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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Guerra in Ucraina: cinque cose da sapere oggi

Donbass: sarà una lunga guerra. C'è chi resiste ancora dentro l'acciaieria Azovstal. Prove tecniche di tregua: si apre un minimo spiraglio. Un Piano Marshall per il futuro dell'Ucraina. La caduta di Putin è ancora uno scenario credibile?

Guerra in Ucraina, cinque cose da sapere oggi venerdì 20 maggio 2022. Donbass: sarà una lunga guerra. C'è chi resiste ancora dentro l'acciaieria Azovstal. Prove tecniche di tregua: si apre un minimo spiraglio. Un Piano Marshall per il futuro dell'Ucraina. La caduta di Putin è ancora uno scenario possibile? Il punto sul conflitto.

1) Donbass: sarà una lunga guerra

Giovedì il Pentagono ha avvertito che, nonostante i successi delle forze ucraine a Kharkiv, l'esercito russo sta riuscendo a rafforzare il controllo sul Donbass e sul sud del Paese, il che significa che il conflitto potrebbe durare a lungo. Le forze russe continuano ad avere problemi con la coesione, il morale delle truppe e la logistica, ha detto ai giornalisti un alto funzionario del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, senza confermare le purghe all'interno del comando militare russo citate da Londra. Ma "rimarremo molto cauti nelle nostre previsioni", ha aggiunto. "Siamo assolutamente determinati a fare di tutto per aiutare gli ucraini a difendersi, compreso l'addestramento all'uso delle capacità che forniamo loro", ha affermato l'alto funzionario, che ha chiesto l'anonimato. "Si comportano molto bene sul campo di battaglia, non hanno problemi di coesione, non hanno problemi di comando, la loro logistica e le loro forniture sono davvero storiche", ha aggiunto. "Ma i russi hanno ancora a loro disposizione una parte significativa delle capacità che avevano accumulato dall'autunno" ai confini dell'Ucraina, ha sottolineato. Nel suo discorso serale, il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelenskiy, ha dato una terribile valutazione della situazione nel Donbas. "C'è l'inferno, e non è un'esagerazione", ha detto. Secondo alcuni analisti militari nei giorni scorsi i russi sono riusciti a conquistare minime porzioni di territorio, avanzando a ritmi estremamente lenti ma graduali. Un anonimo funzionario della difesa statunitense ha riferito che le forze russe hanno ancora 106 BTG (gruppi tattici di battaglione) che operano in Ucraina: hanno dovuto sì combinarne alcuni per compensare le perdite, ma lo scenario di una lunga guerra nell'est dll'Ucraina è molto realistico.

2) C'è chi resiste ancora dentro l'acciaieria Azovstal

Azovstal, non è finita. I media russi avevano annunciato due giorni fa che anche i comandanti del reggimento Azov si erano arresi ed erano usciti dall’acciaieria di Mariupol, ma le cose non starebbero così. Ieri sera il vicecomandante e portavoce Sviatoslav Palamar, detto Kalina, ha detto in un video di venti secondi di essere ancora dentro alla Azovstal assieme "al mio comando" e ha annunciato che "è in corso un’operazione, della quale non svelerò i dettagli". Un ufficiale del gruppo, Bohdan Krotevych, anche lui dentro all’acciaieria, poco prima aveva pubblicato su Instagram un testo breve che chiede ai suoi di resistere. Non è chiaro quale sia l'operazione a cui Palamar si riferisce. La Russia afferma che da lunedì più di 1.700 combattenti dell'impianto si sono arresi e sono stati portati nelle aree controllate dalla Russia. Esiste la possibilità che in centinaia siano ancora asserragliati dentro la sconfinata acciaieria, ma le loro possibilità di resistere a un assalto russo sono minime. Intanto alcune centinaia di combattenti evacuati dall’Azovstal sono stati portati con i pullman a Olenivka, un villaggio a pochi chilometri da Donetsk. La località è nota solo per le sue due prigioni. La Colonia penale numero 52 è la più grande. Se ne sa pochissimo, solo pochi brevi filmati e i racconti di chi è stato recluso lì in passato.

3) Prove tecniche di tregua: si apre un minimo spiraglio

C'è stata per la prima volta dall'11 febbraio una telefonata fra i generali di Usa e Russia, Milley e Gerasimov. La Difesa Usa si è trincerata dietro una dichiarazione vaga: "I leader militari hanno discusso diversi temi di preoccupazione legati alla sicurezza e hanno convenuto nel mantenere le linee di comunicazione aperte". I due hanno parlato di "questioni di reciproco interesse, compresa la situazione in Ucraina" come riferisce l'agenzia di stampa russa Tass. Il confronto, spiega, è stato "su iniziativa della parte americana". Presto per dire se sia un passo che avvicina una soluzione diplomatica. Ma è la seconda telefonata in una settimana – dopo quella che ha rotto il ghiaccio la scorsa settimana fra Lloyd Austin e Serghei Shoigu – e quindi qualche minimo spiraglio di disgelo c'è. Da qui a dire che c'è una tregua all'orizzonte ce ne passa. Molly Montgomery, sottosegretaria agli affari europei della presidenza Biden, dice alla Stampa: "Il come e il quando finirà la guerra non dipende da noi ma dagli ucraini che combattono, diranno loro quando saranno pronti a negoziare. [...] Putin ha la possibilità di terminare questa guerra in qualsiasi momento. Non detteremo agli ucraini i modi e i tempi della pace: tocca a loro. Noi li sosteniamo al massimo anche per evitare che Putin possa aggredire ancora in futuro. Per questo le sanzioni sono importanti: definiscono la cornice dei negoziati, quando arriveranno".

4) Un Piano Marshall per il futuro dell'Ucraina

I ministri delle Finanze le Banche centrali del G7 avrebbero concordato aiuti a Kiev che potrebbero arrivare a 18,4 miliardi per i prossimi mesi e sono pronti a sostenere l’Ucraina per tutta la guerra. La riunione si conclude nelle prossime ore ma qualcosa filtra. In una bozza arriva l'ok alla proposta della Commissione Ue di prestare 9 miliardi di euro all’Ucraina. La Germania da sola darà un miliardo di euro. Il Giappone 600 milioni di dollari. Gli Usa preparano 7,5 miliardi di dollari. L'Ucraina stima di aver bisogno di 5 miliardi di dollari al mese. Il G7 deve cercare un modo per contenere l’inflazione e aumentare le sanzioni contro la Russia, senza innescare una recessione. "Le banche centrali stanno monitorando l’impatto delle pressioni sui prezzi sulle aspettative di inflazione e continueranno a calibrare il ritmo dell’inasprimento della politica monetaria, assicurando che le aspettative rimangano ben ancorate", si legge nella bozza. Il G7 di Bonn prova quindi a porre le basi di un «Piano Marshall» per l’Ucraina. La sintesi andrà trovata al summit di inizio estate in Baviera.

5) La caduta di Putin è ancora uno scenario possibile?

"Mai fare previsioni su quel regime molto opaco che è il Cremlino di Putin - dice in un'intervista a Repubblica David Petraeus, generale/intellettuale, già a capo della missione in Afghanistan e in Iraq, capo della Cia, dottorato di ricerca in affari internazionali a Princeton, uno dei più autorevoli osservatori al mondo dell’impatto geopolitico della guerra in Ucraina - Rammento, a chi le fa, la battuta di Churchill del 1939: “Il Cremlino e’ un indovinello avvolto nel mistero all’interno di un enigma”. Al di là della propaganda e dei sondaggi, Putin ha perso credibilità in Russia fra chi sa cosa succede davvero sul campo di battaglia. È l’Ucraina e non la Russia ad aver vinto le battaglie di Kiev, Sumy, Chernihiv e adesso Kharkiv. L’obiettivo centrale di Putin, sostituire Zelensky con una figura pro Russia, non sarà raggiunto. Il Cremlino - continua . ha invece ispirato il nazionalismo ucraino e l’unità della Nato. Ma ci sono ancora i suoi fedelissimi, leali, e Putin controlla ancora molte leve del potere. Detto questo non è mai chiaro quando un autocrate, in questo caso un cleptocrate, sarà rimosso fino a quando non succede. Un cambiamento sarebbe il benvenuto, ma non è detto che il successore sarà pronto a diffondere i valori di una democrazia liberale, anzi".

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