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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'inchiesta

L'ex soldato israeliano che diffondeva fake news sulle sanzioni alla Russia

Tal Hanan sarebbe a capo di un team di hacker con sede a Tel Aviv: da qui avrebbero influenzato oltre 30 campagne elettorali nel mondo. E alimentato la retorica pro-Mosca

Avrebbero messo in moto, con la complicità di giornalisti e volti noti della tv, una mega opera di disinformazione volta a influenzare le campagne elettorali in almeno 30 Paesi del mondo. Ma anche a fomentare il malcontento intorno alle sanzioni imposte dall'Occidente alla Russia. Il gruppo di hacker si chiama Team Jorge, con base a Tel Aviv, in Israele. E la mente dietro questa potente macchina delle fake news sarebbe un ex soldato dell'esercito israeliano, Tal Hanan. A rivelarlo è un'inchiesta portata avanti da un consorzio di testate giornalistiche internazionali, tra cui il britannico Guardian, il tedesco Der Spiegel e il francese Le Monde.  

Il Team Jorge

Hanan avrebbe agito per 20 anni, manipolando decine di elezioni in tutto il mondo. Le tecniche usate andavano dalla più classica corruzione (pagamenti che oscillano tra i 160mila e il milione di dollari) all’utilizzo di un sofisticato software, detto Aims, capace di far interagire una moltitudine di falsi profili social (avatar) spalmati sulle più disparate piattaforme, da Twitter a Facebook, passando per Instagram, Gmail e YouTube. Una funzionalità chiave di questo pacchetto consisteva nel far controllare agli avatar anche account Amazon, Airbnb, carte di credito e persino portafogli di bitcoin, attraverso i quali effettuare investimenti, acquisti o fare prenotazioni che potessero mettere in imbarazzo il bersaglio di turno, esponendolo alla gogna mediatica.

Questo è quanto emerge da una diretta, quanto involontaria, testimonianza di Hanan raccolta in incognito da tre giornalisti presentatisi a "Jorge" come potenziali clienti durante la scorsa estate. In un breve video reso pubblico dal Guardian, Hanan presenta la sua azienda come un’eccellenza nel campo della disinformazione, la quale è riuscita a interferire in "33 campagne elettorali" riuscendo ad “avere successo in 27", non chiarendo però cosa si intenda per successo. Nel corso della registrazione ottenuta sotto copertura la mente dietro il team ha affermato di avere operazioni in corso in svariate parti del globo: "Ora siamo coinvolti in un’elezione in Africa, abbiamo una squadra in Grecia ed un’altra negli Emirati arabi uniti", ha detto.

Dichiarazioni difficili da provare, che potrebbero essere state pronunciate per impressionare i futuri acquirenti, ma che certamente mettono in una posizione di imbarazzo Israele, non solo perché da anni il Paese oggetto di pressioni diplomatiche vista l’ingente quantità di armi informatiche che esporta (come quella usata in Grecia e in altri Paesi per spiare politici e personaggi pubblici), ma anche per il fatto che alcune delle azioni messe in campo dal Team Jorge avrebbero usufruito della Demonan International, una società registrata presso un sito web amministrato direttamente dal ministero della Difesa israeliano.

Il caso M'Barki

Non è chiaro ancora quante e quali elezioni siano state influenzate dal Team Jorge. Di sicuro, dall'inchiesta è emerso che dietro una campagna di disinformazione volta a gettare discredito sulle sanzioni occidentali contro gli oligarchi russi ci sarebbe proprio il gruppo di Hanan, grazie alla complicità di un giornalista dell'emittente francese Bfm-Tv, tra le più seguite nel Paese transalpino. In un servizio andato in onda alla fine del 2022, il presentatore Rachid M'Barki ha raccontato che le sanzioni dell'Ue contro gli oligarchi russi "fanno temere il peggio ai costruttori di yacht a Monaco; il congelamento dei beni degli oligarchi mette in grande difficoltà il loro settore". Per questo, gli armatori "si appellano al Principe Alberto" per salvare "10.000 posti di lavoro" in Costa Azzurra.

Nessuno della redazione aveva scritto questo testo, ma M'Barki lo ha inserito durante un tg notturno. A quanto pare, l'informazione gli era stata fornita proprio da Team Jorge. Ed era totalmente falsa: nessun costruttore di yacht del Principato ha lanciato appelli, né ha lamentato rischi per l'occupazione. Il servizio sarebbe anche passato inosservato, tanto più per l'ora tarda, se non fosse che ha avuto una seconda vita sui social network, dove è stata ampiamente diffusa da una rete di avatar controllati sempre dal Team Jorge. Questi account Twitter o Facebook, in inglese e francese, mostrano un vivo interesse per il settore della nautica da diporto e sono stati in parte creati per l'occasione, poco prima dell'inizio della campagna. Alcuni si fingono dipendenti del settore e si lamentano di dipendenti che perderanno il lavoro “a causa di sanzioni di cui oligarchi se ne fregano”, mentre un altro si presenta come un giornalista investigativo che non esiste.

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