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Martedì, 16 Aprile 2024
"caccia alle streghe" / Stati Uniti d'America

Trump rifiuta di rispondere all'interrogatorio per frode al fisco

L'ex presidente è indagato per le dichiarazioni al fisco della Trump Organization

Donald Trump si è rifiutato di rispondere alle domande dell'ufficio del procuratore generale di New York, dal quale era atteso oggi per testimoniare, sotto giuramento, nell'inchiesta sulle presunte frodi fiscali della Trump Organization, la società che amministra tutte le attività della famiglia del tycoon.

"Ho rifiutato di rispondere alle domande in base ai diritti e ai privilegi concessi a ogni cittadino dalla Costituzione degli Stati Uniti", ha affermato Trump in una nota. "Quando la tua famiglia, la tua azienda e tutte le persone a te vicine diventano il bersaglio di una caccia alle streghe infondata e politicamente motivata, sostenuta da avvocati, pubblici ministeri e Media Fake News, non hai scelta", ha aggiunto l'ex presidente. Lui la chiama "caccia alle streghe". I procuratori lo chiamano interrogatorio sotto giuramento. Donald Trump, l'ex presidente Usa - che ieri 9 agosto ha subito una perquisizione da parte dell’Fbi nella sua residenza a Mar-a-Lago per l'indagine sui documenti riservati che ha preso quando ha lasciato la Casa Bianca - è stato interrogato oggi 10 agosto sotto giuramento dalla procuratrice generale di New York Letitia James, nell'ambito dell'indagine sulle dichiarazioni al fisco della Trump Organization.

Si tratta di un punto di svolta cruciale in un'indagine civile di lunga data sulle sue pratiche commerciali. I rischi per Trump sono alti. L'ex presidente ha già in passato acconsentito a deporre ma per questa specifica istanza si è mostrato a più riprese riluttante, sottolinea il New York Times, al punto da riuscire a rinviare fino ad ora la deposizione considerata fondamentale per l'esito delle indagini sulla storia patrimoniale del tycoon e dell'attività immobiliare di famiglia, la Trump Organization.

Per il tycoon è invece una misura per frenare la sua ascesa alla Casa Bianca. "A New York City stasera. Domani vedrò il procuratore generale razzista di New York, per il proseguimento della più grande caccia alle streghe nella storia degli Usa", aveva commentato ieri sera l'ex presidente sul suo Truth Social, definendo la procuratrice "razzista". "La mia grande società, e io stesso, veniamo attaccati da tutte le parti. Repubblica delle banane!", aveva scritto sul social network.

L'indagine civile per presunta frode fiscale avviata nel 2019 riguarda la società di Trump ed è volta a verificare la veridicità delle valutazioni di proprietà che comprendono tanto grattacieli come campi da golf. All'inizio di quest'anno è arrivata un'ulteriore conferma per i sospetti della procuratrice generale di New York: dopo una valutazione dei documenti depositati, è emerso che le pratiche commerciali della società erano "fraudolenti o fuorvianti".

Da qui, la necessità di interrogare il tycoon Trump e due dei suoi figli per determinare chi sia il responsabile della frode. Ma trattandosi di una indagine civile, precisa il New York Times, James può citare in giudizio Trump ma non può avviare un procedimento penale. Tuttavia, lo spettro delle accuse penali incombe sulla deposizione: l'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan aveva condotto un'indagine penale parallela per verificare se Trump avesse frodato il fisco sulle valutazioni delle sue proprietà.

L'ex presidente sembra pronto a usare come pretesto le indagini e i procedimenti giudiziari per attirare su di sé l'attenzione e la solidarietà degli elettori, che si apprestano a votare per il mid-term in programma il prossimo autunno. 

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