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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Trump incendia (ancora) il Medio Oriente: preoccupazione per i caschi blu italiani

Donald Trump con un tweet ha riconosciuto la sovranità israeliana sulle alture del Golan, una zona della Siria occupata da Israele fin dal 1967 durante la "guerra dei sei giorni"

Una dichiarazione che può destabilizzare il Medio Oriente: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump con un tweet ha riconosciuto la sovranità israeliana sulle alture del Golan, una zona della Siria occupata da Israele fin dal 1967 durante la "guerra dei sei giorni" al termine della quale anche l'Egitto perse la penisola del Sinai e la Striscia di Gaza e la Giordania la Cisgiordania e Gerusalemme Est.

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L'annessione unilaterale dei 1200 chilometri quadrati dell'altopiano montuoso sulla riva meridionale del lago di Tiberiade, non era stata riconosciuta neppure dalle Nazioni Unite. Nella stessa area si trovano le note fattorie di Shebʿā, area molto fertile, principale rivendicazione degli attacchi di Hezbollah ad Israele. 

Golan, tutti contro Trump

"Non permetteremo in nessun caso la legittimazione dell'occupazione del Golan" ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: "La disgraziata dichiarazione di Trump sulle Alture del Golan porta la regione alle porte di una nuova crisi".

Da parte sua la Siria ha denunciato le affermazioni di Trump come "una violazione delle risoluzioni internazionali".

Fa sponda anche il portavoce del presidente palestinese, Abu Mazen: "La legittimità di Gerusalemme e del Golan sono determinate dal popolo palestinese e da quello siriano".

L'Egitto "ha confermato la propria posizione che considera il Golan siriano come un territorio arabo occupato", scrive l'agenzia Mena citando un comunicato del ministero degli Esteri. La posizione del Cairo è basata sulla "legittimità internazionale" creata da varie risoluzioni dell'Onu con "in testa" la numero 497 del 1981 contro l'annessione israeliana. 

Secondo il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Ghasemi, la decisione del presidente americano "porterà nuove crisi" in Medio Oriente.

Per il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, "cambiare lo status delle Alture del Golan scavalcando il Consiglio di Sicurezza dell'Onu è una diretta violazione delle decisioni delle Nazioni Unite".

Preoccupazione per la presenza nella zona dei militari italiani impiegati nella missione Onu UNIFIL. Nata con la Risoluzione 425 del 1978 a seguito dell'invasione del Libano da parte di Israele.

A seguito di un attacco alle Israeli Defence Force (IDF), avvenuto il 12 luglio 2006, a Sud della Blue Line nelle vicinanze del villaggio israeliano di Zar'it, da parte di elementi Hezbollah, vennero uccisi otto soldati israeliani mentre altri sei vennero feriti e due catturati da dette milizie.

Al rifiuto della richiesta di rilascio, Israele iniziò una campagna militare in Libano mirata ad annientare le milizie di Hezbollah ed altri elementi armati; in conseguenza di ciò, milizie Hezbollah condussero degli attacchi contro infrastrutture civili israeliane nel Nord di Israele.

L'escalation delle ostilità portò le IDF a condurre una vasta campagna militare nel Nord della Blue Line contro le milizie armate di Hezbollah.

Le ostilità continuarono per 34 giorni durante i quali venne svolta una intensa attività diplomatica internazionale tesa al conseguimento di una tregua/cessate il fuoco per la successiva creazione di stabili condizioni di pace, che è culminata con la Risoluzione  n. 1701 dell'11 agosto 2006 con la quale si sanciva la cessazione delle ostilità a partire dal 14 agosto 2006.

Dall'inizio del cessate il fuoco, le IDF continuarono ad occupare larghi tratti dell'Area di Operazioni (AO) di UNIFIL mentre gli Hezbollah e gli elementi armati rimasero nel Sud del Libano. Dal 7 agosto 2018 il nostro Paese ha assunto nuovamente l’incarico di Head of Mission e Force Commander con il Generale di Divisione Stefano Del Col.

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