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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Ue denunciata per crimini contro l’umanità al Tribunale dell'Aja per i migranti morti in mare

Presentata una denuncia da parte di un gruppo di avvocati internazionali alla Corte penale internazionale dell’Aja nei confronti dell’Ue e di Stati membri come Italia, Francia e Germania

Un gruppo di avvocati internazionali ha deciso di depositare una denuncia contro l’Unione europea alla corte penale internazionale dell’Aja (Cpi) per “crimini contro l’umanità” per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo centrale. Le accuse vengono mosse anche agli Stati membri come Italia, Germania e Francia che hanno avuto un ruolo di primo piano nella crisi dei rifugiati.

L’accusa per istituzioni nazionali e comunitarie è di “crimini contro l’umanità” ai danni di 12mila persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee e nei confronti di migranti rinchiusi nei campi di sicurezza dalle autorità libiche. La notizia è stata data da El Pais e dal Guardian.

Bruxelles e gli Stati vengono accusati di aver preferito “sacrificare la vita dei migranti in difficoltà in mare, con l’unico obiettivo di dissuadere gli altri in situazioni simili dalla ricerca di un rifugio sicuro in Europa”, dopo la caduta di Gheddafi nel 2011. A funzionari e politici viene imputato di aver consapevolmente fatto del Mediterraneo centrale la “via di migrazione più letale del mondo”, causando migliaia di morti.

Autori principali della denuncia sono gli avvocati Juan Branco, che in passato ha lavorato alla Cpi e al ministero degli Esteri francese, e Omer Shatz, avvocato israeliano e docente all’Università Sciences Po di Parigi.

Migranti, le accuse all'Ue e agli Stati membri

L’accusa di crimini contro l’umanità si basa su alcuni documenti interni di Frontex (l'organizzazione dell'Ue incaricata di proteggerne i confini esterni): secondo gli avvocati, avrebbe avvertito che il passaggio da Mare Nostrum – la missione di salvataggio italiana – alla nuova gestione avrebbe causo un “più alto numero di vittime”.

Nella denuncia si sottolinea:

“Per arginare a tutti i costi i flussi migratori dalla Libia (…) al posto di operazioni di salvataggio e sbarco sicure, come prescrive la legge, l'Ue sta orchestrando una politica di trasferimento forzato nei campi di concentramento, come le strutture di detenzione (in Libia) dove vengono commessi crimini atroci”

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La politica Triton, prosegue l’impianto accusatorio, ha introdotto “l'attacco più letale e organizzato contro la popolazione civile su cui la Corte penale internazionale ha giurisdizione”. Gli avvocati accusano i funzionari dell'Unione europea e degli Stati membri di aver avuto “conoscenza precoce e piena consapevolezza delle conseguenze letali della loro condotta”. Non si individuano singoli politici o funzionari per responsabilità specifiche, ma vengono citati i cablo diplomatici e i commenti dei leader nazionali, tra cui Angela Merkel e Emmanuel Macron.

La replica della Commissione Ue

“Il bilancio dell'Unione europea nel salvare vite nel mediterraneo parla da solo”, risponde alle accuse la portavoce della Commissione, Natasha Bertaud. “Salvare vite umane è la priorità”, precisa la funzionaria che poi rimarca la linea della Commissione: “Non abbiamo commenti su procedure non ancora avviate”.

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