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Venerdì, 29 Marzo 2024
altre vittime

Dall'università alle scuole superiori: tutti gli studenti protestano in Iran

Secondo una stima dell'ONG Iran Human Rights sale ad almeno 154 persone uccise il numero delle vittime

Non si fermano le proteste in Iran, dove migliaia di donne e uomini sono scesi in strada per chiedere giustizia per la morte di Mahsa Amini, la 22enne curda morta dopo essere stata arrestata perché non indossava nel modo corretto l'hijab. 

Le università iraniane continuano a essere teatro di proteste contro l'hijab obbligatorio e, in generale, il sistema della repubblica islamica. Secondo quanto riferito dalla Bbc nell'edizione in farsi, gli studenti di Teheran, Urmia, Semnan, Tabriz, Babol, Ferdowsi, Mashhad, Yazd e dell'Università di scienze mediche Al-Zahra hanno continuato a protestare anche contro la repressione dei manifestanti, chiedendo il rilascio dei loro compagni arrestati. Ma chiedono anche giustizia per le centinaia di morti. Secondo una stima dell'ONG Iran Human Rights, che ha sede a Oslo in Norvegia, sale ad almeno 154 persone uccise il numero delle vittime della violenta repressione delle proteste scatenate dalla morte della giovane Mahsa Amini. 

Anche le studentesse delle scuole superiori stanno protestando in Iran. Togliendosi il velo, le ragazze gridano slogan contro il regime e fanno il dito medio alle immagini di Ali Khamenei, la Guida suprema del regime degli Ayatollah. 

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In un filmato verificato dalla Bbc si vedono numerose studentesse in uniforme scolastica e zaino in spalla a Karaj che sventolano in aria il loro hijab e intonano slogan contro le autorità religiose. Le adolescenti hanno poi costretto un funzionario locale a lasciare la loro scuola, che si trova a ovest di Teheran, al grido di ''vergognati!''.

Le manifestazioni sono l'espediente che l'Iran cercava per sferrare la retorica antiamericana e colpire i curdi. Dopo aver incolpato Usa e Israele di essere dietro le proteste, le forze dei Guardiani della Rivoluzione dell'Iran hanno sferrato un nuovo attacco contro le basi di sospetti "gruppi terroristici" situati nella regione del Kurdistan iracheno. I Pasdaran, stando a quanto riferito dall'agenzia di stampa Tasnim, hanno bersagliato le aree di Sidekan, Barbazin e del monte Halgurd. L'attacco è stato condotto con i droni Mohajer-6 e lanciarazzi multipli così come già avvenuto il 24, 26 e 28 settembre e poi di nuovo due giorni fa.

Come evidenzia la Tasnim, gli attacchi contro le basi principali dei "gruppi terroristici" curdi sono legati al fatto che questi ultimi "hanno intensificato le loro attività per fomentare ribellioni nelle città curde al confine e trarre vantaggio dalle proteste". 

L'Ue e gli Usa stanno già pensando a dure sanzioni da imporre all'Iran in risposta alle violente repressioni delle manifestazioni e in sostegno alla donne e uomini iraniani. Le misure sanzionatore potrebbero essere applicate già entro questa settimana. 

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