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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Cosa c’è dietro l’inchiesta sui test di verginità venduti nelle cliniche private nel Regno Unito

Almeno venti strutture, secondo la Bbc, offrono questo tipo di esami, che Oms e Onu vorrebbero bandire perché non hanno nessun valore clinico e sono una violenza dei diritti umani delle donne. Dibattito anche in Francia

Per l’Oms e le Nazioni Unite i test di verginità non hanno alcun valore medico e dovrebbero essere banditi perché violano i diritti umani. Una recente inchiesta di Newsbeat e 100 Women della Bbc ha rivelato che questi test sono disponibili dietro pagamento in una ventina di cliniche private nel Regno Unito: la cifra varia tra le 150 e le 300 sterline (circa 145 - 335 euro). L’esame prevede che chi lo effettua inserisca due dita nella vagina di una donna per verificare che l’imene (la membrana che si estende da un lato all’altro della vagina e che ne ricopre parzialmente l’apertura) sia intatto e non lacerato. Per l’Oms “l’imene non è un indicatore attendibile per stabilire lo status sessuale di una donna” e le tecniche con cui il test viene eseguito, oltre ad essere molto invasive, non possono provare se vi sia stato o meno un rapporto sessuale. Si tratta di una pratica “clinicamente non necessaria e molte volte dolorosa, umiliante e traumatica”, sostiene l’Oms. Tuttavia, nell’immaginario e in diverse culture e tradizioni, un imene intatto viene considerato una sorta di “garanzia” di verginità. In almeno venti paesi nel mondo, ricorda l’agenzia Reuters, le donne possono essere costretti a sottoporsi a questi test perché le famiglie, i compagni o addirittura potenziali datori di lavoro li usano per valutare la loro “virtù” e il valore sociale. 

L'inchiesta della Bbc sui test di verginità nel Regno Unito

Newsbeat ha raccolto la testimonianza di una donna aiutata dall’associazione Karma Nirvana, che sostiene le vittime di matrimoni forzati e abusi “d’onore”. La donna ha raccontato di essere fuggita quando la sua famiglia ha provato a costringerla a sottoporsi a un test di verginità. “Un giorno, uno degli anziani della comunità mi ha visto in giro con degli amici e ha detto a mia madre che uno di loro era il mio fidanzato. Ci furono molti pettegolezzi all’interno della comunità su questo fatto”. La famiglia aveva già combinato per lei un matrimonio. “La mia famiglia e quella dell’uomo che volevano sposassi mi dissero che avrei dovuto fare un test di verginità per dimostrare che ero vergine prima di sposarmi. Ero spaventata e non sapevo cosa significasse. Fuggire mi è sembrata l’unica soluzione, e l’ho fatto”. Un eventuale risultato negativo di un test di verginità può mettere a rischio la donna. Non essere considerata più vergine, infatti, può essere visto come un disonore per la sua famiglia e la comunità e può portare a punizioni fisiche e sociali fino al cosiddetto “delitto d’onore”. 

In ognuna di queste cliniche oggetto dell’inchiesta, rivela la Bbc, è possibile sottoporsi a  una imenoplastica, ossia un’intervento di ricostruzione dell’imene, per un costo che si aggira intorno alle 3mila sterline (3340 euro). Secondo i dati del NHS, il servizio sanitario britannico, negli ultimi cinque anni nel Regno Unito - dove gli interventi di imenoplastica sono legali - sono stati eseguiti 69 interventi di imenoplastica. 

Online sono invenduta anche dei “kit” per ricostruire l’imene. Gli autori dell’inchiesta ne hanno acquistato uno dalla Germania per 140 sterline (155 euro): nella confezione (senza un libretto di istruzioni né alcun tipo di indicazione d’uso) c’erano 60ml di gel “rassodante” per le pareti vaginali, delle pinzette di plastica, una capsula di sangue e tre bustine “che sembravano contenere sangue finto”. 

Il caso in Francia 

Il tema dei test e dei certificati di verginità è al centro di un ampio dibattito da diverso tempo in Francia. A settembre il governo aveva annunciato l’intenzione di introdurre sanzioni per i sanitari che li rilasciano e su Liberation era comparso un appello firmato da un gruppo di medici che, pur dicendosi fortemente contrari a tale pratica, sostenevano che i certificati di verginità in alcuni casi possono “proteggere” donne e ragazze da violenze e molestie. Il timore è che le donne possano essere costrette a fare il test in strutture illegali oppure di essere esposte al rischio di ripercussioni violente in famiglia qualora non fosse possibile sottoporsi al test. “Sanzionare i medici è come chiude l’unica porta aperta in faccia a quelle pazienti che avrebbero potuto trovare aiuto e consigli”, ha detto Ghada Hatem, tra i firmatari dell'appello di Liberation, che ha creato un rifugio per donne vittime di violenza in una delle banlieu più difficili di Parigi, ricordando come questa situazione stia “indubbiamente promuovendo un mercato nero dei certificati”.  La decisione di vietare i certificati di verginità in Francia fa parte di un ampio di segno di legge contro il separatismo islamico sostenuto dal presidente Macron, che il prossimo mese arriverà in parlamento. 

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