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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ucraina

Allarme rosso a Kiev: ecco perché si combatte e si muore in piazza alle porte dell'Unione europea

La posta in gioco per l'Ucraina e i suoi 45 milioni di abitanti è enorme, con il destino del paese che è diventato parte di una battaglia strategica più ampia tra l'Occidente e la Russia. BBC e Independent spiegano perché gli ucraini continuano a scendere in piazza

La violenza è scoppiata nella capitale ucraina Kiev, ancora una volta, con decine di persone che sono rimaste uccise durante gli scontri tra manifestanti anti-governativi e polizia.

Lo stallo, che ha oscillato tra calma e violenza per mesi, è crollato drammaticamente il 18 febbraio, quando la polizia antisommossa si è attivata per smantellare l'accampamento dei dimostranti in Piazza Indipendenza. La BBC e The Independent provano a fare chiarezza su quello che sta realmente succedendo in Ucraina, a due passi dai confini dell'Unione Europea. 

La posta in gioco per l'Ucraina e i suoi 45 milioni di abitanti è enorme, con il destino del paese che è diventato parte di una battaglia strategica più ampia tra l'Occidente e la Russia.

PER COSA SI PROTESTA?
I manifestanti vogliono le dimissioni del presidente Viktor Yanukovych. Le persone in piazza dicono che stanno lottando per il futuro sviluppo del paese: l'Ucraina sarà un paese basato sullo Stato di diritto o un'oligarchia in stile russo? Le proteste sono scoppiate dopo che il governo del presidente Viktor Yanukovich ha respinto un accordo di vasta portata con l'Unione europea nel novembre 2013. Yanukovich ha deciso di stringere legami più forti con la Russia. Migliaia di persone, indignate dal fatto che la lunga aspirazione all'integrazione con l'Europa era stata piantata in asso, si sono riversate in piazza nel centro di Kiev, per protestare pacificamente. Hanno occupato Piazza Indipendenza, nota come Maidan. Diversi eventi - compresi gli attacchi violenti della polizia sui manifestanti e sugli studenti, pesanti nuove leggi anti-proteste, e il sequestro e il pestaggio di attivisti dell'opposizione - hanno fatto sì che le manifestazioni si intensificassero.

PERCHE' LA SITUAZIONE E' DEGENERATA?
L'improvviso aggravarsi degli scontri di piazza il 18 febbraio - di gran lunga il giorno più sanguinoso dall'inizio delle proteste - ha colto molti di sorpresa. Entrambe le parti si accusano a vicenda, non è chiaro chi abbia sparato il primo colpo. Il giorno precedente era stato calmo. Il governo e l'opposizione avevano firmato un accordo - l'amnistia per i manifestanti arrestati, se i manifestanti se ne andrano dagli edifici governativi occupati. L'opposizione aveva accettato, ma il presidente del parlamento ha bloccato l'accordo. A questo punto i manifestanti hanno marciato sul parlamento. La polizia ha cercato di bloccare la strada. I manifestanti hanno cercato di forzare i cordoni della polizia. Gli scontri violentissimi sono iniziati così.

CHI SONO I BERKUT?
I Berkut sono un'unità speciale di poliziotti legati al Ministero dell'Interno e il loro scopo è quello di controllare grandi folle. Sono noti per la loro brutalità e almeno una stazione televisiva privata ucraina, ICTV, ha  apertamente criticato la polizia antisommossa per le loro azioni violente verso i manifestanti. Amnesty ha chiesto un'indagine sulle accuse di utilizzo abusivo della forza da parte degli agenti della polizia antisommossa Berkut durante una manifestazione nel mese di novembre.

SCONTRI IN UCRAINA | FOTO INFOPHOTO

CHI SONO I MANIFESTANTI?
Le proteste sono state più intense nella zona di Kiev e nell'Ucraina occidentale, dove c'è una maggiore affinità con l'Europa. Ma ci sono state proteste anche nell'Ucraina orientale. I leader dei tre partiti di opposizione in Parlamento - Vitali Klitschko del movimento pro-UE Udar, Arseniy Yatsenyuk della principale formazione di opposizione Patria, e Oleh Tyahnybok dell'organizzazione estrema destra Svoboda - sono stati in Piazza Indipendenza, nel tentativo di indirizzare le proteste e cercando di presentare un fronte unito. Ma questi leader non sembrano godere della piena fiducia di molti manifestanti. Il partito Patria, in particolare, è considerato da chi è in piazza "contaminato" dai suoi ultimi anni di governo e viene visto da alcuni come parte dell'establishment politico. Alcuni gruppi della destra radicale sono stati in prima linea negli scontri con la polizia, anche se non è chiaro quanto sostegno abbiano tra i manifestanti.

QUAL E' LA POSTA IN GIOCO?
L'Ucraina sembra essere bloccata in un moderno "Grande Gioco". Vladimir Putin vuole fare della Russia un fattore economico globale, rivaleggiando con la Cina, gli USA e l'UE. A tal fine sta creando un'unione doganale con altri paesi e vede l'Ucraina come un naturale elemento, di vitale importanza, anche per i profondi legami culturali e storici dei due paesi. L'Unione Europea sostiene che l'eventuale adesione di Kiev all'Ue potrebbe valere miliardi di euro per l'Ucraina, modernizzare la sua economia e dare l'accesso al mercato unico. Tuttavia molti ucraini dell'est, che lavorano nell'industria pesante che rifornisce i mercati russi, hanno paura di perdere il lavoro se Kiev abbraccerà le politiche di Bruxelles. Nell'ovest del paese si aspira invece a quello stato di diritto che l'Unione porterebbe "naturalmente" con sé. E portano ad esempio la Polonia. Nel 1990 l'Ucraina aveva un PIL più alto della Polonia, oggi invece l'economia polacca vale quasi tre volte di più.

L'UCRAINA SI DIVIDERA' IN DUE STATI?
Il rischio di una guerra aperta non sussiste, ma se le violenze continueranno la tensione tra le parti potrebbe diventare insostenibile ed estendersi su tutto il continente. Molto è stato detto sul divario linguistico-culturale tra l'Ucraina dell'est e dell'ovest. Il russo è ampiamente parlato in alcune parti dell'est e del sud, e in alcuni luoghi, come la penisola di Crimea, è la lingua principale. Il motivo va cercato nella pesante immigrazione dalla Russia durante l'era sovietica. Nelle regioni più occidentali - in cui Polonia e Austria sono state dominanti politicamente e culturalmente per centinaia di anni - la popolazione parla ucraino, tende ad essere più nazionalista e si identifica con l'Europa centrale. Le mappe elettorali mostrano che le aree in cui una percentuale significativa di persone parla il russo sono quelle in cui gli elettori hanno votato per Yanukovich nel 2010. Alcuni commentatori suggeriscono che questo dimostra come il paese rischi di dividersi, ma è improbabile. Gli Ucraini si sentono ucraini, da est a ovest, da nord a sud.

COME HA REAGITO L'OCCIDENTE?
Gli inviati occidentali hanno condannato le violenze in Ucraina e hanno chiesto il dialogo tra governo e opposizione. Dopo i violenti scontri del 18 ottobre scorso, i ministri degli esteri dell'UE e il segretario di Stato americano John Kerry hanno detto che avrebbero preso in considerazione l'introduzione di sanzioni. La posizione ufficiale dell'UE sull'accordo abbandonato nel mese di novembre è che la porta rimane aperta per l'Ucraina. I diplomatici USA e UE hanno visitato Piazza Indipendenza e espresso sostegno per il diritto alla protesta pacifica.

Kiev, guerra fra polizia e manifestanti: è un massacro

CHI HA IL PALLINO IN MANO A KIEV?
Mosca ha chiaramente una forte influenza su Yanukovich, che è stato sostenuto dalla Russia durante la Rivoluzione Arancione del 2004, quando la sua elezione fu condizionata dai brogli. Per molti osservatori, la Russia sta usando un approccio carota-e-bastone con l'Ucraina. Ha sospeso i prestiti quando il governo ucraino si è dimesso, e limitato il commercio quando l'Ucraina sembrava stesse per firmare con l'UE. L'UE ha definito questa pressione economica "inaccettabile". Ma la Russia accusa l'Unione europea di cercare di fare lo stesso, usando il libero scambio con l'Europa come "tentazione". Ci sono anche molti ricchissimi oligarchi in Ucraina che influenzano la politica da dietro le quinte. Il più ricco, Rinat Akhmetov, ha rilasciato dichiarazioni forti sostenendo il diritto alla protesta pacifica della popolazione. Ma alcuni oligarchi sostengono le proteste solo perché sono stati messi da parte sotto la presidenza di Yanukovich, in favore di un nuovo gruppo di oligarchi vicini alla famiglia Yanukovich.

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