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Sabato, 20 Aprile 2024
La mossa di Tsai Ing-wen / Taiwan

Taiwan addestra i riservisti contro la Cina mentre guarda l'Ucraina

Lo scopo è quello di preparare un esercito che è numericamente inferiore alle forze del gigante cinese

Continua l'addestramento dei riservisti a Taiwan. Il programma, che ha ricevuto ulteriore slancio dall'invasione russa dell'Ucraina, è stato lanciato dal ministero della Difesa della Repubblica di Cina (nome ufficiale dell'isola) lo scorso 5 marzo per rafforzare la forza di difesa dell'isola.

Il dicastero che si occupa della difesa nazionale ha coinvolto nel programma centinaia di riservisti dell'esercito taiwanese per prendere parte a una esercitazione militare. Ma il programma non è partito a seguito della guerra scoppiata in Ucraina. Il governo di Taiwan ha infatti annunciato alla fine dello scorso anno una riforma dell'addestramento delle sue forze di riserva, puntando sul rafforzamento delle esercitazioni di combattimento.

L'azione dei riservisti

In base al nuovo programma iniziato questo mese, i riservisti ricevono due settimane di addestramento, invece dei precedenti cinque o sette giorni. I soldati hanno risposto all'appello all'"unità" dell'isola lanciato dalla presidente taiwanese Tsai Ing-wen, la quale ha ricordato ai riservisti la necessità di garantire la difesa dell'isola minacciata dalla Cina. Pechino, infatti, afferma che Taiwan è parte integrante della Cina. Ma il conflitto russo in Ucraina ha messo in allarme diversi esponenti politici statunitensi, che sostengono che la Cina potrebbe ripetere le stesse azioni su Taiwan. Il governo di Taipei ha tuttavia preso le distanze dalle ipotesi avanzate da diversi osservatori e politici internazionali, secondo cui la crisi in Europa orientale potrebbe agevolare Pechino nell’annessione dell'isola. 

Ciononostante Tsai ha rafforzato il livello d’allerta. "La situazione in Ucraina dimostra ancora una volta che la protezione del Paese, oltre alla solidarietà e all'assistenza internazionale, dipende dall'unità del popolo", ha affermato il capo dell'esecutivo in tenuta militare e affiancata dai suoi alti funzionari della sicurezza.

Nel corso degli ultimi mesi, Taiwan è gradualmente passata da un esercito di leva a una forza professionale dominata dai volontari. Ma la misura non è stata semplice. Secondo quanto riportato dalla Reuters, il passaggio è stato problematico e ha portato all'eliminazione di una forza di riserva di 2,31 milioni di persone. Il nuovo programma è ancora in fase sperimentazione: solo nei primi tre trimestri di quest'anno saranno coinvolti 15mila riservisti, mentre la continuità del progetto sarà rivalutata solo nel quarto trimestre.

Freddy Lim, un legislatore indipendente che fa parte della commissione per la difesa e gli affari esteri del parlamento taiwanese, ha detto a Reuters che l'invasione russa dell'Ucraina ha reso molti taiwanesi più determinati a difendere l'isola e ha aumentato il sostegno pubblico alla riforma dell'addestramento dei riservisti e alla protezione civile.

Sebbene la situazione non sia paragonabile con l'Ucraina (Pechino non vuole internazionalizzare una vicenda interna alla Cina), Taipei continua a rafforzare il comparto della difesa. L'esecutivo guidato da Tsai ha recentemente approvato un bilancio extra per la difesa da 8,55 miliardi di dollari, con lo scopo di incrementare gli acquisti di navi e missili con cui contrastare l’aggressività militare del gigante asiatico. 

Lo scopo, per il governo di Taipei, è quello di preparare un esercito che è numericamente e tecnologicamente inferiore rispetto alle forze del vicino cinese. Pechino ha infatti aumentato il budget per le sue forze armate. L’Esercito di liberazione popolare (PLA) riceverà nel 2022 circa 230 miliardi di dollari, pari al 7,1 per cento del Pil. È la cifra più alta mai stanziata dalla Cina.

Il sostegno di Mike Pompeo

L'ex segretario di Stato Usa continua la sua opera di sostegno che, da molti analisti, è stata vista come un  strumento in chiave anti-cinese in vista della sua candidatura alla Casa Bianca nel 2024. Ospite del programma statunitense "Sunday Morning Futures", in onda ieri su Fox News, Pompeo ha esortato un maggiore intervento di Washington in difesa di Taipei. L'ex segretario di Stato ha affermato che la Cina sta osservando come gli Stati Uniti stiano reagendo di fronte alla guerra russa in Ucraina. Per l'ex ministro degli Esteri dell'amministrazione Trump, se "Washington non aiuterà i taiwanesi a prepararsi a difendere il loro paese, il leader cinese Xi Jinping  sarà incoraggiato ad attaccarlo.

Pompeo propone ancora un maggiore coinvolgimento della difesa statunitense a Taiwan. E lo fa nonostante il viaggio flop del 2 marzo nell'isola considerata ribelle da Pechino, quando ha dichiarato, durante il suo discorso alla Prospect Foundation, che il governo americano “dovrebbe immediatamente offrire alla Repubblica di Cina (Taiwan) il riconoscimento diplomatico dell’America come paese libero e sovrano”. Per Pompeo si tratta quindi di riconoscere l'indipendenza di Taiwan. Ma le sue affermazioni hanno fatto alzare qualche sopracciglio ai giornalisti che erano presenti in conferenza stampa. Il dubbio, nato dopo l'affermazione che suona un po' come un proclama politico, riguarda il motivo per cui Pompeo non ha avanzato la stessa proposta quando gestiva gli affari esteri di Washington. 

L'appoggio statunintense a Taiwan, a prescindere da chi arriva, non piace comunque alla Cina. Il portavoce del ministro degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, ha lanciato l'ennesimo monito agli Usa "che dovrebbero attenersi seriamente al principio della Cina unica e interrompere la vendita di armi e gli scambi militari con Taiwan". La postura degli Stati Uniti nei confronti di Taiwan, ha detto Zhao, non solo "spingerà l'isola in una situazione pericolosa, ma provocherà anche conseguenze insopportabili per la parte statunitense". 

In un clima di tensione e accuse, continuano le incursioni degli aerei cinesi nella Zona d'identificazione della difesa di Taiwan. Nella giornata di oggi tredici velivoli dell'Aeronautica militare cinese, di cui cinque caccia J-16, un aereo da guerra elettronica Y-8, hanno varcato il limite sud-occidentale della Zona d'identificazione della difesa aerea dell'isola. Il governo di Tsai ha risposto alla sortita attivando i propri meccanismi di difesa aerea ed emettendo avvertimenti radio. 

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