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Giovedì, 28 Marzo 2024
Accordo disatteso / Ucraina

Quando l'Ucraina consegnò le sue armi nucleari alla Russia in cambio di protezione

Lo aveva stabilito il Memorandum di Budapest del 1994 tra la neonata Russia e altri stati, tra cui l'Ucraina, già disatteso da Putin con l'invasione della Crimea del 2014. Ma qual è la sua validità?

Nel 1994, l'Ucraina aveva consegnato le proprie armi nucleari alla Russia in cambio di alcuni riconoscimenti, tra cui la sovranità territoriale e la protezione. Queste condizioni facevano parte del Memorandum di Budapest, firmato tra tre paesi dell'ex Unione sovietica - tra cui l'Ucraina - e Russia, Stati Uniti e Regno Unito. Putin ha già violato questi accordi nel 2014, con l'invasione della Crimea, ma il memorandum assume ancor più rilievo alla luce della invasione dell'Ucraina su larga scala di questi giorni. 

Il Memorandum di Budapest: i paesi coinvolti

In seguito alla dissoluzione dell'Unione sovietica del 1991, la Russia dovette formalizzare i rapporti con le ex repubbliche sovietiche che ne avevano fatto parte. Tra le questioni in ballo, bisognava risolvere il problema delle armi nucleari presenti in questi territori, tra cui l'Ucraina. Erano coinvolte anche Bielorussia e Kazakistan. 

Così, nel 1994 venne firmato il Memorandum di Budapest tra le ex repubbliche sovietiche Ucraina, Bielorussia e Kazakistan da una parte e Russia Stati Uniti e Regno Unito dall'altra. L'accordo arrivava dopo il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, per garantire all'Ucraina determinate condizioni in cambio del suo arsenale nucleare, considerato il terzo in ordine di grandezza dell'epoca.

Le armi passarono dunque alla Russia che risarcì l'Ucraina e finanziò la loro dismissione. La faccenda delle armi nucleari presenti in un contesto geopoliticamente fragile come quello delle ex repubbliche sovietiche preoccupava Stati Uniti e Regno Unito, che parteciparono attivamente alla questione. 

Le condizioni del Memorandum di Budapest 

Dopo la consegna delle armi nucleari, i paesi firmatari del Memorandum (Russia, Stati Uniti e Regno Unito) hanno confermato il riconoscimento dell'Ucraina, oltre che della Bielorussia e del Kazakistan, assicurando queste condizioni: 

  • L'indipendenza e la sovranità bielorussa, kazaka e ucraina nei confini esistenti;
  • L'astensione dalla minaccia o dall'uso della forza contro Bielorussia, Kazakistan e Ucraina;
  • L'astensione dall'usare pressioni economiche su Bielorussia, Kazakistan e Ucraina per influenzare la loro politica;
  • La ricerca di un'azione immediata del Consiglio di sicurezza dell'Onu per fornire assistenza a Bielorussia, Kazakistan e Ucraina in caso "dovessero diventare vittime di un atto di aggressione o oggetto di una minaccia di aggressione in cui vengono utilizzate armi nucleari";
  • L'astensione dall'uso di armi nucleari contro Bielorussia, Kazakistan e Ucraina;
  • Garantire consultazione in presenza di criticità sugli impegni presi.

Le violazioni di Putin

Nel 2014, il presidente russo Vladimir Putin decise di invadere la penisola di Crimea, territorio ucraino, che poi fu annesso tramite un referendum criticato dalla comunità internazionale per la poca trasparenza e integrità. 

Per tentare una mediazione intervenne il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che in una telefonata con Putin si appellò proprio al rispetto del memorandum di Budapest. L'invasione russa della Crimea costituiva infatti una violazione del memorandum per non aver rispettato l'indipendenza dei territori ucraini. Ma non fu l'ultima.

Il memorandum è stato nuovamente disatteso con l'invasione russa dell'Ucraina su larga scala iniziata il 24 febbraio scorso. 

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Che validità ha il memorandum?

Diversi esperti si sono interrogati sulla validità del memorandum, uno strumento giuridico diverso e in parte meno vincolante di un Trattato internazionale.

In teoria, un memorandum fornisce "assicurazioni" e non obblighi legali, ma alcuni studiosi di relazioni internazionali fanno notare che si tratta pur sempre di un documento formale sottoscritto da capi di stato che si impegnano a garantirne l'applicazione. 

Ma in ogni caso, le violazioni di trattati internazionali (come la Carta delle Nazioni Unite e l'Atto finale di Helsinki) da parte della Russia con gli atti di guerra degli ultimi giorni sono evidenti.

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