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Sabato, 20 Aprile 2024
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Guerra in Ucraina: cinque cose da sapere oggi

Quanto può resistere l'economia russa. Che fine faranno gli evacuati dall'acciaieria Azovstal. Kiev: "La guerra durerà a lungo". Armi dall'Italia all'Ucraina: per ora nessun nuovo decreto. Il giallo dell'aviazione russa "scomparsa". Le ultime notizie sul conflitto

Guerra in Ucraina, cinque cose da sapere oggi mercoledì 18 maggio 2022. Quanto può resistere l'economia russa. Che fine faranno gli evacuati dall'acciaieria Azovstal. Kiev: "La guerra durerà a lungo". Armi dall'Italia all'Ucraina: per ora nessun nuovo decreto. Il giallo dell'aviazione russa "scomparsa".

1) Quanto può resistere l'economia russa

Molti analisti temono ora lo scenario di un conflitto prolungato, combattimenti "centimetro su centimetro" sul fronte del Donbass. Forse Putin ritiene che l’economia ucraina non riuscirà a reggere a lungo: ma anche le forze dell’economia russa non sono infinite. Il tempo gioca contro Mosca. Il valore del rublo è tornato ai livelli precedenti la guerra iniziata il 24 febbraio. Tutto grazie all'export di energia: la vendita di gas e petrolio porta ogni giorno in cassa fino a un miliardo di dollari. Ma in prospettiva le risorse del Cremlino devono affrontare anche il rischio di default sul debito sovrano con l'estero. Rischio evitato, finora: Mosca ha rispettato le scadenze dei mesi scorsi, rimborsando 650 milioni di dollari grazie a un’esenzione del Tesoro americano che ha autorizzato i pagamenti. L’esenzione però termina il 25 maggio prossimo.E poi c'è l’esposizione esterna delle imprese russe, quattro volte superiore a quella dello Stato. Si intravede la catena che alimenterà l’inflazione, esaurirà le scorte, costringerà le fabbriche a chiudere, decimerà i posti di lavoro fino a inaridire la domanda. L’economia più integrata a livello globale tra i Paesi Bric avrà bisogno di tempo per adattarsi. La crisi colpirà duro. In Russia non c'è un settore industriale che non usi parti o attrezzature importate. Il periodo in cui l’economia potrà vivere di scorte non è infinito. Il secondo e terzo trimestre del 2022 daranno indicazioni decisive per capire la Russia che verrà.

2) Che fine faranno gli evacuati dall'acciaieria Azovstal

Sono proseguite le procedure di evacuazione dei soldati ucraini, tra cui molti feriti, asserragliatisi all'interno del complesso industriale Azovstal a Mariupol. Oltre 260 combattenti sarebbero stati portati fuori dall'impianto e condotti in alcuni ospedali situati all'interno dell'area sotto controllo russo, per essere curati. Per altri l'evacuazione sarebbe in corso. Probabilmente molti di loro saranno scambiati con prigionieri di guerra russi nel corso dei prossimi giorni. Non è chiaro in realtà che ne sarà dei difensori di Mariupol finiti nelle mani del nemico, prigionieri di guerra scomodi. "I soldati del battaglione Azov non meritano di vivere dopo i mostruosi crimini contro l'umanità che hanno commesso" dice il deputato russo, Leonid Slutsky, mentre il deputato della Duma, Sultan Khamzaev si è limitato a chiedere l'ergastolo. Secondo vari osservatori, Mosca rivendicherà soprattutto in patria il raggiungimento di un obiettivo importante come la caduta di Mariupol e la sconfitta del reggimento Azov; mentre per gli ucraini simbolicamente non è una totale sconfitta evacuare i combattenti che hanno eroicamente resistito per settimane: sono celebrati come eroi in vita. Per Mosca sono "criminali nazisti". Dal Cremlino il portavoce Dmitry Peskov comunica che i combattenti di Azovstal saranno trattati "in linea con le leggi internazionali". In Ucraina ci credono in pochi. Il 26 maggio la Corte suprema russa su richiesta della Procura generale prenderà in esame la natura del reggimento Azov, per decidere se si tratta di un "gruppo terrorista" oppure no.

3) Kiev: "La guerra durerà a lungo"

Il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov ha dichiarato ieri che la guerra con Mosca sta entrando in una "fase prolungata", con i russi che cercano il pieno controllo della regione del Donbass e di occupare il sud. "La Russia si sta preparando per un'operazione militare a lungo termine", ha detto ai ministri della Difesa dell'Unione europea e al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. "La guerra sta entrando in una fase prolungata", ha aggiunto in questo discorso, il cui testo è stato pubblicato sul suo account Facebook. Secondo Oleksiï Reznikov, le truppe russe stanno attualmente fortificando le loro posizioni nei territori che occupano nelle regioni di Zaporizhia e Kherson, per "entrare in modalità difensiva se necessario". "Al momento, i principali sforzi del Cremlino sono concentrati sui tentativi di accerchiare e distruggere il consolidamento delle forze armate ucraine nelle regioni di Donetsk e Luhansk" nell'est del Paese, in parte nelle mani dei separatisti filo-russi, ha proseguito.

4) Armi dall'Italia all'Ucraina: per ora nessun nuovo decreto

Il Movimento 5 Stelle vuole la conta in Aula. Giuseppe Conte chiede che sia messo agli atti il "no" pentastellato all’invio di nuove armi all'Ucraina: "L’Italia ha già dato". Tale posizione in parte è la stessa di Matteo Salvini e anche di Silvio Berlusconi. Il leader della Lega e il Cavaliere però non hanno alcuna intenzione di perorare la causa del braccio di ferro. Il quarto decreto sull'invio degli aiuti militari all'Ucraina, già allo studio da giorni, di fatto viene per il momento accantonato. L'esecutivo è d'accordo a valutare l'evoluzione del conflitto prima di ogni altra decisione formale, e il premier Draghi scommette molto sui canali diplomatici che si sono faticosamente riaperti con il Cremlino. L'ultimo decreto, il terzo, è stato da poco pubblicato in Gazzetta ed è in grado di coprire le prossime settimane. Draghi vuole evitare polemiche con Lega e M5S sull'invio di mezzi più pesanti. Un altro decreto arriverà solo se il conflitto si inasprirà e volgerà di nuovo al peggio per Kiev

5) Il giallo dell'aviazione russa "scomparsa"

Si pensava all'inizio dell'invasione che l'aviazione russa (1.435 aerei da combattimento, di cui centinaia nuovissimi, contro i 98 di Kiev) avrebbe giocato un ruolo da assoluta protagonista. Non è stato così. Nelle prime settimane si riteneva che gli stormi venissero tenuti di riserva, ma sono poi sttai utilizzati per bombardare le città indifese del Donbass, a pochi minuti di volo dalle basi russe. Qualcuno ha messo in dubbio la fedeltà politica dell’aeronautica, anche a causa dell’esclusione dalla parata del 9 maggio, ma il generale Sergei Surovikin è legatissimo a Putin. La verità, secondo un'analisi di Repubblica, è semplice, speculare a quella che si riscontra sul terreno: "Le squadriglie russe non sono preparate per un conflitto moderno. Vanno in azione alla spicciolata come nella Seconda guerra mondiale: partono per colpire un bersaglio o per pattugliare un pezzo di nuvole, senza trasformarsi in un fattore decisivo della battaglia. Nulla a che vedere con l’ossessione della Nato per la supremazia dell’aria, quella che nel 1999 ha permesso di conquistare il Kosovo senza che un solo soldato entrasse in campo e che da allora è stato il mantra delle potenze occidentali". E poi c'è il tema dell'addestramento: "I piloti russi i piloti volano in media cento ore l’anno, pochissime rispetto agli standard della Nato. Molto diversa la formazione dei cacciatori ucraini, diplomati negli Usa". Manca una strategia: l'aviazione russa non concepisce coordinamento né in cielo, né in terra. I caccia non sono abituati a gestire i raid sincroni con i reparti dell’esercito. 

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