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Guerra Russia Ucraina: cinque cose da sapere oggi mercoledì 13 aprile 2022

La fascia bianca dei russi per capovolgere la verità di Bucha. Mariupol isolata dal mondo: "I morti forse sono 20mila". La battaglia dell'Est deciderà le sorti della guerra. Sostituire il gas russo sarà un salasso per l'Occidente. Profughi ucraini in Italia: le 4 regioni sotto pressione

Guerra Russia Ucraina: cinque cose da sapere oggi mercoledì 13 aprile 2022. La fascia bianca dei russi per capovolgere la verità di Bucha. Mariupol isolata dal mondo: "I morti forse sono 20mila". La battaglia dell'Est deciderà le sorti della guerra. Sostituire il gas russo sarà un salasso per l'Occidente. Profughi ucraini in Italia: le 4 regioni sotto pressione.

Guerra Russia Ucraina: ultime notizie in diretta

1) La fascia bianca dei russi per capovolgere la verità di Bucha

Niente più "Z". Ora è la fascia bianca stretta sul braccio il nuovo simbolo della propaganda russa, del sostegno a Vladimir Putin e alla sua “operazione militare speciale” in Ucraina iniziata il 24 febbraio. Autorità locali e dipendenti statali stanno inondando VKtonkte, il social più usato da Mosca a Vladivostok, di foto in posa col nuovo vessillo dell’orgoglio patriottico accomunate dall’hashtag #BelajaPoVjaZka (“Benda bianca”). Un modo semplice, scrivono, per dichiarare il proprio sostegno "ai nostri ragazzi" in Ucraina e per "mostrare solidarietà a quei pacifici ucraini che hanno sofferto o sono morti a causa del fuoco indiscriminato delle forze armate ucraine e dei battaglioni nazionalisti".  Chiaro il riferimento alle vittime di Bucha, la cittadina a Est di Kiev, rinvenute con le mani legate dietro la schiena da bende bianche. Secondo il quotidiano Komsomolskaja Pravda "i nastri bianchi sono i segni di riconoscimento russi", ma "li indossavano anche i civili nei centri controllati dall’esercito russo" che per questo sarebbero "stati fucilati dai battaglioni ucraini di difesa territoriale". Una versione contestata da Kiev e smentita da decine di testimonianze.

2) Mariupol isolata dal mondo: "I morti forse sono 20mila"

Mariupol è stata rasa al suolo dal fuoco di Vladimir Putin, bombardata notte e giorno senza sosta da un mese e mezzo. Ormai l'80% di Mariupol, il centro e la maggior parte dei quartieri residenziali, sono sotto il controllo delle russe e delle milizie di Kadyrov, mentre si combatte ancora nell'Azovstal, l'acciaieria più grande d'Europa a ridosso del porto. La stima delle vittime, che purtroppo sembra coincidere nelle due versioni - ucraina e separatista - parla di "almeno 20.000 civili uccisi", secondo fonti riportate oggi dalla Stampa. Senza contare i sepolti vivi, gli abitanti di Mariupol che da 45 giorni fanno la fame nei bunker e nelle cantine, sotto l'incessante martello dei bombardamenti. Nel settore conquistato dai russi la rete telefonica ucraina è stata sostituita da quella dei separatisti. I cellulari, quasi tutti, non servono più. Non funzionano. I contatti con l'esterno arrivano solo quando si riesce a scappare.

3) La battaglia dell'Est deciderà le sorti della guerra

Le truppe russe sono impegnate a riorganizzarsi e riposizionarsi lungo il fronte orientale, al fine di intensificare le operazioni nel Donbass:  si starebbero riorganizzando e rifornendo di munizionamento, cibo e carburante in diverse aree sul territorio della Federazione Russa, prima di fare ingresso in Ucraina e prendere parte attiva ai combattimenti. In base all'analisi di alcune immagini satellitari, le forze di Mosca si starebbero concentrando nelle aree di Belgorod e Voronezh, a nord dell'Ucraina, e a Matveev Kurgan, a sud-est. Da qui potrebbero poi entrare proprio nel Donbass, unendosi ai reparti già schierati e attivi nella regione. Vladimir Putin ha affidato le redini della battaglia ad Aleksandr Dvornikov, ribattezzato “il macellaio” per i precedenti nella seconda guerra cecena e in Siria: civili massacrati, obiettivi raggiunti. Zelensky ha consegnato le chiavi delle forze armate a Zaluzhnyi, che combatte nel Donbass dal 2014 e ha più volte ribadito di ritenere necessario "condurre operazioni offensive per liberare i territori occupati". Decisamente non è uno stratega di pace. Ma ha respinto l’avanzata dei russi a nordovest impedendo che prendessero Kiev "in due giorni", e si è conquistato il soprannome di generale "di ferro". 

4) Sostituire il gas russo sarà un salasso per l'Occidente

Gas Usa molto più costoso del russo: salasso di almeno il 50% in più. Un'inchiesta del Sole 24 Ore racconta  che un carico di Gnl costava a dicembre oltre 30 milioni con trasporto e rigassificazione, conto oltre 120 milioni comprando da intermediari: cnque volte più caro dei prezzi di Gazprom, se invece di importare direttamente da produttori Usa ci si rivolge a un intermediario tra i colossi del commercio globale di gas liquefatto. La sfida – anche economica – per ricostruire il nostro sistema di approvvigionamenti energetici evitando la dipendenza da Mosca è immane. Che il Gnl, in generale, sia più caro delle forniture via gasdotto è intuitivo: dai giacimenti il gas dev’essere trasferito a impianti speciali, dove viene liquefatto a una temperatura di 162 gradi sotto zero che ne riduce il volume di circa 600 volte, poi c’è il trasporto su navi metaniere e infine, una volta a destinazione, bisogna rigassificare il carico. "Non c'è ancora chiarezza in Europa sulla questione del gas russo, di conseguenza nessuno può essere sicuro che ci sia una volontà comune in Europa di fermare i crimini di guerra della Russia", ha attaccato il presidente ucraino Zelensky in videoconferenza con il parlamento lituano. A Bruxelles si lavora per approvare un ulteriore pacchetto di sanzioni energetiche; obiettivo della Commissione è ridurre di due terzi le importazioni russe nel 2022 rivolgendosi ad altri fornitori (Norvegia, Algeria, Azerbaijan), e anche questo, se non si ridurranno drasticamente i consumi, non sarà sufficiente. 

L'Italia farà fatica a sostituire il gas russo senza la Libia

5) Profughi ucraini in Italia: le 4 regioni sotto pressione

Oltre 91mila ucraini sono arrivati in Italia dall'inizio della guerra, per la metà sono donne, quasi 34mila sono bambini. E ci sono quattro regioni sono sotto pressione. A fare il punto sull'accoglienza dei profughi è il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, che ipotizza la necessità di una redistribuzione se i numeri dovessero aumentare ulteriormente.  Le città di destinazione dichiarate all'ingresso in Italia si confermano in maggioranza Milano, Roma, Napoli e Bologna. "Ci sono regioni sotto pressione, come Emilia-Romagna, Lombardia, Lazio e Campania". Il governo ha previsto da un lato l'aumento dei posti nell'ambito del sistema di accoglienza assicurati da Comuni ed enti del Terzo settore, dall'altro forme di sostentamento per coloro che abbiano trovato autonoma sistemazione. Sono previsti 15.000 posti, diversi da quelli previste nell'ambito delle strutture di accoglienza, e la Protezione Civile ha pubblicato sul proprio sito un "avviso per l'acquisizione di manifestazioni di interesse", cui enti e realtà associative che operano nell'accoglienza potranno candidarsi entro il 22 aprile. E' previsto poi un contributo di 300 euro per ogni cittadino ucraino in possesso della protezione temporanea e di 150 euro per ogni minore. Il contributo diretto ai profughi ucraini in Italia, ha assicurato il Capo della Protezione Civile, sarà erogato "il prima possibile, al massimo entro qualche settimana".

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