Siria, la Turchia lancia unʼoffensiva anti-Isis con il sostegno degli Usa
Al via lʼoperazione "Scudo dellʼEufrate". Uccisi 46 militanti dello Stato Islamico. Il presidente turco Erdogan: "Vogliamo colpire jihadisti e milizie curde"
I carri armati turchi sono entrati in territorio siriano e hanno sparato contro le postazioni dell'Isis nella città siriana di Jarabulus, al confine con la Turchia. "Vogliamo colpire le roccaforti jihadiste e le milizie curde", ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il bilancio (provvisorio) è di 46 militanti dello Stato islamico uccisi.
L'esercito turco, sostenuto dalle forze della coalizione internazionale antijihadista, ha lanciato l'operazione prima dell'alba con aerei da guerra e forze speciali. Numerosi i bombardamenti effettuati in territorio siriano. La riconquista di Jarabulus è stata portata avanti anche dai miliziani dell'Esl (Esercito libero siriano), da diversi giorni ammassati alla frontiera in attesa della luce verde di Ankara per scattare all'offensiva.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato il proprio sostegno all'operazione, denominata "Scudo dell'Eufrate". Al momento il sostegno di Washington è stato dato sotto forma di condivisione delle informazioni di intelligence e di partecipazione dei consiglieri militari americani. Potrebbe però presto coinvolgere anche le forze aeree se la Turchia lo richiederà.
"Nessuno può pensare alla situazione siriana come indipendente dagli affari interni della Turchia", ha aggiunto Erdogan, sottolineando che la guerra civile siriana è collegata direttamente alle violenze sul territorio turco. "La via per risolvere il problema del terrorismo - ha proseguito il presidente turco - passa attraverso la soluzione dei problemi in Siria e in Iraq. La Turchia vincerà le minacce che vengono dalla Siria". Non si è fatta attendere la reazione delle milizie curde minacciate dall'avanzata turca. "La Turchia è nel pantano siriano e sarà sconfitta come l'Isis", ha scritto su Twitter il leader dei curdi siriani del Pyd, Saleh Moslem.