rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Mondo

Donald Trump sotto impeachment, che cosa succede adesso

L'iter, che potrebbe durare mesi, prevede che la palla passi al Senato. L'impeachment è un procedimento solo ed esclusivamente politico e nella storia non è mai andato "a buon fine". Succede tutto a meno di due mesi dall'inizio delle primarie. L’unico vero giudice realisticamente sarà l’elettorato americano a novembre 2020

Il presidente Usa Donald Trump finisce sotto impeachment. La Camera dei rappresentanti vota a favore della messa in stato d’accusa del presidente per abuso di potere (230 sì, 197 no) e per ostruzione al Congresso (229 sì, 198 no).

Perché due voti distinti? Il primo voto si riferisce all’articolo che incrimina Trump per abuso di potere, vale a dire per le presunte pressioni esercitate sull’attuale presidente ucraino Volodymyr Zelensky affinché la magistratura locale riaprisse un'inchiesta per corruzione sul figlio di Joe Biden. Trump avrebbe fatto pressioni utilizzando come leva gli aiuti americani già promessi.

Il secondo voto è relativo all’ostruzione all’inchiesta del Congresso. L’esito delle votazioni trasforma Trump nel terzo presidente - dopo Andrew Jackson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998 - a finire sotto impeachment. Richard Nixon, infatti, si dimise prima della formalizzazione dello stato di accusa.

Impeachment Trump, cosa succede adesso

L’iter, che potrebbe durare mesi, prevede che la palla passi al Senato, dove la maggioranza repubblicana in teoria potrebbe anche decidere di assolvere il presidente senza nemmeno esaminare la documentazione dell’inchiesta.

L'impeachment è infatti un procedimento solo ed esclusivamente politico: sono prima i deputati (a maggioranza semplice) e poi i senatori (con maggioranza dei due terzi) a decidere eventualmente se rimuovere un presidente. Trump e i repubblicani parlano di "caccia alle streghe". Il vero tema è che la richiesta di impeachment di Trump arriva a meno di due mesi dall'inizio delle primarie in vista delle elezioni presidenziali 2020. L'argomento sarà centrale nel corso della campagna elettorale. L’unico vero giudice realisticamente sarà l’elettorato americano a novembre 2020.

Va sottolineato che la rimozione di un presidente attraverso l’impeachment è un processo politico che, in tutta la storia degli Stati Uniti dal 1787 ad oggi, non è mai arrivato a conclusione positiva.

Che cos'è l'impeachment

La messa in stato di accusa è una procedura con la quale si prevede il rinvio a giudizio del presidente americano o di chi ricopre cariche pubbliche, qualora si ritenga che abbia commesso particolari illeciti nell'esercizio delle proprie funzioni. Nell'ordinamento giuridico statunitense, possono essere sottoposti al procedimento i componenti dell'esecutivo, dal presidente al vicepresidente fino ai funzionari delle amministrazioni statali, e i giudici intesi come membri delle giurisdizioni federali.

Il procedimento inizialmente è in mano alla Camera dei Rappresentanti, investita della funzione di discutere i presupposti dell'accusa ed eventualmente elevarla (con voto a maggioranza semplice dei presenti), e poi il Senato, che ha il ruolo di giudice (con voto a maggioranza dei due terzi dei presenti). Se a essere sottoposto a impeachment è il presidente degli Stati Uniti, il presidente della Corte suprema presiede il Senato.

Secondo un sondaggio del sito FiveThirtyEight.org il 47,4% degli statunitensi supporta l'impeachment e la rimozione di Trump, mentre il 46,6% non è a favore.

Quando si può attivare l'impeachment: tre casi

Ci sono tre casi previsti dalla Costituzione americana per attivare l'impeachment: tradimento, corruzione e "altri gravi crimini e misfatti". Uno dei principali problemi dell'impeachment è la definizione degli illeciti ed è su questo argomento, come nel caso di Trump, che nascono spesso controversie. Le sanzioni che contempla l'istituto sono la rimozione o destituzione dalla carica e l'interdizione dai pubblici uffici.

Impeachment, i precedenti

Nella storia Usa sono stati sottoposti a impeachment il presidente repubblicano Andrew Johnson nel 1868 e quello democratico Bill Clinton nel 1999. Quanto a Richard Nixon, non si può parlare propriamente di impeachment nel 1973 per lo scandalo Watergate, poiché lasciò la Casa Bianca prima che venisse avviata la procedura. Johnson, che aveva sostituito Abraham Lincoln dopo il suo assassinio fu sottoposto all'impeachment per alcuni supposti abusi nell'esercizio dei suoi poteri, e si salvò per un solo voto.

Clinton invece, subì l'impeachment per aver mentito sulla sua relazione con Monica Lewinsky, allora stagista alla Casa Bianca. I capi di imputazione nel suo caso furono spergiuro e l'ostruzione alla giustizia. Nel febbraio 1999, il Senato lo assolse. Nei casi di Johnson e Clinton il Senato assolse quindi il presidente.

E' improbabile che Trump lasci la Casa Bianca, quantomeno prima del gennaio 2021.

Impeachment Trump, migliaia nelle piazze Usa (ma l'esito è scontato)

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Donald Trump sotto impeachment, che cosa succede adesso

Today è in caricamento