DELLA STRAGE

Ieri intanto l'inviato internazionale per la Siria, Lakhdar Brahimi, è arrivato nel Paese, passando via terra dal confine libanese. Nell'ultima visita ad ottobre era atterrato all'aeroporto di Damasco. Secondo fonti ufficiali libanesi, oggi Brahimi dovrebbe incontrare il ministro degli Esteri siriano Walid al Muallem, e domani il presidente Bashar Assad.

Secondo un bilancio provvisorio dell'Osservatorio siriano per i diritti umani nella sola giornata di ieri in tutto il Paese almeno 174 persone sono state uccise, di cui 108 civili.

Siria, strage al panificio: decine di vittime

I video pubblicati sul web dagli attivisti anti-regime mostrano decine di cadaveri dilaniati, brandelli di carne umana sparsi ovunque, il sangue che imbratta la strada e le mura dell’edificio rimaste in piedi. Uno scatto tra gli altri testimonia la strage, quello di un ribelle che raccoglie una tradizionale pita, il pane siriano, da una pozza di sangue.

Non è la prima volta che l'esercito fedele ad Assad colpisce luoghi di raduno dei civili: la scorsa estate un bombardamento su un panificio di Aleppo provocò almeno 60 morti, e spinto le organizzazioni della difesa dei diritti umani, tra le quali Human Rights Watch, a condannare il governo di Damasco. I sodali di Assad dal canto loro rimandano al mittente le accuse: secondo la versione ufficiali i ribelli, i "terroristi", si nascondono tra i civili perché questi vengano colpiti.

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