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Mercoledì, 27 Settembre 2023
"Sentenza storica" / Australia

La vittoria degli studenti sul governo australiano: "Ha il dovere di proteggere i giovani dalla crisi climatica"

La decisione di una Corte Federale dopo l'azione intentata da un gruppo di ragazzi nei confronti della ministra dell'Ambiente per impedire l'ampliamento di una miniera di carbone, che secondo loro avrebbe messo in pericolo le future generazioni

Una sentenza che si potrebbe definire storica: una corte federale australiana ha riconosciuto che il ministero dell'Ambiente ha il dovere di pensare al futuro delle giovani generazioni e proteggerle dalla crisi climatica. Tutto è nato da una class action presentata da otto studenti australiani tra i 13 e i 17 anni, che avevano richiesto un'ingiunzione che impedisse alla ministra dell'Ambiente Susan Ley di approvare un nuovo progetto per l'espansione della miniera di carbone di Vickey, nella zona settentrionale del Nuovo Galles del Sud, e che se approvata, secondo lo, avrebbe rischiato di contribuire al cambiamento climatico e quindi a mettere in pericolo il loro futuro.

La richiesta di bloccare l'espansione della miniera è stata respinta ma il giudice ha stabilito che il ministro ha un "duty of care", ovvero un obbligo di diligenza di non agire in modo da causare futuri danni alle giovani generazioni. "La corte ha stabilito che il ministro ha il dovere di prendersi cura dei più giovani, delle persone vulnerabili, e quel dovere impone anche al ministro di non agire in un modo che provochi danni - danni futuri - dal cambiamento climatico ai giovani", ha detto il legale degli studenti, l'avvocato David Barnden.

"La più grande ingiustizia mai inflitta da una generazione all'altra"

Nel corso del dibattimento si è discusso del fatto che l'ampliamento della miniera potrebbe portare a un aumento di circa 100 milioni di tonnellate in più di anidride carbonica rilasciate nell'atmosfera, insieme a studi e dati presentanti sui possibili impatti che il riscaldamento globale potrebbe avere sui giovani. Durante l'udienza, la Corte ha fatto riferimento al fatto che si stima che milione di giovani australiani potrebbe essere ricoverato in ospedale a causa di stress da caldo, che la Grande Barriera Corallina e gran parte delle foreste di eucalipto dell'Australia potrebbero non esserci più quando loro invece saranno diventati adulti, per non parlare delle conseguenze economiche. Uno scenario drammatico definito "ragionevolmente prevedibile".

"L'ambiente fisico diventerà sempre più ostile, molto più estremo e sconvolgentemente quando si arrabbierà. Per quello che riguarda l'esperienza umana - qualità della vita, opportunità di godere dei tesori della natura, capacità di crescere e prosperare - tutto sarà notevolmente ridotto. Le vite saranno più brevi. I disturbi saranno molto più comuni e sarà più difficile essere e restare in buona salute. Niente di tutto questo sarà colpa della Natura stessa. Sarà in gran parte inflitto dall'inazione di questa generazione di adulti, in quella che potrebbe essere giustamente descritta come la più grande ingiustizia intergenerazionale mai inflitta da una generazione di esseri umani all'altra", si legge nella dichiarazione del giudice Mordecai Bromberg.

Nei Paesi Bassi Shell condannata a ridurre le emissioni di Co2

Un portavoce della ministra Ley ha detto che il governo sta valutando la sentenza e che si riserba di fare ulteriori commenti "a tempo debito", sottolineando però che la Corte ha di fatto respinto l'ingiunzione per impedire l'allargamento della miniera. Secondo l'avvocato Barnden è la prima volta che un "duty of care" di questo tipo viene riconosciuto, soprattutto in un paese in cui vige il "common law", ossia il sistema giuridico basato principalmente su precedenti giudiziari in vigore nei paesi anglosassoni. Ma negli ultimi tempi ci sono state in tutto il mondo diverse azioni legali per impegnare governi, soggetti e istituzioni a fare di più contro il riscaldamento globale. Mercoledì un tribunale nei Paesi Bassi ha ordinato alla Shell di ridurre del 45% rispetto al 2019 le proprie emissioni di Co2 entro la fine del 2030: una sentenza che impone per la prima volta l'allineamento di un'azienda agli Accordi di Parigi, creando un precedente che potrebbe avere effetti a catena in altri tribunali europei e nel mondo.

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