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Venerdì, 19 Aprile 2024
La denuncia / Turchia

In Turchia bambini di 9 anni lavorano nei centri di riciclaggio dei rifiuti. E si ammalano

Un report di Human Rights Watch punta il dito contro Ankara ma anche contro l'Ue che sta alimentando il fenomeno aumentando notevolmente le esportazioni di plastica nel Paese

Bambini di soli nove anni starebbero lavorando nei centri di riciclaggio dei rifiuti plastici nella Turchia di Recep Tayyip Erdogan, rischiando di avere problemi di salute gravi e duraturi. La denuncia arriva da un report di Human Rights Watch secondo cui i lavoratori di questi stabilimenti, compresi i piccoli, e le persone che vivono in case situate "pericolosamente vicine" ai centri, hanno dichiarato ai ricercatori di soffrire di problemi respiratori, forti mal di testa e disturbi della pelle.

La Ong accusa il governo turco di aver aggravato l'impatto sulla salute e sull'ambiente dei lavoratori non facendo rispettare le leggi che impongono licenze rigorose e ispezioni regolari dei centri di riciclaggio. Secondo il report anche l'Ue, il più grande esportatore di rifiuti plastici nella nazione tra il 2017 e il 2021, e il Regno Unito, il più grande esportatore di plastica nello stesso periodo, contribuiscono "significativamente" alle violazioni dei diritti sanitari e ambientali del Paese. Nel 2020, la Turchia è stata il principale destinatario di plastica europea, importandone quasi 450mila tonnellate, e ciò ha contribuito alla crescita del settore nella nazione.

Lo studio di Hrw ha rilevato che i lavoratori degli impianti di riciclaggio della plastica e i residenti nelle vicinanze possono essere esposti a sostanze chimiche nocive quando inalano polveri o fumi tossici emessi durante il processo di riciclaggio, minacciando il loro diritto alla salute. L'esposizione all'inquinamento atmosferico espone i lavoratori e i residenti al rischio di sviluppare condizioni di salute significative per tutta la vita, tra cui cancro e danni al sistema riproduttivo. Dopo che la Cina ha vietato le importazioni di rifiuti plastici nel 2018, le esportazioni di questi materiali dal blocco verso la Turchia sono aumentate del 1.200%, passando da 38.804 tonnellate a 446.432 tonnellate nel 2021. Nel 2021 il Regno Unito ha esportato 122.898 tonnellate di rifiuti plastici nel Paese.

"I Paesi più ricchi d'Europa stanno inviando i loro rifiuti in Turchia, condannando alcune delle comunità più vulnerabili del Paese, tra cui bambini, rifugiati e migranti, a gravi rischi ambientali e sanitari", ha attaccato Krista Shennum, Gruber fellow di HRW e ricercatrice principale del rapporto, che ha chiesto "al Regno Unito, all'Unione Europea e ad altri Paesi di gestire i propri rifiuti a livello nazionale invece di esportarli in Turchia, dove stanno causando danni alla salute umana e ai diritti umani".

Nel Paese è illegale per i minori di 18 anni lavorare in impianti di rifiuti pericolosi, compresi quelli per il riciclaggio della plastica, in quanto l'esposizione a questi rifiuti è particolarmente dannosa per la salute dei bambini. "Il governo turco non riesce ad applicare le sue leggi: ha norme che proteggono le persone e l'ambiente, ma la mancata applicazione delle stesse sta aumentando il rischio di gravi condizioni di salute per tutta la vita", ha aggiunto Shennum parlando con il Guardian.

Di 26 lavoratori intervistati da Human Rights Watch, nove hanno iniziato a lavorare negli impianti di riciclaggio da bambini, tra cui cinque che erano ancora bambini al momento dell'intervista. I lavoratori del riciclaggio della plastica in tutta la Turchia hanno dichiarato all'organizzazione di percepire salari notevolmente inferiori a quello minimo turco e di lavorare in media 12 ore al giorno per sei giorni alla settimana. Il timore di perdere il posto gli impedisce di dubbi con i loro datori di lavoro sulle condizioni di lavoro dannose e per la mancanza dispositivi di protezione personale.

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