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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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La bugia più pericolosa di Donald Trump

Il presidente ammette che conosceva in anticipo la pericolosità del Sars-CoV-2 e che ha voluto sminuirlo per non creare panico: "Perché mentire al popolo americano?" si domanda il New York Times. E gli anziani, la fascia più a rischio, iniziano a voltargli le spalle

Non è nuovo agli scandali, ha superato in questi primi 3 anni e 9 mesi alla Casa Bianca storiacce che avrebbero affossato qualsiasi altro presidente ed errori  e gaffe che avrebbero segnato la fine della carriera per il 99 per cento dei politici statunitensi. Ce la farà anche stavolta? Di certo si parlerà a lungo dell'ultima imbarazzante uscita di Donald Trump. Nel nuovo libro 'Rage' (rabbia) il presidente ha confidato a Bob Woodward, il leggendario giornalista investigativo del caso Watergate, che sapeva già da settimane prima del primo decesso Usa per Covid-19 quanto il virus fosse realmente pericoloso, trasmissibile per via aerea, altamente contagioso e ben "più fatale di una forte influenza". Le anticipazioni del libro sono state diffuse dalla Cnn. "The Donald" sostiene di aver "sempre voluto minimizzarlo per non creare panico".

Trump ammette di aver sottovalutato l'impatto del coronavirus

I fatti, così come sono stati ricostruiti: lo scorso 28 gennaio, nel corso di un briefing allo Studio Ovale, Donald Trump venne informato della gravità dell'epidemia. Nonostante ciò nelle settimane successive minimizza a più riprese volutamente i rischi mortali del Covid. Il 7 febbraio il presidente dice al giornalista Bob Woodward che la situazione era molto più grave di quella che andava descrivendo pubblicamente: "Tu respiri l'aria e quella cosa ti entra. E' una cosa davvero delicata ed è molto più mortale dell'influenza". Un retroscena forte, che rischia di avere un peso sulla campagna elettorale che sta entrando nel vivo: "Questa è una roba mortale", asseriva Trump parlando col decano dei reporte a stelle e strisce. C'è il nastro della telefonata, difficile pensare che la Casa Bianca possa arrivare a smentire tutto. Anzi, i nastri: il presidente ha concesso per l'occasione 18 ampie interviste a Woodward tra dicembre e luglio.

Il problema è che in quegli stessi giorni e per le settimane successive, Trump rassicura costantemente la nazione, dicendo che il coronavirus non era peggiore di un'influenza stagionale, e prevedendo (non si a che titolo) che sarebbe presto sparito, forse addirittura"per Pasqua". Il 19 marzo, in un'altra telefonata, Trump conferma a Woodward di "aver sempre cercato di sminuire" la minaccia. Nello stesso periodo l'inquilino della Casa Bianca non si mostra in pubblico con la mascherina, irride chi lo fa, ne sminuisce l'importanza, e accusa di "richieste gonfiate" le amministrazioni locali che domandano attrezzature mediche.

Pietre o solo sassolini sulla credibilità di Trump?

Gli estratti del libro che circolano in queste ore possono essere pietre sulla credibilità di Trump. C'è ad esempio l'ex capo del Pentagono James Mattis che lo definisce "pericoloso" e "inadatto" a guidare il Paese. C'è l'ex capo della National Intelligence Dan Coat che, scrive Woodward, "continua a coltivare la segreta convinzione, cresciuta anziché diminuire, benché non supportata da prove di intelligence, che Putin abbia qualcosa su Trump. Come altro spiegare il comportamento del presidente? Coats non è in grado di vedere altre spiegazioni".

Ma sono le frasi di Trump sulla sua sottovalutazione del virus che "rischiano" di lasciare il segno. Perché nonostante la sua apparente comprensione della gravità della malattia e del suo metodo di trasmissione, in cinque città del paese Trump organizza grandi manifestazioni e comizi al chiuso, a cui prendono parte migliaia di suoi sostenitori, che vengono così posti a rischio contagio. "Perché mentire al popolo americano? Perché, come l'amministrazione accusa il governo cinese di fare, mentire al mondo sulla gravità di quella che è stata dichiarata pandemia solo pochi giorni dopo?" si chiede oggi il board editoriale del New York Times in un durissimo attacco alla Casa Bianca. Solitamente Trump risponde agli attacchi della stampa liberal bollando il tutto come "fake news" del "Failing New York Times". Stavolta non può farlo, ci sono i nastri.

"Il signor Trump e molti dei suoi sostenitori e alleati - si legge sul quotidiano - e alleati politici hanno minimizzato la gravità del coronavirus e hanno criticato le misure di salute pubblica implementate per prevenirne la diffusione. Di conseguenza, il coronavirus si è diffuso più velocemente e ha fatto ammalare o ucciso più persone negli Stati Uniti che in qualsiasi altra nazione. Se gli Stati Uniti avessero lo stesso tasso di mortalità per coronavirus del Canada, più di 100.000 americani potrebbero essere ancora vivi oggi".

Sotto accusa finisce la disastrosa gestione della pandemia da parte dell'amministrazione. Il New York Times incalza: "Quanti membri della sua amministrazione che sapevano (delle parole di Trump a Woodward, ndr) sono rimasti in silenzio? Il presidente ha ripetutamente cercato di mettere la museruola e mettere da parte scienziati e funzionari sanitari che non sono d'accordo con le sue valutazioni, spesso sostituendoli con persone meno qualificate disposte a cantare le sue lodi"

"È stato così che la task force del coronavirus del presidente ha rivisto le linee guida sui test per le persone asintomatiche proprio mentre il principale esperto di malattie infettive della task force, Anthony Fauci, stava subendo un intervento chirurgico. È così che, al settimo mese di pandemia, Scott Atlas , un neuroradiologo senza esperienza in focolai di malattie infettive, sostiene che non è compito del governo sradicare il coronavirus, mentre i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie rimangono in silenzio".

Trump, popolarità in calo tra gli anziani

La mancanza di leadership di Trump e le evidenti contraddizioni nella strategia di comunicazione hanno deluso molti elettori anche repubblicani. Gli elettori statunitensi sono però ancora più sensibili su un altro punto: Trump sapeva che milioni di persone potevano ammalarsi e molte sarebbero morte, e l'ha taciuto alla nazione. Imperdonabile. "Quasi 200.000 persone negli Usa sono già morte e altre centinaia di migliaia hanno sofferto conseguenze gravi dopo la positività al Sars-CoV-2. Decine di milioni di persone hanno perso il lavoro e milioni sono sul punto di perdere la casa. I sistemi scolastici e le reti di assistenza agli anziani stanno lottando per funzionare. L'economia è a pezzi" insiste il quotidiano.

Senza contare che uno dei dati più preoccupanti per il comitato di Donald Trump in queste settimane è quello che riguarda la popolarità del tycoon newyorchese tra gli anziani, o meglio tra gli elettori con più di 65 anni: proprio questo segmento demografico lo ha sostenuto con forza finora e gli ha permesso di vincere nel 2016 in alcuni stati chiave. Ma è la fascia più direttamente a rischio per l'epidemia di coronavirus. Secondo tutti i sondaggi nazionali Joe Biden è al momento in netto vantaggio in vista del voto del 3 novembre: ciò non significa nulla, perché saranno come sempre determinanti 4-5 stati in bilico nelle ultime tornate presidenziali. Ma Donald Trump inizia la volata finale nel peggiore dei modi. Parola del New York Times.

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