rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024

Fernando D'Aniello

Collaboratore

Il solito Scholz rimpiange Draghi

Qualche mese fa Olaf Scholz mi era sembrato sul punto di modificare il suo modo di governare. Il Cancelliere tedesco era apparso più intraprendente e deciso. Forse ero stato troppo ottimista. Olaf Scholz si presenta alla tradizione conferenza stampa estiva esattamente come l’avevamo lasciato. Informale, senza cravatta, il Cancelliere prova a tranquillizzare i tedeschi: “You will never walk alone”, annuncia nuovamente così l’ulteriore pacchetto di aiuti per i cittadini perché sia chiaro che il governo sta operando per dare risposte concrete, soprattutto all’aumento dei prezzi e alla questione energetica. Ma come?

Qui il Cancelliere è vago, prova a imitare lo stile di Angela Merkel ma ne viene fuori una caricatura. A un certo punto un giornalista gli chiede “Il biglietto a 9 euro è stato il più grande successo del Suo governo. Quali altri successi avete intenzione di non riproporre?”. La sala ride, anche Scholz ma il punto resta: il Cancelliere promette impegno e serietà ma, per ora, a mancare è la concretezza anche perché non c’è accordo nella coalizione. La vaghezza nasconde quindi problemi politici di primo piano: tagliare le tasse si o no? Investire per i cittadini più in difficoltà si o no? Di fronte a questa poca concretezza arriva un’altra critica: “Davvero con qualche euro in più alla fine del mese si riempie il piatto a tavola?”. Il Cancelliere sottolinea che ci sono diversi interventi (aumento del salario minimo, modifica dell'Hartz IV, investimento nell’edilizia abitativa) ma sembra anche chiedere pazienza quando ricorda che ci sono tre partiti e che occorre trovare un compromesso: che la nuova coalizione a tre gambe avrebbe avuto difficoltà a trovare una quadra era chiaro sin dall’inizio, che questo possa essere compatibile con un paese e un continente che aspettano risposte è tutt’altro paio di maniche.

Da parte sua il Cancelliere fa poco per diradare i dubbi. Non entra mai nelle polemiche di queste settimane, che hanno coinvolto il ministro delle finanze Lindner che aveva parlato, a proposito della sua contrarietà al rinnovo del biglietto a nove euro, dell’intenzione di contrastare una “mentalità delle cose ottenute gratis”. Cosa cheha fatto arrabbiare tanti. Annuncia che il governo sarà al fianco dei cittadini, che “possono stare tranquilli”: ad affermazioni così generiche cosa si può replicare? Di fronte a un inverno per il quale si fanno spesso previsioni catastrofiche, basterà davvero la tranquilla pacatezza del Cancelliere federale?

Poco anche sulla Russia e sulla guerra. Il Cancelliere snocciola i dati dell’impegno tedesco. Le polemiche dei mesi passati su un presunto disimpegno tedesco sembrano essersi affievolite. “Abbiamo rotto una tradizione del nostro paese e inviato armi ad un paese che è stato aggredito. Siamo tra i paesi che inviano i mezzi più efficaci per condurre il conflitto”. Ma anche qui, Scholz reagisce alle domande e non appare capace di sviluppare un ragionamento che vada oltre le affermazioni degli ultimi mesi e la difesa di quanto fatto finora. Un’idea su come gestire i prossimi mesi non c’è. Al più la speranza che la guerra finisca (possibilmente presto).

Sull’Italia è significativo che, rispondendo alla possibilità che la crisi politica e le elezioni abbiano effetti sul percorso verso l’unione fiscale, Scholz risponde ricordando Mario Draghi: “Il presidente del Consiglio italiano è un grande politico, ha fatto e sta facendo un lavoro eccezionale, che fa bene all’Italia.” Poco o niente, che potrebbe anche indicare una generale sfiducia verso il risultato delle elezioni di settembre: quasi che il credito del paese sia ormai bruciato. Ma ricorda anche che Next generation è ancora ad un bivio: “Le risorse con cui ci indebiteremo per i prossimi anni, fino al 2058, vanno restituite. Come farlo è una questione ancora aperta”. Qui Scholz allude a un punto: prima di parlare di unione fiscale e di evoluzione del sistema europeo, bisognerà capire se effettivamente Next Generation ha funzionato o meno, se gli Stati membri usciranno da questa fase rafforzati o meno, se saranno in grado di ripagare le cifre avute a prestito e l’UE nel complesso il debito complessivamente contratto. Quindi di ulteriori piani se ne riparla quando Next Generation dimostrerà la sua validità: la politica italiana è avvertita.

Ma ne ha anche per la sua coalizione: a proposito delle polemiche sul TPI, il nuovo piano della BCE, che sta dividendo la coalizione, Scholz è stato chiaro “L’indipendenza della BCE è qualcosa che è stata voluta dalla Germania e va salvaguardata”. E, quasi per ammonire i contestatori ha precisato: “Il Presidente della Bundesbank ha giudicato il piano valido ed efficace”. Ma la tensione, su questi aspetti, resta alta nella coalizione. E il Cancelliere per ora, nonostante il timido accenno nei mesi scorsi, non cambia stile di governo.

Si parla di

Il solito Scholz rimpiange Draghi

Today è in caricamento