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Giovedì, 25 Aprile 2024
Analisi e scenari / Cina

Perché Taiwan non sarà (per ora) la prossima Ucraina

La speaker della Camera Usa Nancy Pelosi sarà a Taiwan il 10 aprile. E la scelta della data non è casuale

Taipei, la capitale di Taiwan, avrebbe dovuto accogliere il prossimo 10 aprile la speaker della Camera dei rappresentati Usa Nancy Pelosi. Ma la sua positività al Covid-19 ha portato a un rinvio della missioneLa scelta della data non è casuale. Domenica ricorre il 43esimo anniversario della firma da parte degli Stati Uniti del Taiwan Relations Act, che guida i legami e sancisce l'impegno di Washington a fornire a Taipei i mezzi per difendersi, in assenza di relazioni diplomatiche formali. Era dal 1997 che un così alto funzionario dell'amministrazione statunitense non si recava nell'isola rivendicata da Pechino. Pelosi avrebbe dovuto quindi tappa nella Repubblica di Cina (il nome formale di Taiwan) dopo un viaggio in Giappone, dove avrebbe incontrato il primo ministro nipponico Fumio Kishida. La notizia è arrivata dall'emittente giapponese Fuji News Network, che cita fonti che hanno familiarità con la questione, sebbene non confermata dall'entourage della speaker né dal ministro degli Esteri taiwanese. Secondo le indiscrezioni, Pelosi avrebbe scelto di fermarsi a Taiwain per mostrare il sostegno di Washington a Taipei, soprattutto nel momento in cui l'attenzione internazionale è concentrata sulla vicenda ucraina.

La visita di Pelosi ha fatto infuriare Pechino, che ha già minacciato di voler adottare misure risolute e energiche per difendere "fermamente la sovranità nazionale e l'integrità territoriale", ritenendo gli Stati Uniti pienamente responsabili di future conseguenze. E la Cina non ha gradito nemmeno la recente decisione del dipartimento di Stato Usa di autorizzare la fornitura di attrezzature militari a Taiwan per 95 milioni di dollari.

Quanto vale l'equazione Kiev-Taipei?

I tre attori protagonisti, Cina, Taiwan e Usa, respingono il paragone tra Kiev e Taipei. In primis Pechino ribadisce che Taipei non deve essere paragonata a Kiev, per evitare di internazionalizzare una vicenda interna alla Cina. Il Partito Comunista Cinese ha a più riprese ribadito l’impegno alla "riunificazione" tra Repubblica popolare cinese e Taiwan, definendola una "questione interna" nella quale non saranno ammesse "interferenze". Per la Cina, scrive su China Files Lorenzo Lamperti, attaccare Taiwan significa quindi attaccare sé stessa.

Inoltre, Pechino, che dall'inizio della guerra in Ucraina ricalca la propaganda filo-russa, vede negli Stati Uniti la causa scatenante del conflitto. Washington viene infatti descritta da Pechino come una potenza irresponsabile, che tradisce i paesi a cui ha promesso sostegno e protezione militare proprio nel momento di maggiore necessità. Gli Usa hanno lasciato soli gli afghani, stanno giocando sulla pelle degli ucraini e faranno lo stesso con i taiwanesi: è questa la sintesi della narrativa cinese sulla posizione statunitense nello scacchiere internazionale. Il Partito Comunista Cinese, che ha tutti gli occhi puntati al XX congresso in programma il prossimo autunno, vuole preservare la stabilità interna per garantire un percorso tutto in discesa al leader Xi Jinping, che punta al terzo mandato. Ma se dovesse esserci un intervento militare cinese, avverrebbe in risposta a una minaccia statunitense.

Ma cosa ne pensa Taiwan?

Il governo taiwanese, che ha condannato l'invasione russa dell'Ucraina, sta comunque osservando i movimenti -  e gli insuccessi - delle truppe del Cremlino in Ucraina. Recentemente il capo dell’Ufficio di sicurezza nazionale di Taiwan, intervenendo al parlamento, ha sottolineato come gli ostacoli incontrati dalle truppe russe in Ucraina fungano da deterrente per un impegno militare di Pechino. Inoltre, non è da sottovalutare l'aspetto geografico dell'isola: la catena montuosa da nord a sud di Taiwan, lunga circa 395 km, limita lo spazio di attracco delle navi della marina cinese sulle coste taiwanesi. L'esercito cinese dovrebbe quindi muoversi nelle acque dello Stretto di Taiwan (il cui punto meno distante dalle coste dell'isola dalla terraferma è di 130km circa) eseguendo diverse manovre che esporrebbero la flotta al fuoco taiwanese. Il governo della presidente Tsai Ing-wen si sta preparando da tempo a una probabile invasione della Cina. E lo fa per rispondere alle posizioni della gran parte della popolazione che, secondo un sondaggio pubblicato il 22 marzo, non crede che l’esercito taiwanese non sia in grado di fermare da solo un’invasione delle forze cinesi.

taiwan

La visione americana

Dopo lo scoppio del conflitto russo in Ucraina, le consuete incursioni aeree dell'Esercito popolare di liberazione cinese nello spazio di identificazione di difesa aerea taiwanese hanno suscitato maggiore interesse e preoccupazione. I movimenti dell'esercito cinese non sono però nuovi e improvvisi. Dal 2020 al 2021, le sortite cinesi sono state 950, il doppio rispetto all'anno precedente, con una media sorprendente di 2,6 voli al giorno. L'amministrazione Biden non rimane comunque indifferente alle continue incursioni cinesi. Come sottolinea l'Economist, il presidente Usa Joe Biden adotta un atteggiamento più cauto sull'Ucraina rispetto alle affermazioni fatte su Taiwan, da quando si è insediato alla Casa Bianca. L’anno scorso Biden ha detto che l’America aveva un impegno a difendere l’isola. L’ambiguità strategica degli Usa - sottolinea la testata britannica - secondo cui promette di aiutare Taiwan a difendersi ma non dice se interverrebbe direttamente, è diventata meno ambigua.

Kiev è la nuova Taipei?

Washington considera Taipei uno dei punti nell'Asia orientale da cui lanciare il respingimento dell'assertività cinese. Lo fa in ottica Quad, l'alleanza strategica tra Usa, Giappone, India e Australia, etichettata da Pechino come la "Nato Asiatica", e lo fa attraverso le forniture di attrezzature militari a Taiwan. L'intento della visita di Pelosi a Taiwan sottolinea così l'importanza che l'isola ha per gli Stati Uniti, impegnati a garantire l'esistenza di un "Indo-Pacifico libero e aperto". Un impegno che Biden ha rimarcato in più occasioni, sottolineando anche la differenza tra Taiwan e l'Ucraina.

Per adesso, quindi, Cina e Usa si contendono il loro ruolo di "potenza responsabile" attraverso una dimostrazione di muscoli che minaccia - ulteriormente - la stabilità globale. 

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