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Domenica, 3 Dicembre 2023
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Guerra in Ucraina: cinque cose da sapere oggi mercoledì 4 maggio

Il punto a inizio giornata. Il Donbass non cadrà? "La Russia si fermerà solo al confine con la Polonia". Macron prova a riportare Putin al tavolo dei negoziati. La guerra del grano: "Rubate 400.000 tonnellate". Il giallo dei sette manager russi del gas morti in due mesi

Guerra in Ucraina, cinque cose da sapere oggi, mercoledì 4 maggio 2022. Il Donbass non cadrà? "La Russia si fermerà solo al confine con la Polonia". Macron prova a riportare Putin al tavolo dei negoziati. La guerra del grano: "Rubate 400.000 tonnellate". Il giallo dei sette manager russi del gas morti in due mesi. Il punto a inizio giornata.

Guerra Russia Ucraina: ultime notizie in diretta

1) Il Donbass non cadrà? 

Con l'arrivo alle forze ucraine degli equipaggiamenti militari forniti da diversi Paesi occidentali Kiev si dota e si doterà sempre più di importanti capacità per resistere all'offensiva russa. Secondo il Pentagono, la maggior parte degli obici di artiglieria forniti dagli Stati Uniti sarebbero già arrivati in territorio ucraino, e circa 200 militari di Kiev sarebbero stati già addestrati al loro utilizzo. L'Ucraina continuerà a combattere e attaccare le postazioni russe nel Donbass, nell'Est del Paese.  Sul terreno la situazione complessiva sembrerebbe essere entrata in una fase di stallo. "Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, due mesi fa, abbiamo inviato sistemi di sicurezza per un valore superiore ai 3 miliardi di dollari. Questo è un investimento nella difesa della libertà e della democrazia: se non ci si oppone ai dittatori, continuano ad avanzare. Il loro desiderio di potere continua a crescere”, dice il presidente Usa Biden rivolgendosi al personale dello stabilimento Lockheed di Troy, la fabbrica che produce i missili Javelin (già 5mila esemplari ne sono stati consegnati a Kiev): “State permettendo al popolo ucraino di difendersi senza che noi rischiamo di entrare in una Terza guerra mondiale con l’invio di soldati americani”. Riprendono intanto i bombardamenti su Mariupol sono ricominciati appena terminato il cessate il fuoco concordato per evacuare i civili. Per evacuare 127 persone. Gli altri sono ancora nel labirinto di bunker della Azovstal e nei rifugi sotterranei attorno all'impianto. Putin già da giorni aveva annunciato la vittoria nella città portuale, affacciata sul Mar d’Azov, nonostante la resistenza nelle acciaierie: un successo che Mosca giudica decisivo per proseguire dal Donbass verso la conquista di tutta l’Ucraina meridionale.

2) "La Russia si fermerà solo al confine con la Polonia"

Secondo Pjotr Tolstoj, trisnipote dell’autore di Guerra e Pace, la cosiddetta “operazione militare speciale” russa in Ucraina andrà avanti "gradualmente" finché la Russia lo riterrà opportuno. Non ci sono scadenze in vista, non certo il 9 maggio, Giornata della Vittoria sovietica sul nazismo. "Penso che finiremo quando arriveremo al confine con la Polonia", dice a Repubblica il vicepresidente della Duma, la Camera Bassa del Parlamento russo. "La Russia - dice -  ha dispiegato l’esercito dei tempi di pace. Non abbiamo indetto una mobilitazione generale come in Ucraina. Perciò andiamo avanti gradualmente. Nonostante gli aiuti dell’Europa e le isterie di Boris Johnson o di Mario Draghi, finiremo l’operazione quando lo riterremo opportuno. Penso che ci fermeremo al confine con la Polonia". E poi ancora: "L'operazione sarà conclusa quando l’Ucraina sarà totalmente denazificata e smilitarizzata, vale a dire quando non rappresenterà più una minaccia militare per la Federazione Russa e non ci sarà più la possibilità di trasformarla in una anti-Russia come l’Occidente ha cercato di fare negli ultimi 30 anni".

3) Macron prova a riportare Putin al tavolo dei negoziati

Il presidente francese Emmanuel Macron è tornato a parlare con Putin in una telefonata durata oltre due ore. Macron ha rivolto un appello a Putin affinché "la Russia sia all’altezza delle sue responsabilità di membro permanente del Consiglio di sicurezza, mettendo fine alla sua aggressione devastatrice in Ucraina". Putin pur dicendosi aperto al dialogo con Kiev ha affermato che "l’Ucraina non è pronta per negoziati seri". Lo zar russo ha poi ribadito che "l’Occidente deve smettere di fornire armi all’Ucraina". Macron è il leader europeo che ha trascorso in assoluto più ore in conversazioni con Vladimir Putin. Emmanuel Macron lo rivendica: "Ho una convinzione molto semplice. Se non parliamo con la Russia aumentiamo la nostra capacità di creare la pace? No. E a chi lasciamo questo lavoro? Ad altri", avevo detto al termine dell'incontro di metà marzo. E ieri, per la prima volta da presidente rieletto, è tornato a farlo. La linea Macron, scrive oggi la Stampa, si pone in Europa come quella più determinata a non abbandonare il dialogo, "sia per non lasciarlo nelle sole mani dei turchi, che continuano, sebbene con una convinzione indebolita dagli eventi sul terreno, a ribadire la loro volontà di farsi ospiti del negoziato decisivo, sia per non consentire agli angloamericani di conquistare uno spazio eccessivo". Tra le ipotesi a cui lavorano i diplomatici francesi in queste ore c’è l’idea di una visita congiunta a Mosca con il cancelliere Olaf Scholz. "Insisto molto perché i primi ministri dei cinque grandi Paesi europei, Germania, Italia, Francia, Spagna e Polonia, insieme vadano a Kiev e insieme siano in grado di prendere un'iniziativa europea ed europeista dando il segno agli ucraini di una vicinanza molto forte, perché ho il timore che un giorno, tra non molto, gli ucraini dicano preferiamo gli americani e gli inglesi a voi europei", dice il segretario del Pd, Enrico Letta.

4) La guerra del grano: "Rubate 400.000 tonnellate"

La Russia avrebbe rubato 400.000 tonnellate di grano dai territori temporaneamente occupati dell'Ucraina. Lo riferisce Taras Vysotsky, primo vice ministro dell'agricoltura, citato da The Kyiv Independent. Il totale ammonta a circa un terzo di tutte le scorte di grano nelle regioni temporaneamente occupate di Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk, Luhansk. Secondo Vysotsky, se i furti dovessero continuare, la situazione potrebbe precipitare e le regioni così come la popolazione potrebbe presto entrare in una fase di carestia alimentare.

5) Il giallo dei sette manager russi del gas morti in due mesi

Sette morti "senza spiegazioni" in due mesi sono tante, e sono "strane" se le vittime sono tutte di alti manager russi o di Gazprom, o collegati alla rivendita del gas russo, o miliardari che avevano fatto fortuna col gas. L'ultimo, dopo Sergey Protosenya, Vladislav Avayev, Vasily Melnikov, Mikhail Watford, Alexander Tyulyakov e Leonid Shulman, è il giovane Andrei Krukowski (classe 1984), top manager del resort sciistico di Gazprom non lontano da Sochi, Krasnaya Polyana, volato giù da una scogliera non si capisce assolutamente come. Non era certo un oligarca, ma a 37 anni dirigeva il resort sciistico di Gazprom, il più importante della Russia, a quaranta chilometri da Sochi, praticamente casa di Putin. Certezze, come detto, non ce ne sono. Ma è sicuro che numerosi dei managwer scomparsi misteriosamente "odoravano" per Putin di occidente. E torna alla mente il discorso del 16 marzo dello stesso Putin: "Non sto giudicando chi ha ville a Miami o in Costa Azzurra, i russi che non possono vivere senza foie gras e ostriche o i cosiddetti diritti di genere, perché pensano che questo li collochi in una casta superiore. Il problema sono quelle persone che vivono qui in Russia ma mentalmente sono distanti, vivono in Occidente".

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