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Giovedì, 28 Marzo 2024
Diritti negati / Uganda

In Uganda promulgata la stretta anti Lgbt+, si rischia dal carcere alla pena di morte

Il presidente ha firmato il contestato testo, tra i più duri al mondo, che prevede 20 anni di galera per la "promozione dell'omosessualità" e rende reato qualsiasi rapporto tra persone dello stesso sesso

L'Uganda avrà una delle leggi anti-Lgbt+ più dure al mondo. Il presidente del Paese, Yoweri Museveni, alla fine ha firmato la stretta che prevede pene severissime, dal carcere alla pena di morte. Le relazioni tra persone dello stesso sesso erano già illegali nella nazione, come in più di 30 Paesi africani, ma la nuova legge va ben oltre. Il provvedimento criminalizza l'educazione sessuale per la comunità gay, rende illegale non denunciare alla polizia quelli che definisce autori di omosessualità aggravata e chiede la "riabilitazione" con terapia di conversione per i gay.

La riforma prevede la pena di morte per il reato di "omosessualità aggravata", che comprende il sesso gay per i malati di Hiv e l'avere rapporti omosessuali con minori o persone disabili. Previsto poi l'ergastolo per alcuni reati che comportano rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso, una condanna a 20 anni per "promozione dell'omosessualità" e fino a 10 anni per il solo tentativo di commettere atti omosessuali. La legge proibisce qualsiasi forma di relazione sessuale tra persone dello stesso sesso e la promozione o il riconoscimento di relazioni tra persone dello stesso sesso. Sarà vietato anche battersi per i diritti Lgbt+, in quanto qualsiasi persona giuridica, come i media e le organizzazioni non governative, che promuova "consapevolmente" l'omosessualità incorre in una multa e in una potenziale sospensione.

"Il presidente ugandese oggi ha legalizzato l'omofobia e la transfobia sponsorizzate dallo Stato", ha dichiarato Clare Byarugaba, attivista ugandese per i diritti. "È un giorno molto buio e triste per la comunità Lgbtiq, per i nostri alleati e per tutta l'Uganda". Lei e altri attivisti hanno promesso una sfida legale contro la legge, che Museveni ha firmato alla sua scrivania con una penna d'oro. Il leader 78enne ha definito l'omosessualità una "deviazione dalla normalità" e ha esortato i legislatori a resistere alle "pressioni imperialiste". L'adozione di questa legge da parte del Parlamento il 21 marzo scorso aveva scatenato un'indignazione internazionale. L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, l'aveva denunciata come "discriminatoria - probabilmente la peggiore del suo genere al mondo".

Alla fine di aprile, il presidente Museveni aveva chiesto ai parlamentari di "riesaminare" il testo e di specificare che "essere omosessuali" non è un reato, ma lo sono solo i rapporti sessuali. In una versione leggermente modificata, approvata all'unanimità con un solo voto contrario il 2 maggio, i deputati hanno inserito nel testo che "una persona che si presume o si sospetta essere omosessuale, che non ha commesso un atto sessuale con un'altra persona dello stesso sesso, non commette il reato di omosessualità". Una legge anti-Lgbt+ del 2014, meno restrittiva, era stata annullata da un tribunale ugandese per motivi procedurali, dopo che i governi occidentali avevano inizialmente sospeso alcuni aiuti, imposto restrizioni sui visti e ridotto la cooperazione in materia di sicurezza.

La speranza della comunità Lgbt+ è che le pressioni della comunità internazionale possano imporre un dietrofront. L'Uganda riceve ogni anno miliardi di dollari in aiuti esteri e potrebbe ora subire sanzioni. La presidente del Parlamento Anita Annet Among ha esultato per la firma della legge. "Come Parlamento ugandese, abbiamo ascoltato le preoccupazioni del nostro popolo e abbiamo legiferato per proteggere la santità della famiglia. Siamo rimasti fermi nel difendere la cultura, i valori e le aspirazioni del nostro popolo", ha dichiarato in un comunicato. Secondo il promotore del disegno di legge, Asuman Basalirwa, il visto statunitense di Among sarebbe stato cancellato dopo la firma della legge.

Il provvedimento gode però di un ampio sostegno popolare e l'opposizione è stata rara in questo Paese governato con il pugno di ferro dal 1986 da Museveni. Secondo diverse Ong la repressione contro la società civile, gli avvocati e gli attivisti è aumentata negli ultimi anni. L'omofobia è molto diffusa in Uganda, come nel resto dell'Africa orientale, e anche se non ci sono stati recenti procedimenti giudiziari per atti omosessuali, le molestie e le intimidazioni contro la comunità Lgbt+ sono praticamente quotidiane nella nazione dove si è sviluppato un cristianesimo evangelico molto radicale.

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