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Martedì, 23 Aprile 2024
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Tunisia nel caos per proteste contro il carovita: violenze e saccheggi, c'è un morto

Disordini e scontri tra giovani scesi in strada per manifestare contro il carovita. Le manifestazioni non hanno più alcun carattere pacifico. Ordinarie le scene di violenze e saccheggi. Si teme l'infiltrazione di jihadisti tra i manifestanti

Tunisia, dilagano le proteste contro il carovita: tumulti di piazza a 7 anni dall'inizio della primavera araba che portò alla deposizione del dittatore Zine al-Abidine Ben Ali. La terza notte consecutiva di violenze ha coinvolto gran parte delle città del Paese nordafricano, con un bilancio di 328 arresti e 21 poliziotti feriti.

Il primo ministro Youssef Chahed ha puntato il dito contro il Fronte popolare, un partito di sinistra contrario alle misure di austerità. La nuova legge finanziaria sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: sotto la pressione del Fondo Monetario Internazionale, che a Tunisi ha prestato ben 2,9 miliardi di dollari nel 2016, sono state varate una serie di misure estremamente impopolari, perché vanno a colpire i beni di prima necessità, benzina, verdura, frutta, e dunque soprattutto le classi più disagiate.

Primavera araba, una rivoluzione tradita?

Tanti in Tunisia avevano riposto le proprie speranze nella rivoluzione di 7 anni fa, ma i giovani sono rimasti delusi dal suo esito e sopratutto dall'aumento del costo della vita. Le statistiche mostrano come nel paese nordafricano le disuguaglianze sociali si siano in realtà accentuate, così come il tasso di povertà, la disoccupazione e l'analfabetismo.

L'esercito è stato schierato attorno a banche, uffici postali e altri edifici governativi sensibili nelle principali città del Paese. La Tunisia è l'unica storia di successo della Primavera araba grazie alla sua transizione democratica, ma rimane bloccata dalla lentezza economica e sociale.

Tunisia e migranti, il caos che preoccupa l'Europa

Per l'Europa sarebbe troppo alto il prezzo da pagare qualora la stabilità politica venisse meno in Tunisia, unico interlocutore credibile per la faticosa lotta al traffico di migranti. Nel 2011, a seguito della rivoluzione, c’era stata un’impennata delle partenze verso l’Italia, anche attraverso la Tunisia.

Tunisia, violenze e saccheggi nelle città

A Siliana, nel nord-ovest, giovani manifestanti hanno lanciato sassi e bottiglie molotov contro la polizia e hanno cercato di fare irruzione in un tribunale nel centro della città. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni, riferisce l'emittente televisiva francese BFMTV. 

Gli scontri si sono ripetuti a Kasserine, dove manifestanti giovanissimi sotto i 20 anni tentano di bloccare strade bruciando pneumatici e lanciano sassi contro le forze di sicurezza. Da questa città nel nord-ovest del Paese arrivano voci di jihadisti infiltrati tra i manifestanti. Alla fine di agosto l'esercito effettuò un'imponente operazione antiterrorismo durata giorni, dopo un'imboscata di matrice jihadista sul monte Sammmama contro una pattuglia militare.

Secondo quanto riferito dal portavoce del ministero dell'Interno, Khelifa Chibani, citato dai media locali, sono state arrestate 328 persone coinvolte in episodi di saccheggio e violenza; 21 agenti sono rimasti feriti e 10 veicoli delle forze dell'ordine sono stati danneggiati. Chibani ha tuttavia sottolineato che c'è stato un miglioramento della situazione della sicurezza, con "una significativa diminuzione della violenza e del vandalismo rispetto alle due notti precedenti". 

Tunisia, violenze e saccheggi 7 anni dopo la rivoluzione

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Decine di manifestanti sono scesi in piazza a Tebourba, 30 km a ovest di Tunisi, dove già martedì si erano verificati disordini al funerale dell'uomo morto lunedì nella prima notte di scontri. Anche qui, lanci di lacrimogeni della polizia, secondo quanto riferito da testimoni. Secondo alcuni media locali, scene simili si sono svolte nei quartieri vicino a Tunisi. Proteste e scontri sono segnalati a Susa, Cite' Ibn Khaldoun, Cite' Etthadhamen, Hammam Lif, Beja, Thala, El Agba, Cite' Ennour. 

Leggi anche: Primavera araba, quando il "Quartetto per il dialogo nazionale tunisino" vinse il Nobel per la Pace"

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