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Giovedì, 18 Aprile 2024
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L’Isis cerca un nuovo leader: ecco i "candidati"

Secondo gli analisti, a seconda di chi guiderà lo Stato islamico si avrà un cambiamento nel metodo di lotta armata

Si è aperta la corsa alla successione per la guida dell’Isis, lo Stato islamico di Siria e Iraq, a seguito della recente morte del suo leader Abu Ibrahim al-Quraishi. Il gruppo terroristico, che tra il 2014 e il 2017 ha sconvolto il Medio Oriente, è oggi l’ombra di quello che era un tempo, ma un cambio alla leadership potrebbe riportare in auge gli attentati e gli attacchi.

La settimana scorsa, al-Quraishi si è fatto saltare in aria per sfuggire alla cattura dei militari statunitensi ad Atmeh, in Siria. Il 45enne iracheno era alla guida dell’Isis da quando il precedente “califfo”, Abu Bakr al-Baghdadi, si era anch’esso fatto esplodere durante un raid americano nell’ottobre del 2019.

La sua morte ha aperto la gara per la successione al capo, che dovrebbe avvenire nelle prossime settimane. Per Reuters, che cita due funzionari di sicurezza iracheni e tre analisti indipendenti, la scelta ricadrà su un veterano della jihad irachena “indurito” dalla battaglia, probabilmente proveniente dalle fila della vecchia guardia che sorse in risposta all’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti nel 2003.

Secondo le fonti, tra i potenziali successori di al-Quraishi ci sarebbe anche un comandante che era stato dato ufficialmente per morto sia da Washington che da Baghdad. L’esperto di sicurezza iracheno Fadhil Abu Rgheef ha sostenuto che i possibili successori sono almeno quattro: “Questi includono Abu Khadija, il cui ultimo ruolo conosciuto era il leader in Iraq dello Stato islamico, Abu Muslim, leader dell’Isis nella provincia di Anbar, e un altro chiamato Abu Salih, di cui abbiamo poche informazioni ma che era vicino ad al-Baghdadi e al-Quraishi”. Il quarto sarebbe infine Abu Yassir al-Issawi, “che si sospetta sia ancora vivo” nonostante fosse stato considerato deceduto in un raid aereo nel gennaio 2021.

L’esperto ha sottolineato che al-Issawi sarebbe prezioso per il gruppo in ragione della sua grande esperienza militare. La sua morte era stata segnalata sia dalle forze armate irachene che da quelle internazionali a guida Usa stazionate tra Siria e Iraq, ma ci sono “forti sospetti” che sia in realtà sopravvissuto. “Se non è morto sarebbe un candidato: ha un’esperienza collaudata nella pianificazione di attacchi e ha migliaia di sostenitori”, ha aggiunto Abu Rgheef.

A sostenere che il nuovo leader sarà probabilmente un jihadista iracheno di lungo corso è anche Hassan Hassan, editore della rivista New Lines, che ha approfondito la figura di al-Quraishi. “Se ne sceglieranno uno nelle prossime settimane”, ha ragionato, “dovranno scegliere qualcuno della stessa cerchia”, cioè il nucleo di ribelli che in risposta all’invasione dell’Iraq nel 2003 ha condotto l’insurrezione violenta dai forti accenti islamisti e settari. Insomma, l’antenato dell’Isis, che al-Quraishi aveva riorganizzato (dopo le perdite territoriali subite tra il 2017 e il 2019) in piccole unità, per dare vita ad un’insurrezione permanente.

Secondo Abu Rgheef, il nuovo leader potrebbe avere credenziali militari più forti del suo predecessore, che i seguaci dell’Isis vedevano più come un giurista che come un combattente. “Gli attacchi e le operazioni militari cambieranno di carattere a seconda dello stile del nuovo leader”, ha spiegato. Ad esempio, il successore di al-Quraishi “potrebbe credere in grandi e serrati attacchi, bombe o attentatori suicidi”.

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