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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Strage a scuola in Florida, almeno 17 morti: l'autore è un ex studente di 19 anni

Riesplode la polemica sulle armi. Le accuse a Trump: "Ha tagliato le risorse destinate al sistema di controllo delle armi, si corrono rischi sempre maggiori"

Almeno 17 morti, giovani studenti e professori. Quindici persone ancora in ospedale. E’ questo il bilancio, che potrebbe ulteriormente peggiorare, della sparatoria che nel giorno di San Valentino ha sconvolto una scuola superiore a Parkland, un quartiere ricco di Fort Lauderdale a un’ora di auto da Miami, in Florida. Ad aprire il fuoco è stato un ex studente di 19 anni, Nikolas Cruz, espulso l’anno scorso dall’istituto scolastico per cattiva condotta. E’ stato arrestato un'ora dopo la strage, a circa cinque chilometri di distanza dal luogo della strage.

Il suo movente resta ancora un mistero, ma stando alla ricostruzione dell’Fbi il giovane si era preparato per compiere la tragedia. E sul suo profilo social sono emersi materiali definiti dalle autorità “molto, molto sconvolgenti”: immagini di un uomo con un fucile come quello usato da lui per uccidere, di varie pistole su un letto, di una rana che pare sia stata uccisa. I ragazzi erano quasi pronti per lasciare le loro aule e tornare a casa. Cruz, armato di un fucile semiautomatico AR-15, di “tanti caricatori”, di granate fumogene e con il volto coperto da una maschera antigas, ha aperto il fuoco. Ha iniziato al di fuori della Marjory Stoneman Douglas High School, questo il nome della scuola con circa 3.000 iscritti, dove ha ucciso tre persone incluso un passante.

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Strage a scuola in Florida

Poi si è recato all’interno dell’edificio e ha fatto scattare l’allarme antincendio cogliendo di sorpresa gli studenti che in giornata avevano già fatto un’esercitazione per prepararsi a potenziali fiamme. Mentre percorreva i corridoi che conosceva bene, Cruz ha riaperto il fuoco mirando contro chi stava cercando rifugio; così facendo ha strappato la vita a 12 individui; altri due sono poi morti in ospedale.

Nikolas Cruz, lʼex studente autore della strage

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“E’ una catastrofe”, ha dichiarato lo sceriffo Scott Israel, della contea di Broward. “Non ci sono davvero parole”, ha aggiunto alla fine di una giornata tragica in cui ancora prima delle conferme ufficiali del numero dei decessi il presidente americano Donald Trump aveva offerto su Twitter le “condoglianze alle famiglie delle vittime della terribile sparatoria. Nessun bambino, insegnante o chiunque altro dovrebbe mai sentirsi insicuro in una scuola americana”.

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E negli Stati Uniti si riaccende la polemica sull'uso delle armi. Sotto accusa c'è l'ultimo bilancio targato Donald Trump, che secondo le associazioni che da anni lottano contro le armi ha tagliato milioni di dollari destinati al "Gun Background Check System", il sistema di controllo su chi vuole dotarsene. Una decisione che rischia di "minare in maniera significativa" gli sforzi per tenere fucili e pistole lontani da mani pericolose. I due programmi federali tesi a rafforzare i background check per verificare se chi acquista armi è malato o ha precedenti penali hanno subito un taglio delle risorse del 16%, da 73 milioni a 61 milioni di dollari.

Armi "facili" negli Usa (Infophoto)


 

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