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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il punto a inizio giornata / Ucraina

Guerra in Ucraina: 5 cose da sapere oggi

Gli sfollati sono 10 milioni: crisi "senza precedenti". I missili ipersonici russi non saranno decisivi. Carri armati russi dentro Mariupol: restano solo macerie e cecchini. La Russia ha cambiato strategia? Negoziati: voci su Gerusalemme, ma una tregua è lontana. Il giallo sul vero numero dei soldati russi uccisi. Cinque cose da sapere

E' passato quasi un mese dall'inizio della guerra in Ucraina con l'invasione della Russia e non c'è ancora un accordo sul cessate il fuoco secondo le news che arrivano in tempo reale da Kiev e Mosca. Alla condizione fissata dalla Russia per far uscire le forze combattenti da Mariupol. il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha replicato che "l'Ucraina non potrà mai accettare un ultimatum. Dovremo essere tutti morti, solo così potremo rispettare l'ultimatum per Kharkiv, Mariupol o Kiev". Ecco cinque cose da sapere sulla guerra in Ucraina.

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Guerra in Ucraina: cinque cose da sapere oggi

Gli sfollati sono 10 milioni: crisi "senza precedenti". I missili ipersonici russi non saranno decisivi. Carri armati russi dentro Mariupol: restano solo macerie e cecchini. La Russia ha cambiato strategia?. Negoziati: voci su Gerusalemme, ma una tregua è lontana. Il giallo sul vero numero dei soldati russi uccisi in guerra.

1) Gli sfollati sono 10 milioni: crisi "senza precedenti"

L'invasione dell'Ucraina iniziata il 24 febbraio ha già costretto dieci milioni di ucraini ad abbandonare le loro case, una crisi "senza precedenti" secondo l’Unchr: quasi un quarto della popolazione. Ma la percentuale ancora più sconvolgente, sempre secondo l’agenzia dell’Onu, è che il 90% sono donne e bambini. La Polonia ha già assorbito due dei 3,5 milioni di profughi che hanno lasciato il Paese per entrare in Europa. Di quei dieci milioni di sfollati registrati dall’Unhcr, sei milioni e mezzo non hanno ancora lasciato il Paese. E chi li incontra tutti i giorni sa che in tanti sperano di non dover mai varcare la frontiera. «Molte donne e bambini fuggono soprattutto dalle zone al sud e a est, quelle più bombardate, quando non vedono altra possibilità. Ma cercano di resistere il più possibile. Anche perché lasciano indietro i loro mariti, i loro padri. E quando si spostano, restano per un po’ nella parte orientale dell’Ucraina, come a Leopoli, nella speranza di tornare a casa» racconta a Repubblica Richard Weir di Human Rights Watch. C’è una differenza essenziale, però, rispetto alla crisi dei profughi del 2015, quando in Europa arrivarono soprattutto uomini, avanguardie di un movimento migratorio che, fuggendo dalle guerre in Medio Oriente, vedeva il suo futuro altrove. La crisi dell’Ucraina, al contrario, è una crisi di famiglie spezzate, di uomini che non possono lasciare il Paese.

2) La Russia ha cambiato strategia?

Secondo vari analisti militari, in mancanza di progressi significativi sugli altri fronti gli strateghi di Mosca potrebbero aver modificato i propri piani: mantenendo le posizioni a Nord, completando l’assedio di Kiev ma puntando soprattutto su Mariupol. Al 26° giorno di guerra, l’obiettivo del ponte di terra al Sud appare più realistico della presa della capitale e della caduta del Governo che fa capo a Volodymyr Zelenskyj. La meno cruenta delle ipotesi per le prossime settimane è che la Russia si fermi alla conquista della fascia Sud dell'Ucraina, da barattare magari col ritiro di parte delle sanzioni, ottenendo il riconoscimento di Donetsk e Luhansk, il condono della Crimea e la neutralità dell'Ucraina. Ma è quest'ultimo punto quello più critico: di quali armamenti e protezioni potrebbe disporre poi Kiev? E' uno dei tanti scogli che hanno reso infruttuosi i negoziati finora. "È altamente improbabile che lo schieramento di missili ipersonici Kinzhal influisca materialmente sull'esito della campagna russa in Ucraina". A dirlo è il vicemaresciallo della Royal Air Force (Raf) Mick Smeath, addetto militare alla Difesa britannica. Citato dal Guardian, Smeath sostiene poi come sia "molto probabile che le affermazioni russe di aver utilizzato lo sperimentale Kinzhal abbiano lo scopo di sminuire la mancanza di progressi nella campagna di terra" di Mosca.

3) Negoziati: voci su Gerusalemme, ma una tregua è lontana

Sul fronte della diplomazia progressi non se ne vedono. Le dichiarazioni del ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, che aveva parlato di un avvicinamento delle posizioni di russi e ucraini tale da rendere possibile un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica sulla neutralità dell’Ucraina, non hanno trovato conferme nelle scorse ore. Rimane dunque per il momento in disparte il nodo dello status di Crimea e Donbass, su cui russi e ucraini restano su posizioni inconciliabili. Qualunque compromesso, ha ricordato Zelenskyj, dovrà essere sottoposto al giudizio degli ucraini con un referendum. La Turchia si è proposta come Paese mediatore con Israele, e ieri Zelenskyj ha ringraziato il premier Naftali Bennett per i suoi sforzi che potrebbero vedere l’inizio di negoziati con la Russia, prima o poi, proprio a Gerusalemme. Il presidente ucraino però ha ribadito che Mosca non sembra seriamente interessata a dare inizio a una trattativa.

4) Il giallo sul vero numero dei soldati russi uccisi in guerra

La Komsomolskaya Pravda, un "tabloid pro-Cremlino", ha pubblicato il bilancio delle vittime militari russe: si tratterebbe di "9.861 soldati morti" dall'inizio della guerra in Ucraina e "16.153 rimasti feriti". L'informazione era stata inclusa in un articolo pubblicato sul sito web domenica sera, ancora accessibile online ma che al momento risulta modificato, senza più il riferimento alle presunte cifre delle vittime. La Pravda ha poi emesso una nota parlando di "sabotaggio informatico". La scorsa settimana, sulla base di stime del Pentagono, il New York Times aveva parlato di 7mila soldati uccisi e almeno 14 mila feriti: un calcolo ritenuto attendibile da molti esperti occidentali e sicuramente aumentato negli ultimi giorni di combattimenti; ma che il Cremlino non vuole ammettere.

5) Carri armati russi dentro Mariupol: "Solo macerie"

Nuove immagini satellitari della Maxar Technologies mostrano i carri armati russi a Mariupol, comprese le posizioni delle artiglierie. Le immagini - riferisce la Cnn - sono state scattate il 19 marzo. In una immagine si vedono i carri armati russi per le strade del quartiere della "riva sinistra" di Mariupol, il giorno in cui i separatisti sostenuti dalla Russia hanno preso il controllo degli edifici governativi. Altre immagini mostrano i militari russi a nord-est di Mariupol e il fumo che si alza in cielo dai palazzi in fiamme. Le immagini mostrano anche la posizione dell'artiglieria russa a ovest della base aerea Antonov, a nord-ovest della capitale Kiev. Fumo da edifici vicino al fume Irpin. La città di Mariupol occupa solo una piccola area sulla mappa, ma è una città chiave per Putin perché permetterebe di collegare la Crimea con la zona controllata dagli alleati separatisti ucraini nella regione del Donbass, nell'Ucraina orientale. Mariupol la resa ai russi "è fuori discussione". Impossibile resistere ad attacchi così violenti. La domanda non è “se”, ma “quando” il martirio potrà essere anche ufficialmente dichiarato compiuto. Mariupol è un deserto di macerie, crollate sopra 350 mila persone allo stremo e barricate nei rifugi antiaerei nel sottosuolo. Non ci sono acqua, cibo, medicine, elettricità e riscaldamento. Le temperature, di notte, ancora scendono sotto lo zero.

Perché la Russia si sta accanendo su Mariupol

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