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Guerra Russia Ucraina: cinque cose da sapere oggi martedì 12 aprile 2022

Mariupol, battaglia finale. La diplomazia ha fallito e non fermerà la guerra a breve. Putin cerca una vittoria simbolica a Est prima del 9 maggio. Cosa c'è dietro la nomina del "macellaio della Siria". Il rischio carestia. 5 cose da sapere, il punto sul conflitto

La Russia sta concentrando decine di migliaia di soldati per la nuova offensiva, che di fatto "è già iniziata", avverte il presidente Volodymyr Zelensky. Le forze filorusse di Donetsk hanno fatto sapere che intensificheranno la loro lotta in Ucraina orientale. Mentre l'esercito ucraino dice che si sta preparando per "la battaglia finale" nella città assediata di Mariupol. Cinque cose da sapere oggi sulla guerra in Ucraina.

Guerra in Ucraina: 5 cose da sapere oggi

Mariupol, battaglia finale. La diplomazia ha fallito e non fermerà la guerra a breve. Putin cerca una vittoria simbolica a Est prima del 9 maggio. Cosa c'è dietro la nomina del "macellaio della Siria". Il rischio carestia.

Guerra Russia Ucraina: ultime notizie in diretta 

1) Mariupol, battaglia finale

A Mariupol è cominciata la battaglia, l'ultima prima della capitolazione che sembra inevitabile. La città è sotto assedio dal 25 febbraio, non sono rimasti in piedi nemmeno gli alberi in molte strade. Le forze dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, "grazie" ai bombardamenti dell'aviazione russa, ieri hanno preso il controllo del porto e la città è di fatto sotto il controllo delle forze di occupazione, se si eccettua un'area industriale - quella delle acciaierie - in cui rimangono asserragliati il battaglione Azov e quel che resta del battaglione Mariupol. La caduta del grosso centro sul Mare d'Azov darebbe alla Russia un ponte di terra verso la penisola di Crimea, che la Russia ha annesso otto anni fa. Mosca completerebbe così il corridoio terrestre che dal Donbass controllato dalle repubbliche filorusse arriva fino alla penisola. Gli assediati sono in trappola, stretti tra il mare alle loro spalle dal quale le navi da guerra bombardano ogni giorno e un assortimento di soldati russi, combattenti ceceni e miliziani separatisti forte di almeno quindicimila uomini. 

2) La diplomazia ha fallito e non fermerà la guerra a breve

Il sito ufficiale del Cremlino nemmeno dà comunicazione della visita avvenuta ieri tra il presidente russo e il cancelliere austriaco Nehammer. "Non posso dire di essere uscito più ottimista dall'incontro - ha detto Nehammer -. Putin non si è mostrato particolarmente sensibile agli sforzi negoziali degli ucraini, e ho avuto l'impressione che Mosca si stia preparando a una massiccia offensiva". Il cancelliere austriaco è stato il primo capo di governo dell'Ue a incontrare il presidente russo dall'inizio della guerra. "Fondamentalmente, ogni tentativo di portare la pace in Ucraina è utile per noi", ha detto un portavoce della Commissione a Bruxelles. Il cancelliere non nutre speranze. Putin, ha detto, "diffida della comunità e del diritto internazionali". La pensa cpsì anche il rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, tanto da aver ribadito che al momento si debba puntare sull’invio di armi a Kiev, perché "normalmente le guerre sono vinte o perse sul campo di battaglia". Il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov ha risposto duramente: le dichiarazioni di Borrell, ha detto alla tv Rossija 24 "cambiano significativamente le regole del gioco. Mai prima d’ora la Ue aveva parlato o agito come un’organizzazione militare".

3) Putin cerca una vittoria simbolica a Est prima del 9 maggio

Le prossime quattro settimane saranno decisive Putin punta a presentare alla popolazione una qualche forma di successo militare in Ucraina entro il prossimo 9 maggio, il giorno in cui, come ogni anno, in Russia si celebra la Giornata della Vittoria, in memoria della capitolazione della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale, l’elemento più unificante dell’identità nazionale. Putin ha fatto leva sul ricordo di quel sacrificio quando ha presentato quella che chiama “operazione militare speciale” in Ucraina come una campagna di “denazificazione”. È probabile che il suo piano iniziale fosse di portare al termine i combattimenti entro quella data per potersi accreditare agli occhi della popolazione come un moderno Josif Stalin che non solo sconfigge i neo-nazisti, ma restituisce a Mosca il suo ruolo di grande potenza. Sarebbe estremamente imbarazzante per Putin presenziare alla parata militare nella Piazza Rossa senza poter esibire un minimo successo: la decisione di concentrare le truppe russe nel Donbass serva a Mosca a conseguire a breve termine un risultato bellico da poter celebrare il 9 maggio.

4) Cosa c'è dietro la nomina del "macellaio della Siria"

Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan ha affermato che la nomina di un generale russo soprannominato il "macellaio della Siria" per guidare la guerra in Ucraina è "coerente" con la sua gestione della guerra. Il generale Alexander Dvornikov, 60 anni, in precedenza aveva guidato le operazioni russe in Siria, dove le forze russe sono state accusate di aver preso di mira deliberatamente aree civili. In precedenza aveva prestato servizio anche in Cecenia. Sullivan ha affermato di ritenere che la nomina di Dvornikov sia un segno che la Russia intende applicare una politica di "terra bruciata". "Abbiamo visto atrocità e crimini di guerra e uccisioni di massa e immagini orribili e scioccanti da città come Bucha e attacchi missilistici a Kramatorsk", ha detto. "Penso che questa [la nomina del generale] sia un'indicazione che ne vedremo di più".  La nomina di Dvornikov come primo anello della catena di comando per guidare l'attacco all'Ucraina, potrebbe portare un maggiore coordinamento dell'assalto, sebbene evidenzi anche che la Russia non aveva un solo uomo incaricato dell'intera invasione dell'Ucraina. Sulla base delle analisi di funzionari del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ogni unità di diversi distretti militari operava senza coordinamento. Dvornikov è conosciuto come un comandante spietato e schiererà tattiche utilizzate in Siria ora in Ucraina. È stato in Cecenia 20 anni fa. Si tratta di liberare le città riducendole in macerie», ha detto al Telegraph un altro analista militare.

5) Il rischio carestia 

L’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell ha accusato ieri Mosca "di provocare una carestia a livello mondiale". L’accusa è giunta in occasione di un incontro dei ministri degli Esteri che in mancanza di accordo su una nuova tornata di sanzioni economiche vogliono continuare ad armare l’esercito ucraino nella guerra contro la Russia, anche con «armi pesanti» ha detto il governo tedesco. "Mosca sta imputando alle nostre sanzioni la scarsità di beni alimentari – ha detto l’ex ministro spagnolo –. Non è così. Le forze armate russe stanno distruggendo i campi di grano in Ucraina e bloccando le navi cariche di mais nei porti ucraini. Con il risultato che la Russia sta provocando una carestia a livello mondiale". La Russia e l’Ucraina rappresentano insieme il 30% del fabbisogno mondiale di grano.

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