La "killer" di San Bernardino aveva giurato fedeltà all'Isis
Arriva la conferma dei primi sospetti: la strage compiuta in California da Tashfeen Malik e suo marito Syed Farook sarebbe, di fatto, la prima messa in atto dai "lupi solitari" del Califfo. La conferma in un post su Facebook della giovane pakistana
SAN BERNARDINO (CALIFORNIA) - Tashfeen Malik, la giovane pakistana che assieme al marito Syed Farook ha ucciso 14 persone, ha agito "in nome del Isis". La donna, come spiegano gli investigatori e come riporta la Cnn, ha postato su Facebook un messaggio in cui dichiarava "fedeltà al Califfo Abu Bakr al-Baghdadi" proprio mentre il massacro si stava consumando.
IL POST SU FACEBOOK - Il post, secondo quanto riporta la Cnn, sarebbe stato pubblicato "da un account con un nome diverso". Secondo alcune ricostruzioni, la giovane pakistana residente in Arabia Saudita avrebbe, di fatto, "radicalizzato e indottrinato" il marito.
IL LITIGIO - Ad avvalorare la tesi dell'estremismo islamico, il fatto che Syed, ispettore sanitario del Dipartimento della Salute della contea di San Bernardino, avrebbe avuto a lavoro un'accesa discussione con un collega sulla violenza dell'Islam solo due settimane prima della festa di fine anno trasformatasi in tragedia.
ERA UN GIOVANE MAMMA - La 27enne, appena divenuta mamma di una neonata di soli sei mesi, aveva incontrato online Farook. Da lì inizio una frequentazione in Arabia Saudita. Era il 2013. E proprio in Arabia Saudita Farook torno un anno dopo "per prenderla e portarla con sé negli Usa". Proprio durante questi viaggi potrebbe essere avvenuto il contatto con alcune cellule dell'Isis.
IL SECONDO ATTACCO - E' Fox News, invece, a parlare di un secondo attacco pianificato dal quelli che, di fatto, sarebbero i primi "lupi solitari" in azione per conto del Califfo. L'idea è supportata dall'arsenale trovato nella loro abitazione, tra cui diversi "tubi bomba", materiale per costruire altri ordigni artigianali e oltre 3mila munizioni. Le bombe artigianali ritrovate sarebbero state realizzate seguendo passo passo il tristemente celebre manuale Come costruire una bomba in cucina pubblicato sulla rivista di al Qaeda, Inspire.