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Martedì, 23 Aprile 2024
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Turchia, cacciata ong italiana: "Minaccia a sicurezza nazionale"

Il ministero degli Interni turco ha negato il rinnovo della licenza necessaria ad operare nel Paese a quattro organizzazioni non governative straniere, tra cui l'italiana Cosv, per presunti legami con i separatisti curdi del Pkk e con i curdi siriani del Pyd-Pyg

Le autorità turche hanno interrotto le attività nel Paese di quattro organizzazioni non governative internazionali, tra cui l'italiana Cosv, Coordinamento delle organizzazioni per il servizio volontario. Il Governo di Ankara ha motivato il gesto adducendo ragioni di "sicurezza nazionale". Lo riporta il quotidiano turco Hurriyet che sottolinea come nel mirino delle indagini del ministero siano finiti i trasferimenti di denaro e collaborazioni con persone già segnalate alla polizia per presunti legami con i separatisti curdi del Pkk e con i curdi siriani del Pyd-Pyg.

Le altre ong cacciate dal territorio turco sono le americane Mercy Corps e Bsa (Business Software Alliance Incorporation) e la britannica Inso (International Ngo Safety Organization).

Nel frattempo cresce la tensione nel paese euroasiatico in vista del referendum costituzionale di domenica 16 aprile che darebbe nuovi poteri al presidente Recep Tayyip Erdogan. I sondaggi mostrano risultati controversi e rendono l'idea dell'indecisione che regna in una Turchia quanto mai divisa sul passaggio al presidenzialismo.

Frattanto una serie di maxi-blitz antiterrorismo ha portato all'arresto di 543 sospetti militanti curdi del Pkk e sospetti membri dell'Isis: secondo quanto reso noto dal ministero dell'Interno di Ankara le forze di sicurezza hanno catturato 412 presunti affiliati ai ribelli curdi in raid compiuti in 21 province, mentre 131 sono i sospetti jihadisti del sedicente Stato islamico finiti in manette in 13 province,.

I blitz giungono all'indomani della rivendicazione del Pkk dell'attacco di martedì alla stazione di polizia a Diyarbakir e in piena vigilia elettorale, mentre altri tre sospetti affiliati all'Isis sono attualmente ricercati nella città di Mersin, sulla costa mediterranea del Paese, sospettati di avere progettato un attentato per il giorno del referendum. 

Il 7 aprile l'Isis ha lanciato un appello affinchè "vengano attaccati tutti i seggi". 

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