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Venerdì, 29 Marzo 2024
SOMALIA / Somalia

Viaggio nelle università somale, tra guerra e ricostruzione

"Ci fanno più paura le tasse che la guerra civile" raccontano gli studenti. Molte università non hanno chiuso nemmeno durante gli anni più bui della guerra. Il futuro adesso è carico di speranze

Per gli studenti universitari in Somalia, la minaccia della violenza è stata la più grande preoccupazione negli ultimi anni. Ma, con il ritorno della pace nella capitale, Mogadiscio, le tasse altissime, piuttosto che la guerra civile, sono l'ostacolo più grande per gli studenti che desiderano frequentare le lezioni. Nonostante la guerra civile che dura da più di due decenni, l'istruzione resta fondamentale per molti somali. "Essere senza conoscenza è essere senza luce", recita un proverbio popolare del paese. Alcune università hanno scelto di trasferirsi quando il conflitto era al culmine, ma molte adesso sono tornate a Mogadiscio.

"I somali sono persone molto resilienti. Nonostante la carestia e le guerre, gli studenti e il personale hanno continuato ovunque fosse possibile ad andare in classe. Quando le nostre scuole sono state distrutte, abbiamo insegnato sotto gli alberi. Abbiamo rifiutato di chiudere le nostre porte perché non puoi mai sapere quando la guerra finirà" dice il professor Mohamed Ali Abdiweli, rettore dell'Università della Somalia, che è anche un candidato alla presidenza e un ex docente al King College di Londra.

L'Università della Somalia è stata la prima a trasferirsi  da Mogadiscio a Elasha Biyaha, appena fuori dalla capitale. E' successo nel 2006, durante l'invasione etiopica, quando molti studenti e professori hanno dovuto far fronte alle violenze del gruppo islamista al-Shabaab e delle truppe etiopi.

"Le truppe etiopi erano accampate dietro il nostro campus. I nostri studenti erano in "età da combattimento", e questo si è rivelato un grosso problema per noi", dice. "Le truppe etiopi accusavano i nostri studenti e il personale di essere miliziani al-Shabaab ogni mattina mentre passavano davanti al loro posto di blocco sulla strada per l'università. E la sera mentre tornavano a casa, i miliziani di al-Shabaab, che controllavano tutto il resto della città, avrebbero accusato i nostri studenti e il personale di essere cristiani". "Abbiamo aperto tre campus perché alcuni studenti avevano legami con il governo e non erano in grado di frequentare alcuni campus, e altri studenti avevano legami con al-Shabaab e non erano in grado di attraversare le linee governative per frequentare le lezioni. Ci siamo piazzati dietro a tutte le linee del conflitto".

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Il numero degli studenti è diminuito durante il conflitto, dice Abdiweli, ma con l'aumento della sicurezza nel paese le iscrizioni sono di nuovo in crescita. L'elevata domanda di lavoratori qualificati nel settore privato, in crescita, significa che i laureati non devono preoccuparsi dell'occupazione post-laurea e del rallentamento dell'economia globale.

Abdisalan Ali Adan è a metà strada del suo percorso universitario verso la laurea in economia e commercio, ma ha già trovato lavoro con Hormuud, una società di telecomunicazioni. "Le persone di Hormuud sono venute alla mia università alla ricerca di stagisti. Ero una delle persone che hanno presentato domanda, e dopo la fine dello stage mi è stato offerto un posto di lavoro. Ora lavoro part-time per loro con l'intenzione di passare a tempo pieno quando mi laureo".

Seduto su una panchina sotto un albero nel campus dell'Università della Somalia c'è un gruppo di studentesse di medicina; una scena che era impensabile poco più di un anno fa, quando socializzare all'aperto significava rischiare di essere colpiti da un proiettile vagante. Amal Abdikarin è una studentessa al primo anno di medicina. Dice che non ha paura di al-Shabaab e dei proiettili, ma delle spese che deve sostenere per l'istruzione. "Ora il mio problema più grande sono i 125 dollari al mese di tasse che devo pagare per studiare. E' troppo per i miei genitori".

Tutte le università che operano in Somalia sono gestite dal settore privato e le borse di studio sono rare. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, circa il 43% della popolazione della Somalia vive sotto la soglia di povertà.

Aweis Haddad, il segretario generale per i giovani e il lavoro, dice che il nuovo governo riconosce che le tasse sono troppo costose per il somalo medio e sta facendo uno sforzo per costruire nuove università statali distrutte durante la guerra. "Sono stato educato a titolo gratuito e il governo mi ha dato anche una borsa di studio quando ero piccolo in Somalia", dice. "Ci piacerebbe vedere che queste cose succedano di nuovo. Stiamo già facendo progressi. Ci sono 1.600 scuole pubbliche elementari. Solo un anno fa non le avevamo tutte sotto il controllo governativo".

L'aumento del numero di ragazze nell'istruzione superiore è anche una priorità, ha aggiunto. Il numero di studentese è elevato nelle scuole primarie grazie all'istruzione gratuita, ma la disparità di genere aumenta rapidamente a partire dalla scuola secondaria. Matrimoni precoci e vincoli economici contribuiscono a tassi più elevati di abbandono per le ragazze, secondo le Nazioni Unite. "Le ragazze costituiscono il 50% della popolazione. Al-Shabaab ha impedito loro di frequentare le scuole, ma noi le stiamo incoraggiando", dice Haddad.

"Ho vissuto a Londra per molti anni. So che lì le ragazze somale ottenevano migliori risultati a scuola rispetto ai ragazzi. Voglio che le ragazze in Somalia abbiano lo stesso accesso all'istruzione, per raggiungere obiettivi sempre più in alto. Finché non avremo una Presidente donna in Somalia". Fonte: Guardian

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