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Giovedì, 25 Aprile 2024
SVIZZERA / Svizzera

Svizzera, violenze e torture sui minori negli istituti cattolici

Uno studio guidato dal professore Furrer ha portato alla luce gli abusi commessi sui bambini ospitati in queste strutture tra gli anni '30 e '70

Sono migliaia i bambini che, nell'arco di 40 anni, sono stati vittime di abusi e torture, perpetrati dal personale dei collegi cattolici del cantone di Lucerna, in Svizzera. Violenze sessuali, maltrattamenti e botte erano solo alcune delle pratiche diffuse in questi istituti fino agli anni '70.  

“C'era sempre questa incredibile paura, paura, paura e paura” ha raccontato una delle vittime, oggi adulta, che ha partecipato all'indagine condotta dal team del professore Markus Furrer, dell'Haute Ecole Pedagogique, che ha analizzato la situazione di 15 istituti cattolici nel cantone di Lucerna tra il 1930 e il 1970, tramite la testimonianza di circa 50 persone. 

“Non ci aspettavamo fatti di questa portata” ha ammesso Furrer al Le Republicain Lorrain. I casi di violenza sessuale avvenuti tra le mura dei collegi erano già tristemente noti, ma lo studio ha portato alla luce come in questi istituti venissero utilizzate pratiche talmente sadiche e brutali da far parlare di tortura. “La gravità dei maltrattamenti e delle punizioni superava di gran lunga il limite ammesso all'epoca” ha commentato lo studioso. 

Percosse e mancanza di cibo - Le testimonianze delle vittime sono sconvolgenti: i bambini più vivaci o coloro che bagnavano il letto venivano puniti dalle suore, che gli mettevano la testa sotto l'acqua. Gli studenti dovevano convivere con la carenza di cibo. “Non ricordo di qualcuno che non avesse fame – racconta un ex allievo al Le Telegramme – praticamente tutti avevamo fame”. Erano puniti anche coloro che venivano sorpresi a bere dalla cannella fuori dall'orario dei pasti. 

La "collera di Dio" - I bambini e gli adolescenti erano anche vittime di violenze sessuali. Le suore minacciavano i piccoli, dicendogli che se avessero parlato avrebbero subito la “collera di Dio”. 

Casi di suicidio - Non sempre le ferite si sono rimarginate. “Molti dei bimbi dei collegi si sono sentiti colpevoli per quello che hanno vissuto. Alcuni sono riusciti ad uscirne, altri non ce l'hanno fatta e alcuni si sono suicidati” ha raccontato Furrer. I reati commessi alla fine degli anni '60 sono finiti in prescrizione, e molti dei presunti aguzzini sono morti. 

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