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Mercoledì, 24 Aprile 2024
TERRORISMO / Libia

Isis, c'è la conferma: "Terroristi sui barconi, gli scafisti li nascondono tra i migranti"

Abdul Basit Haroun, consigliere governativo libico, conferma tutto alla BBC: "I combattenti dello Stato Islamico arrivano in Europa anche a bordo dei barconi che attraversano il Mediterraneo, gli scafisti nascondo i miliziani tra i migranti"

I combattenti dello Stato Islamico arrivano in Europa anche a bordo dei barconi che attraversano il Mediterraneo: lo ha detto un consigliere governativo libico alla Bbc. Secondo il consigliere, Abdul Basit Haroun, che ha parlato con scafisti in zone del Nord Africa controllate dall'Isis, gli scafisti nascondo i miliziani tra i migranti.

Haroun ha inoltre indicato che i jihadisti stanno pianificando ulteriori attacchi in Europa. Quanto ai miliziani inviati in Europa sui barconi, secondo Haroun l'Isis permette agli scafisti di operare in cambio di metà dei loro guadagni. L'Isis usa "i barconi per la sua gente che vuole mandare in Europa poichè la polizia europea non sa chi è dell'Isis e chi è un normale rifugiato", ha detto il consigliere durante un'intervista alla Bbc Radio 5. I miliziani, ha proseguito, occupano posti separati dagli altri migranti sui barconi, non temono la traversata e sono convinti aderenti dell'Isis, dice Haroun.

In un'intervista al Corriere della sera il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha spiegato la strategia che verrà applicata contro gli scafisti, dopo il via libera delle Nazioni Unite: "Lavoro di intelligence per individuare i trafficanti, operazioni navali di sequestro, confisca in mare dei mezzi una volta salvati i migranti, incursioni mirate sulle coste libiche. Niente bombardamenti o azioni militari sul terreno".

Per il capo della Farnesina sarà possibile entro maggio capire se la risoluzione del Consiglio di sicurezza andrà a buon fine: "I due snodi essenziali sono: rassicurare i membri permanenti che il riferimento al Capitolo 7, cioè il ricorso all`uso della forza, non prelude a interventi militari in Libia, motivo di forte preoccupazione per Mosca e Pechino.(...). Secondo snodo: l`ingaggio delle autorità libiche a questo tipo di intervento, a partire dal Parlamento di Tobruk. Sapendo che in Libia non c`è un solo governo e quindi nulla è semplice su questo piano".

Per quanto riguarda i tempi Gentiloni crede che dopo la discussione lunedì prossimo tra i ministri degli Esteri e della Difesa Ue, "il passo finale sarà quello del Consiglio europeo di fine giugno".

"Se non si riesce a stabilizzare la Libia, certamente la presenza terroristica in alcune città libiche può consolidarsi" diceva solo pochi giorni fa Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri. "Al governo di Tobruk dico che l'antidoto a questo rischio è un accordo per un governo di unità nazionale: stabilizzando la Libia si limita il rischio terrorismo - ha concluso -. Al momento però i nostri servizi ci dicono che non ci sono informazioni d'infiltrazioni terroristiche nei barconi dei migranti".

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